Nuovi centri di accoglienza per i drogati del sabato sera di Alberto Gaino

Un'iniziativa del «Gruppo Abele» contro il disagio giovanile Un'iniziativa del «Gruppo Abele» contro il disagio giovanile Nuovi centri di accoglienza per i drogati del sabato sera Sta cambiando la figura del tossicomane che sempre meno si rivolge alle strutture pubbliche - Settecento milioni dallo Stato per finanziare le comunità terapeutiche piemontesi ..Luciano e Giuseppe non girano più in quartiere. LI incontro di tanto in tanto: hanno l'aria assente. So che si fanno e che stanno quasi sempre al Canaletto, un albergo-bar del centro. Per noi sono come perduti e tutto è successo quasi in un amen. Sino a pochi mesi fa erano dei diciassettenni come tanti altri di qui con problemi, si, grandi anche: dalla disoccupazione alla mancanza di obiettivi. Noi avevamo cercato Luciano e Giuseppe sono nomi convenzionali, cosi com'è opportuno tacere l'identità del giovane volontario che in una borgata di perileria, fra case popolari e famiglie molto spesso senza radici e memoria storica della loro emerginazione. tenta, con altri amici, di fare un certo discorso. Aveva ottenuto dei locali dal Consiglio di Circoscrizione. E vi aveva cominciato ad organizzare un centro di accoglienza per i ragazzi che in qualche modo «fiutavano» la cultura della droga. Un intervento di prevenzione, realizzato con pochi mezzi e molta buona volontà, ma nessuno aveva detto a lui e ai suoi amici cosa e come fare. L'iniziativa cadde nel vuoto: qualche piccola «autorità» aveva disposto che quelle due stanze venissero adibite a magazzino. Ci fu uno scontro con l'amministrazione circoscrizionale, sono trascorsi mesi, ed ora U braccio di ferro è stato vinto. Il gruppetto ha nuovi locali, più ampi, a disposizione e può trasferirvi la sua attività. Ma per Luciano e Giuseppe è tardi... «E' possibile» è stato e rimane lo slogan di chi lotta contro la droga. Oggi, però, la dipendenza dagli stupefacenti sta rapidamente cambiando e, senza una riflessione seria sui fenomeni di devianza giovanile che sempre più si incrociano, si rischia di girare a vuoto, di spargere parole e proiettare immagini inattuali sulla Grande Angoscia che la «devianza» rivela. Lo spunto ci è dato dalla notizia che. in base alla legge 297. alle «comunità terapeutiche» del Piemonte, una ventina, verranno corrisposti per il 1985 finanziamenti per 700 milioni. I Comuni dovranno documentare la serietà degli interventi riabilitativi. Ma \'«albo» regionale di controllo non esiste ancora. Pur tuttavia, qualche inchiesta è già scattata: l'empirismo fluttua fra i metodi attuati per il «recupero del tossicodipendenti». C'è chi ricorre ai buoni principi, ai farmaci e persino ad «overdosi» di saune. Sulla «disgrazia» della droga si può ricamare, anche speculare. Del resto, è stata la politica dell'immagine che, sinora, ha ricevuto più attenzioni. Soprattutto si sono «scoperte» le comunità quando insistere solo su questa strada rischiava di tradursi in una politica di tamponamento del problema. Lo dice Luigi Ciotti, sacerdote, fondatore del Gruppo Abele, una storia lunga ormai vent'anni di comunità per giovani «devianti». C'è un evidente ritorno all'uso degli psicofarmaci, ribadisce Ciotti, «Il bere è in forte aumento, la cocaina è la sostanza emergente sul mercato della droga e comporta effetti indotti pesanti: depressione, suicidi. Si respira soprattutto un grande e diffuso disagio giovanile, malcelato nelle pieghe di un'appa¬ rente compatibilità con la normalità di tutti i giorni». Avanza un nuovo tipo di giovane «disadattato», espressione di un sommerso della sofferenza il cui solo chiaro riscontro è la richiesta di aiuto ai centri psichiatrici. Non è un caso, invece, che ai servizi per le tossicodipendenze ci si rivolga sempre di meno- l'eroina, come l'alcol e i farmaci, sta rispondendo a nuove modalità di comunicazione (o non comunicazione, secondo i punti di vista) e a forme di violenza su se stessi, di autodistruzione sottile e progressiva. «Le risposte non possono essere quelle solite. Noi apriremo cinque centri di accoglienza in città, con operatori specializzati e tutta una rete di volontariato, associazioni, parrocchie a supporto: ci sono risorse da valorizzare e progetti individualizzati da attuare per andare incontro a quel sommerso». Verrà coinvolto anche il gruppetto di cui si è raccontato: un animatore giovanile, un direttore didattico, un bi dello, «gente di quartiere» che porge solidarietà e creatività. Alberto Gaino

Persone citate: Ciotti, Luigi Ciotti

Luoghi citati: Piemonte