Amnistia, primo scontro
Questa sera la nomina dei sottosegretari, domani Craxi al Senato Questa sera la nomina dei sottosegretari, domani Craxi al Senato Amnistia, primo scontro Da oggi banco di prova per la maggioranza: si deve decidere se verrà varata subito o a Natale - I liberali ribadiscono il «no» - Il provvedimento slitta forse in autunno ROMA — «Il pentapartito è già in crisi in Sicilia, dodici ore dopo la sua nascita. A Roma, le polemiche, languenti da giorni, riprendono fra esponenti dei due maggiori partiti della coalizione-. Non si tratta di allarmismo che sale dalle opposizioni, queste sono testuali parole dell'autorevole repubblicano Oddo Biasini, alla vigilia della prima riunione del nuovo governo Craxi, e rappresentano «sintomi allarmanti-. Questa sera verranno nominati i sessanta sottosegretari, domani si riunirà il Senato per il dibattito sulla fiducia, giovedì e venerdì toccherà a Montecitorio. Insomma, la crisi non si è ancora conclusa ufficialmente e già il pentapartito rischia di tornare alle usuali guerre intestine. Ce la faranno gli alleati a resistere insieme fino al fatidico marzo, e poi procedere, col cambio a Palazzo Chigi, per tutto il resto della legisla¬ tura? Il primo e più serio banco di prova per la maggioranza è proprio oggi. Ma non riguarda il Consiglio dei ministri e la scelta dei sottosegretari: si, ci sarà la solita bagarre sino a due minuti prima della riunione, qualche valvassore resterà bruciato sul filo del traguardo, ma non è questo valzer che può incrinare i rapporti tra i cinque, e alla fine vecchi e nuovi sottosegretari giureranno sorridenti nelle mani del presidente, del Consiglio. Cosi anche è scontato il calendario parlamentare per la fiducia: si vota a scrutinio palese, e tanto i senatori quanto i deputati faranno diligentemente il loro dovere, prima di partire per le agognate vacanze. Ma oggi pomeriggio a Palazzo Madama si riunisce la conferenza dei capigruppo per decidere il da farsi a proposito dell'amnistia. E la maggioranza si presenta a questo appuntamento tut- t'altro che unita e concorde. Si tratta di stabilire se varare l'attesa amnistia subito o per Natale; se va bene il testo preparato dal precedente governo Craxi o se renderlo più rigido, o addirittura se estendere l'amnistia anche ad altri reati, come ad esempio quelli che hanno a che fare col furto di Stato. Alla riunione convocata da Fanfara, ad ogni buon conto, partecipano anche il neoministro della Giustizia Rognoni e il suo collega per i rapporti col Parlamento Mamml, oltre al presidente della commissione Giustizia del Senato Vassalli; e il da farsi, precisa una nota della presidenza di Palazzo Madama, deve essere deciso «alla luce della prassi vigente, dei precedenti in materia e delle pubbliche discussioni in corso-. Discussioni che sono particolarmente vivaci, anche se Mammi assicura che l'amnistia potrebbe essere operati¬ va in due giorni, se tutti i gruppi trovano l'accordo. Rognoni, che da deputato si era detto contrario all'amnistia, giustamente ora assicura che si farà portavoce della posizione collegiale del governo. Ma già nei giorni scorsi i repubblicani avevano polemizzato con Andreotti. giudicando molto «sospetta» la sua sollecitazione affinché venisse affrontato e risolto questo problema. Ora anche i liberali tornano alla carica, e, «di fronte a precipitose decisioni e a tardive perplessità-, per voce di Battistuzzi «riaffermano la loro contrarietà di principio e di merito sul provvedimento di amnistia-. Adesso o in autunno, i parlamentari del pli voteranno contro, perché • ben altri problemi attinenti le disfunzioni della giustizia e la situazione carceraria, i.ie- Gianni Pennacchi (Segue a pag. 2-8* col.)
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