Indietro, donne, dai re del pallone di Giovanni Bechelloni

Indietro, donne, dai re del pallone Indietro, donne, dai re del pallone L'attrice cacciata dall'albergo in cui il Napoli è in ritiro - Si riaccende una polemica: perché i calciatori non debbono guardarle? Torna il fantasma della Dama Bianca Chi tocca palla non tocca sesso i.a vicenda di Eleonora Vallone e del Napoli dovrebbe ferite profondamente il moviin.-nio femminista. Il quale do\ rebbe fare un discorsetto alla bella donna, vagamente colpe\ole di esibizionismo, sia pure con la giustificazione professionale delle interviste-choc da teleeondurre a tutti i costi, ma senz'altro dovrebbe fare un discorsone al mondo dello sport: per chiedere come mai non accadrebbe nulla se un divo della tv andasse a intervistare le atlete di una qualche disciplina nel loro ritiro, presentandosi magari con la camicia aperta sul petto villoso. E se proteste ci fossero, verrebbero attribuite alla pochezza di mente delle donnette turbate. Il comportamento generale in casi del genere è supcrconlorto come un olivo del Mec. di quelli che osanno» di essere condannali, dalla crisi dell'olio, a finire in ceppi da eamino: e cioè la donna turba l'atleta, l'uomo non turba l'atletessa. Anche perché, sempre con il ragionamento supercontorto. l'uomo-atleta e molto uomo, la donna-atleta anche, nel senso che è una virago. Lo sport patisce ancora questa limitazione. L'uomo nello spogliatoio sportivo femminile e il teorico glorioso protagonista di un vaudeville moderno. La donna nello spogliatoio sportivo maschile è. ben che vada, una zozzona. E ci sono pure le ipocrisie all'interno di questa dicotomia italiana o comunque latina. Si fa finta, per esempio, di approvare la liberalizzazione dei contatti (che poi possono anche diventare rapporti) fra i due sessi, nello sport: però meglio che si tratti mettiamo, di olandesi. E allora sono grandi fotografie com meritate delle belle sfrontate mogli e compagne dei calciatori <• tulipani». E' tutto un gioco ipocrita La donna intesa come femmina nello sport italiano ha piena cittadinanza nelle chiacchiere, nelle fantasie, persino nelle discussioni. Ma intanto regolarmente le compagne al seguito degli atleti non sono mai ammesse: e all'ultimo Mundial 24 ore di contatto tra i nostri calciatori e le loro mo gli vennero precedute, accom pagnate e seguile da ipotesi, sottintesi, ammiccamenti da caserma, da trivio. Né risulta che i nostri calciatori, molto solleciti nel fare gruppo attivo per altre cose, dal contrabban do (pare) di denaro in su. si siano coalizzati, opposti. Lo sport è bellezza, salute, disinvoltura. Proprio come la bella donna. Ma il campione c anche neanderthalico, goliardi co. mandrillone: e dunque niente bella donna accanto a lui. Se uno.sgarra, c invidiato e intanto represso. Nel cam pionato passato un giocatore a Milano-scontò assai una vampata fra lui e una bellona <ufl'iciale». Un altro, stessa città, ebbe una lunga e probabilmente bellissima storia con un'altra bellona, e probabil niente giocò malissimo per l'intera stagione anche perché dovette riservare le sue energie migliori alla «cosa»: ma nel senso soprattutto di vivere una seconda vita alla macchia, per non farsi scoprire, o per tam ponare le fughe di notizie. Niente.da fare. Ci vogliono ancora cento, mille Eleonore per andare un po' avanti. Si pensi alla Formula I: si parla di un idillio fra Prosi c Slefa nia di Monaco e va lutto bene, perché Prosi è francese, ma si immagini se al posto di Pros ci fosse Alborelo. Comunque un risvolto positivo ci sarebbe lutti crederebbero di sapere perché le Ferrari non vincono non ci sarebbero indagini, crisi, misteri a Maranello Cosi e, anche se non vi pare. Il campione sportivo in Italia è uno dei pochi bipedi celebri che possono permettersi di non avere mai una donna al fianco senza intanto rischiare di passare per omosessuale, (ili si prospettano, gli si sospettano successi favolosi con le donne, ma non devono esse re conosciuti. Il «cherchez la lemme» vale, ma deve essere safari privalo, sempre per po¬ chi intimi. Dopo Coppi e la Dama Dianca c'è stata la restaurazione, e non abbiamo avuto nessuna controriforma. Davvero si può dire che il nostro sport patisce ancora lo scandalo enorme di quella donna dal cappotto chiaro, a un certo punto presenza fissa accanto al Campionissimo, fuorché quando la misero in prigione per bigamia o la fecero andare in Argentina a partorire il frutto del peccato. Eleonora Vallone probabilmente non sapeva queste cose, nonostante il padre calciatore del Torino proprio negli anni in cui Coppi sceglieva la squadra granata come quella del ventricolo calcistico del suo cuore. Oppure le sapeva benissimo, e proprio per questo ha agito da suffragetta, da scautessa. da esploratrice o semplicemente da furba. I posteri e, in caso di nuova sua dirompente celebrità, anche i poster, ce lo diranno. Giampaolo Ormezzano Trento. Una'scollatura ha turbato il Napoli è ha acceso una polemica. Napoli è in «ritiro», imponendo regole di medievale austerità. Insomfiglia di Raf Vallone, celebre attore e un tempo giocatore del Torinocon...», una rubrica di Tele Montecarlo. Kleonora, per la quale una s Kleonora Vallone, giovane e bella atma, i dirigenti del clan di Maradona , sebbene avesse chiesto alloggio peegretaria distratta aveva già trovato ttrice, martedì scorso è stata cacciata dall'albergo di I XKlrone in cui il a avevano imposto «niente donne» e tanto meno quindi la provocante er una precisa ragione di lavoro: sarà la conduttrice di «Palleggiando una stanza libera, ha tentato ogni protesta. Ma se n'è dovuta andare Donna e pallone sembrano escludersi a vicenda. La cronaca ha dato risalto al fatto che Eleonora Vallone è stata •cacciata» dall'albergo trentino che ospitava i giocatori del Napoli in ritiro. Vicenda boccaccesca abortita? O ultima frontiera del femminismo? Mentre i bagliori del post-femminismo accendono gli orizzonti alla ricerca di nuovi traguardi, molti segnali giungono dalle pieghe più profonde della società che rimettono in discussione quanto sembrava ormai diventato pane quotidiano. Le frontiere tra i sessi tornano a disegnarsi in vari modi: sia allo scopo di riaccendere i fuochi del desiderio sia per ridefinire territori esclusivi. 11 gioco del calcio sembra uno di questi territori. Il ritiro dei calciatori e i loro allenamenti devono svolgersi in un clima collegiale, più simile a quello dei vecchi esercizi spirituali che non ai tipici ludi della società dello spettacolo, che pure celebra il calcio come uno dei suoi riti centrali. Una doppia esclusione della donna si celebra, dunque, nella società del football: chi tocca palla non tocca donna e chi va alla partita la domenica lascia sola la propria compagna, come recitava una celebre canzonetta agli albori del femminismo. C'è stato un perìodo in cui le coppie sono andate insieme alle partite o in cui i rotocalchi celebravano gli amorì dei giocatori più famosi. Oggi sembra tornare in auge la separazione di un tempo lontano: le donne sono stufe di fingere di appassionarsi a un gioco che non appartiene alla loro tradizione e gli uomini sono felici di ritrovarsi tra loro per seguire e per commentare un gioco che deve molto del suo fascino ai sottintesi eroticc-sessuali che il linguaggio del telecronisti allusivamente nasconde. La televisione — con i montaggi delle partite celebri, con il replay, con i sommari delle partite della domenica, tutti centrati sulle azioni da gol — ha contribuito ad accentuare il sottinteso eroticosessuale del calcio. La «violazione» della rete diventa l'evento centrale di ogni partita e rende poco interessanti le partite che si concludono a «reti inviolate.. «Tenere palla», «perdere palla», «passare palla» sono altrettante parole chiave che sottolineano il flusso dei movimenti dei giocatori intorno alla protagonista di ogni partita e al suo incerto destino. E allora chi gioca la partita deve essere un poco come un guerriero antico, come un cavaliere d'altri tempi.con tutte le proprie energie erotiche disponibili per poterle giocare nell'evento decisivo: la violazione della rete avversaria per celebrare il trionfo della vittoria. Solo dopo aver giocato la partita, solo dopo aver meritato gli applausi della folla, il giocatore merita «il riposo del guerriero»: congiungersi con la donna, ottenere e dare ciò che ha già dimostrato di saper ottenere e dare nella partita giocata sotto gli occhi degli spettatori. Le donne che leggeranno questo pezzo reagiranno inorridite a questo rigurgito di maschilismo! Eppure, a giudicare da ciò che si sente in giro, sembra essere proprio questa l'interpretazione più plausibile di certi atteggiamenti e comportamenti che caratterizzano la tifoseria calcistica. La quale, sentendosi deprivata dai tanti scandali di cui si legge a proposito delle partite truccate, ha bisogno di rassicurazioni. Il calcio, infatti, non è solo uno sport. E' un rito collettivo e come ogni rito ha le sue regole che non è possibile infrangere impunemente. E dietro alcune regole vi stanno tabù antichi che non sono facilmente rimovibili, come qualche ottimista aveva sperato nell'euforia progressiva della società del benessere. Nella società italiana c'è uno zoccolo duro di comportamenti antichi che contempla anche il fatto che ci sono cose da uomini e cose da donne. Tra le cose da uomini vi è il gioco del calcio, versione moderna di antichi ludi guerrieri. Giovanni Bechelloni

Persone citate: Coppi, Eleonora Vallone, Giampaolo Ormezzano Trento, Maradona, Prosi, Raf Vallone

Luoghi citati: Argentina, Italia, Monaco, Napoli, Tele Montecarlo