Nella Langa di Fenoglio è arrivato Guglielmo Teli

A Castino e Cortemilia un'«invasione» di turisti elvetici A Castino e Cortemilia un'«invasione» di turisti elvetici Nella Langa di Fenoglio è arrivato Guglielmo Teli Acquistano le veccspecializzate - Già DAL NOSTRO INVIATO CASTINO (Cuneo) — Samuel Grunig ha otto anni e mezzo, occhi azzurri e capelli biondi, come i bambini svizzeri delle cartoline. E biondi •sono anche i suoi fratelli: Jakob, 7 anni, e Josef, il più piccolo, cinque anni compiuti da poco. Una domenica della primavera scorsa, pur se di fede protestante, sono saliti nella chiesa di Castino con un mazzo di fiori per i loro compagni di scuola che facevano la prima comunione. Siamo nell'Alta Langa, a cavallo tra Bormida e Belbo, dove il vento di marin ricorda la vicinanza con la Liguria. Castino (poco più di 400 abitanti, quasi tutti contadini) è su una collina, a 540 metri. In una sua cascina, .11 Pavaglione». Beppe Fenoglio ambientò la 'Malora». Adesso, questa parte delle Langhe è stata scoperta dagli svizzeri che comprano i ciabot (i casolari abbandonati) e li restaurano, trasformano un vecchio abbeveratoio di pietra in un lavandino, la stalla in una cucina moderna. Come Hermann Grunig, il papà di Samuel, Jakob e Josef. Faceva il maestro elementare a Berna, due anni fa ha acquistato una vecchia cascina e oggi è un agricoltore. Nella sua cantina produce un -dolcetto» vermiglio: seduto nell'aia che guarda la Valle Bormida, accarezza il bicchiere e dice: «Ho imparato tutto dai contadini qui intorno. Volevo cambiare esistema per essere libero. La vita dei campi è dura, rende poco, ma io non mi arrendo-. Hermann è un po' il simbolo di questa calata elvetica nelle Langhe, ma è il solo che ha deciso di raggiungere una simbiosi completa con questa terra: il lavoro contadino, la vita uguale a quella dei langhetti. Il grosso degli arrivi, però, ha i contorni del turismo, della voglia di riposo e di tranquillità. A Castino sono già sei famiglie, ma in tutto raggiungono le 35: a Cortemilia, Gorrino, Pezzolo. Torre Bormida, Perletto e Castelletto tizzone. Intanto, le richieste d'informazioni arrivate dalla Svizzera sono ormai più di 300. Sotto i vecchi portici di Cortemilia, le vetrine di un'agenzia immobiliare incuriosiscono, tape zzate di scritte in tedesco. Propongono case riattate e cascinali ancora diroccati, «ma da trasformare in residenza'. E' la «Fiduciaria Immobiliare Langhe», sorta 5 anni fa alle prime avvisagliexdella nuova «moda Albina Vassallo, titolare insieme a Luigi Brusco, raccon ta la storia delle «Langhe elvetiche». • Cominciò tutto per caso. Passò uno svissero che tornava dal mare in Liguria Chiese quanto costava acquistare una cascina e la comprò...». Le tappe successive sono all'insegna della «managerialità». Pubblicità sui giornali svizzeri e nelle tre televisioni elvetiche, viaggi a Berna e negli altri Cantoni per capire le esigenze e i gusti del possibile «mercato Continua Albina Vassallo: «/ pressi? Per il rustico si parte da un presso di 15 milioni, con spasio per 4 camere». La «Fiduciaria» fornisce anche preventivi — «sempre prima della vendita- — per la ristrutturazione. Il ciabot si trasforma cosi in una «villa chiavi in mano... i loro vecchi nomi dialettali rivivono con intonazione tedesca: «Cia- sCacgsmgccDccèriMdd«Dqsclc•sIs1ca hie cascine e le resta 35 famiglie insediate pin», «Aficwsta», • Carantin». Daria Ruedi, per anni illustrai rice di libri a Deavos, nel Cantone dei Grigioni, oggi abita tutto l'anno a Castino, con il marito Beat, un ingegnere in pensione. La loro cascina ha mantenuto le promesse della «Fiduciaria Langhe». Una villa con tutti 1 confort, dove antico e nuovo convivono senza forzature. Daria Ruedi, sulla porta di casa, indica un bastione in cemento armato e dice: «Non è bello, perché rovina il panorama. Avremmo voluto farlo in pietra, ma non si poteva. Ma l'edera lo coprirà». Il marin muove le foglie delle acacie e tempera il caldo del sole che batte sulle «terrazze» di prati e vigne. Daria mostra un dépliant, è quello che la «Fiduciaria» spedisce in Svizzera a chi lo chiede. In tedesco, assicura al lettore che l'Alta Langa «é vicina alla Costa Azzurra». •Era l'unica indicazione possibile — commenta Daria —. In Svissera nessuno ha mai sentito parlare delle Langhe. 10 e mio marito avevamo chiesto informazioni ad un amico che lavora all'istituto geografico di Berna. Deve essere un bel posto — rispose — perché non lo trovo». Un «buco bianco» nelle carte d'Europa che Daria e suo marito ora hanno riempito di soddisfazione e felicità. «Ci ha spinti qui soprattutto la voglia di vivere meglio. Da noi la gente non si parla, pensa solo a fare soldi e lavorare, ha sempre paura di perdere qualcosa. In sette anni, a Deavos, avevamo conosciuto due famiglie. A Castino siamo amici di tutti». In un angolo, 11 sindaco di Castino, Giovanni Brusco, annuisce: •Problemi non ce ne sono. Gli svizze' ri che sono arrivati qui avevano lo spirito giusto per la Langa». Cerchiamo di capire ancora questa scelta, e torniamo da Hermann Grunig, l'uomo che adesso ha le mani callose e la barba imbiondita dal sole. Accarezza un sogno: -Poter urano - Sono nate e almeno 300 richi vendere il mio vino in Svizzera, perché in Italia lo pagano troppo pocoo». Parla anche lui di gente che gli piace: • Quando sono arrivato, tutti mi hanno dato il benvenuto». Aspetta la moglie, ricercatrice di geologia all'Università di Berna e non nasconde un timore: •Che noi svizseri diventiamo troppi e che si rompa l'incanto. La gente, all'improvviso, potrebbe non volerci più». Hermann, perché lasciare la Svizzera, la patria dei treni sempre in orario e degli ospedali puliti? «Treni ed ospedali ci sono anche qui. E poi a me non interessa come funziona la vita: gli ospedali, i treni... Interessa come si vive, come si realizzano le proprie idee». Ettore Beffano società immobiliari hieste dalla Svizzera pir ALBA per S'AVONA