«L'Onu è in crisi e spesso fa poco ma resta la via obbligata alla pace»

A colloquio con il nunzio apostolico monsignor Giovanni Cheli A colloquio con il nunzio apostolico monsignor Giovanni Cheli «L'Onu è in crisi e spesso fa poco ma resta la via obbligata alla pace» Da 13 anni ambasciatore del Papa presso le Nazioni Unite - «Il deterioramento sarà superato se saranno composti i dissensi fra i blocchi contrapposti» -1 punti di maggiore crisi: la corsa agli armamenti, i debiti del Terzo Mondo, il conflitto del Medio Oriente ANTAGNOD — Nunzio apostolico, osservatore della S. Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Giovanni Cheli. 67 anni, ha avuto con il cronista questo colloquio, di cui riportiamo i contenuti essenziali, durante una recente vacanza in Valle d'Aosta. Un mese fa Cheli aveva compiuto una breve sosta anche a Torino, per due motivi: il primo, che essendo lui torinese di origine, non disdegna ogni tanto di far visita alla sua città. L'altro, più attuale, è che l'ambasciatore del Papa in una delle più prestigiose sedi diplomatiche, già addetto alle nunziature apostoliche del Guatemala, di Spagna e d'Italia, commendatore della Repubblica Federale e d'Italia. dell'Ordine di Isabella la Cattolica, era stato insignito del premio -Incarichi pubblici di prestigio- dai -Piemontesi nel mondo-, il sodalizio che raccoglie i personaggi più illustri di origine piemontese sparsi nei cinque continenti. Il riconoscimento gli era stato consegnato durante una solenne riunione del Consiglio regionale, alla quale erano presenti altri -piemontesi eccellenti- come lui: il figlio dell'ex presidente della Repubblica Einaudi. Mario, docente all'Università di Itaca (New York), l'ex deputato al Parlamento francese. Jean Palmiero. il professor Mario Zallio. docente all'Università di Tokyo, l'avvocato Ugo Rossi, deputato al Parlamento ingles?. già ministro di Sua Maestà Britannica e Georges Puccinelll Converso, rettore magnifico dell'Università di Lima in Perù. Monsignor Cheli, lei è all'Onu da 13 anni, come osservatore, cioè ambasciatore della Santa Sede. Com'è cambiata la situazione delle Nazioni Unite in tutti questi anni? -Purtroppo è cambiata e non in meglio: il mondo è molto più diviso di quanto non fosse nel 73. quando giunsi a New York. 1 problemi esistenti tra Occidente ed Est europeo, tra Nord e Sud. si ripercuotono pesantemente sull'istituzione-. La quale, pertanto, è in crisi». -Crisi non solo economica, ma soprattutto politica. Per ine l'Onu è "uno specchio" nel quale si riflette in piccolo quel die avviene nella società internazionale: se nel mondo c'è distensione, c'è distensione anche lì. Se c'è tensione, c'è andie alle Nazioni Unite, che di conseguenza combinano poco. Anche il Consiglio di Sicurezza, purtroppo, non lavora come dovrebbe: il Segretario generale ha puntualizzato di recente i motivi di questa disfunzione-. Si riferisce al diritto di veto esercitato dalle grandi potenze? -Non solo a quello. Se una risoluzione passa sia pure con i due terzi dei voti, essa dovrebbe obbligare tutti, anche chi non l'ha approvata. Ma, in pratica, non è così-. Che fare, quindi? -Il deterioramento verrà superato se saranno composti- i dissensi tra ì grandi blocchi contrapposti. Facciamo l'ipotesi die tra Stati Uniti e Urss no fra i luoghi più sorp Monsignor Cheli, «ambasciavengano raggiunti nuovi accordi in materia di disarmo. Ciò si ripercuoterà immediatamente in modo positivo su tutta l'attività dell'Onu: se invece, gli sforzi per fermare la corsa agli armamenti fallissero, si inaspriranno le tensioni e le Nazioni Unite segneranno di nuovo il passo-. Non esiste una via non utopica per portare l'Ente ad una condizione di maggiore sovrannazionalità? -Come dice la parola, le Nazioni Unite sono una unione di Stati, non un organismo die sta "al di fuori e al di sopra": lo stesso Segretario Generale è solo l'esecutore delle decisioni dell'Assemblea, organo sovrano, formato dai plenipotenziari dei vari Paesi. Il far andare avanti bene o male l'Onu, dipende essenzialmente (purtroppo) dal comportamento degli Stati membri». Se fosse lei il Segretario, quali provvedimenti prenderebbe per migliorare la situazione internazionale? -Francamente farei né più né meno quello die sta facendo l'attuale Segretario. Richiamerei seriamente gli Stati membri, quelli die lianno cioè sottoscritto la Carta dell'Onu. all'osservanza delle loro promesse. Se le cose vanno male — direi — è perché Voi Stati non osservate i principi die pure avete solennemente sottoscritto-. E tra le cose «che vanno male», quale la preoccupa maggiormente? -Non è ovviamente un pro- rendenti del mondo iatore volante» del Vaticano o. u e e d e e o oee ri i. o al ti o, eaù niao le né i no a o- i . o , a a X i , l blema solo: mi angustia la mancanza di accordi internazionali capaci di frenare la corsa agli armamenti, la situazione debitoria dei Paesi del Terzo Mondo, con relative code di povertà, fame e sottosviluppo. Mi preoccupa soprattutto la cronicità di conflitti estremamente pericolosi come quello nel Medio Oriente-. Parliamo di atomo. In seguito ai fatti di Cernobil, anche alle Nazioni Unite è tornato d'attualità il problema del suo uso pacifico e non? -Direi die la catastrofe non ha aggiunto nulla a quanto già si sapeva sui pericoli e sul benefici dell'energia atomica. Penso che tutti siano convinti die un conflitto nucleare non può essere vinto da riessuno. Il deterrente reeijiroco esercitato finora dai due maggiori arsenali atomici ha servito, bene o male, ad evitare 'ina terza guerra mondiale: un'affermazione che può non piacere, ma assolutamente realistica. Probabilmente se il mondo fosse armato solo di armi convenzionali, il più forte avrebbe già preso l'iniziativa. Quanto all'abolizione dell'energia atomica, mi pare un'ipotesi irreale: esiste e non si può disinventarla. Bisogna imparare a conviverci. Si può piuttosto incrementare lo sforzo per giungere alla produzione e all'utilizzo dell'energia atomica "pulita" attraverso quel processo di fusione die per ora avviene solo nei laboratori e... nel sole-. In che modo si colloca l'azione diplomatica della Santa Sede in un consesso cosi autorevole e tanto travagliato come l'Onu? -La Santa Sede si pone innanzitutto al di sopra degli interessi di parte, cooperando con tutti i Paesi del mondo, senza prestarsi a maneggi politici, frequenti purtroppo anche alle Nazioni Unite. Ecco perché noi abbiamo preferito mantenere la condizione di osservatori die ci esime dal voto. Per il resto, grazie alla sua personalità giuridica internazionale, la S. Sede, attraverso la sua rappresentanza alle Nazioni Unite, fa quel che fanno gli Stati membri: partecipa alle sedute, studia i documenti, prende la parola ogni volta che lo ritiene necessario per far conoscere il suo pensiero, senza mai entrare nelle alchimie politiche-. In quale occasione e su quali temi la Santa Sede ha preso la parola ultimamente? -Durante l'Assemblea generale abbiamo compiuto una decina di interventi importanti: sul disarmo, la gioventù, lo spazio, l'università della pace, sui diritti dell'uomo e sullo sviluppo, ecc.. tutti temi cioè die hanno aspetti di carattere morale. Anche il Segretario di Stato. Casaroli. in occasione del 40' anniversario delle N.U. lo scorso ottobre, ha letto all'assemblea generale un importante messaggio del Pajm. e qualche giorno dopo, in un discorso pronunziato nella cattedrale di S. Patrizio, a New York, ha trattato dell'importanza dell'Onu come elemento essenziale per la pace e dei gravi problemi dell'ora attuale-. Malgrado la crisi e le disfunzioni l'Onu è quindi da salvare? -Si rilegga, a questo projiosito. i messaggi di Paolo VI nell'ottobre del '64 e quello di Giovanni Paolo II. 15 anni dopo, in cui le Nazioni Unite vengono definite come "via obbligata alla pace". Malgrado i suoi limiti. l'Onu è necessaria e lo sarà sempre di più perché il mondo sta diventando sempre più interdipendente ed i problemi più che mai globali. Bisogna rafforzarla, a dispetto dei blocchi e delle tensioni tra i governi-. Massimo Boccaletti