L 'America ci ripensa
VAmerìe® ci ripensa VAmerìe® ci ripensa (Segue dalla 1* pagina) se ne sia reso conto oppure no. II 2 dicembre 1982, quando il chirurgo si affacciò alla porta dopo sei ore e mezzo d'operazione per il primo trapianto di cuore artificiale, sembrava l'inizio di una nuova grande speranza, in un Paese dove i trapianti umani sono stati più di 600 nel 1985 e più di mille malati sono in lista d'attesa per cercare in un nuovo impianto la soluzione ai loro deficit cardiaci, con 110 agenzie locali che si occupano di trovare gli organi. Oggi si è trasformato il clima scientifico, culturale, politico che circonda il mondo medico dei trapianti. -Dcvries continua a ripetere che lui è stanco di veder la gente morire e che bisogna fare qualcosa — dice il professor Bernstein —, ma le buone intenzioni non bastano: non si può continuare a confondere la ricerca con la terapia-. Gli stessi risultati sperimentali ottenuti da vicende come quella di Schroeder si potrebbero avere impiantando temporaneamente e non definitivamente il cuore artificiale-, sostiene il dottor Arthur Caplan, esperto all'Hastings Center di New York di problemi etici legati alla medicina. E' l'idea del cuore artificiale ridotto a «ponte» in attesa di un trapianto umano, sostenuta da un numero sempre più numeroso di esperti. in polemica più o meno aperta con l'insistenza di Devries. «Io dico che il programma di cuore artificiale non deve morire — spiega il dottor Michael De Bakey, pioniere della chirurgia cardiaca alla Bayer University di Houston —. Ma dico anclie che la pompa Jarvik-7 deve essere usata solo per il periodo di passaggio, fino a quando organi umuni non siano disponibili-. Gli avversari di Devries cominciano a chiedersi chi paga e qual è il rapporto tra il costo e i vantaggi della sperimentazione condotta all'Humana Hospital (il costo di un trapianto di cuore per il primo anno è comunemente stimato in circa 100 mila dollari) e ieri il direttore dell'Istituto nazionale per il cuore, il sangue e i polmoni sembra aver decretato la fine dell'avventura aperta nel 1982: -Questi anni ci devono far capire che non siamo pronti per espandere il programma del cuore artificiale-. Ma Denton Cooley, il grande chirurgo cardiaco, vede nel Jarvik-7 l'ultimo aiuto per malati in condizioni disperate, che chiedano di vivere ancora per qualche mese. E' la stessa cosa che William Schroeder. prima di andarsene, continuava a ripetere quando leggeva le polemiche sulla pompa meccanica che aveva dentro di sé: -Io so soltanto che senza questa macchina sarei morto da molto tempo-. £zi0 MaurQ
Persone citate: Arthur Caplan, Bernstein, Denton Cooley, Jarvik, Michael De Bakey, Schroeder, William Schroeder
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