CE POSTO PER MOSCA NELLO SCUDO SPAZIALE di Ennio Caretto

La sorprendente offerta di Reagan nella lettera a Gorbaciov La sorprendente offerta di Reagan nella lettera a Gorbaciov CE' POSTO PER MOSCA NELLO SCUDO SPAZIALE La «Washington Post» ha rivelato i particolari della missiva inviata al Cremlino - Grandi aperture del presidente americano - «Adesso si comprende perché era ottimista su un accordo con i russi» WASHINGTON — La «Washington Post- ha ieri svelato i particolari della lettera di Reagan a Gorbaciov — due pagine e mezzo — ed essi spiegano la fiducia del Presidente che gli Stati Uniti e l'Urss possano raggiungere «un grande compromesso- sul disarmo prima della fine del suo mandato. L'autorevole quotidiano ha infatti confermato che Reagan si è offerto di ritardare di cinque anni, fino al 1991, l'inizio del dispiegamento dello scudo spaziale. Ma ha aggiunto che il Presidente ha altresì proposto al leader del Cremlino di negoziare nei due anni successivi la partecipazione sovietica «ai benefici del nuovo sistema di difesa-, come aveva già prospettato tre volte, nell'83. '84 e ne!l'85. Reagan infine ha precisato che se i negoziati fallissero, ciascuna delle superpotenze avrebbe il diritto di dispiegare lo scudo spaziale per conto proprio — anche l'Urss ne sta sperimentando uno — dietro preavviso di sei mesi. Secondo la « Washington Post- è su questa ipotesi di compartecipazione alle cosiddette guerre stellari che il Capo di Stato Usa basa la propria speranza di un accordo globale sul disarmo con l'Urss. Compartecipazione, ha sottolineato il quotidiano, significa limitazione di condizionamento delle armi e delle tecnologie dello Sdi. o Iniziativa Strategica di Difesa, cose a cui Reagan si era sempre opposto e su cui Gorbaciov aveva sempre insistito invano. La decisione del Presidente è stata cosi controversa, ha scritto la « Washington Post-, che egli ha dovuto prenderla contro la volontà di quasi tutu 1 suoi collaboratori; e ne che l'Abm non metta al bando il tipo di collaudo ritenuto necessario per lo sviluppo delle guerre stellari, e quindi anche il collaudo orbitale. Nelle consultazioni del mese passato con gli alleati europei, comunque, l'ambasciatore Nitze ha affermato che il Presidente «manterrà un'interpretazione restrittiva- del trattato Abm contro i sistemi antimissilistici per andare incontro alle istanze di Gorbaciov. L'obiettivo di fondo del Capo di Stato Usa, ha posto in evidenza la «Washington Post-, è sostituire all'attuale deterrente, fondato solo sulle armi offensive, un deterrente poggiante anche su quello difensivo «per creare una struttura mondiale di sicurezza e di pace-. A mano a mano che le seconde «armi» vengono dispiegate, le prime devono perciò essere ridotte. «Nella sua lettera — ha riferito il giornale — Reagan ha insistito per un taglio del 50 per cento delle armi strategiche, sia pure a gradi-. Alla Casa Bianca, la proposta è stata chiamata - la stangata- perché priverebbe le superpotenze di parte dei loro missili più potenti: per esempio, per quanto riguarda ■'Urss, impedirebbe l'installazione del nuovo supermissUe mobile SS-24 a dieci testate autonome. La .Washington Post- non ha precisato da quali percentuali nei tagli partirebbe il presidente Reagan. Stando al quotidiano, inizialmente Reagan aveva suggerito che anche l'Inghilterra e la Francia dimezzassero i loro arsenali nucleari. Vi ha rinunciato in seguito a un'aspra protesta della signora Thatcher. Per quanto riguarda il disarmo in Europa, il presidente Reagan ha finito cosi per concentrarsi sulla riduzione delle armi di teatro, anche qui con notevoli aperture a Gorbaciov. Il giornale sostiene che «Reagan è pronto a offrire il ritiro di una parte dei Pershing 2 dispiegati in Germania nella prima fase di questa riduzione, purché i sovietici contraccambino con un ritiro più ampio dei loro SS-20-. Una grossa concessione di principio, Reagan l'avrebbe fatta sugli esperimenti atomici. Gli Stati Uniti, avrebbe scritto il Presidente a Gorbaciov, si impegnano alla loro messa al bando totale a lunga scadenza: a questo scopo, misure intermediarie verrebbero prese a partire dalla ratifica del trattato del 1974 che limita a 150 chilotoni le esplosioni sotterranee (il trattato, firmato dai governi, non è stato mai ratificato dai Parlamenti). «Reagan ha anche proposto riduzioni delle forze convenzionali dei due blocchi in Europa- ha concluso la «Washington Post-, «l'eliminazione delle armi chimiche e controlli più rìgidi contro la proliferazione nucleare-. ..Ha inoltre proposto- ha messo in evidenza il giornale «una collaborazióne russo-americana nell'esplorazione spaziale e cosi segreta che il documento è stato stilato da un gruppo ristretto, composto da egli stesso, dal segretario di Stato Shultz, dal ministro della Difesa Weinberger, dal direttore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca Poindexter e dal capo di Gabinetto Regan. Nel quinquennio del suo sviluppo, gli Stati Uniti condurranno sullo scudo spaziale, sarebbe scritto nella lettera, «tutti gli esperimenti e le ricerche consentiti dal trattato Abm- contro i sistemi antimissilistici che era stato firmato nel 1972. Questo è un punto controverso: Gorbaciov, che ha proposto una proroga dell'Abm di 15-20 anni, ritiene che il trattato restringa il tipo di ricerche consentite, e proibisca addirittura gli esperimenti al di fuori dei laboratori, e soprattutto nello spazio; Reagan al contrario è dell'opinio- nella sicurezza degli impianti nucleari, sulla scia del disastro di Cernobil-. Che cosa si nasconde dietro queste mosse cruciali del Capo di Stato Usa? Da un lato, fa notare la «Washington Post-, il suo desiderio di lasciare una testimonianza storica di un operato fertile per la distensione; dall'altro la consapevolezza che il dispiegamento dello Sdi sarà più lungo e difficile, a parere degli esperti dieci-dodici anni. La verifica della fattibilità del «grande compromesso. reaganiano sarà assai rapida: a parere della «Washington Post- la partita verrà giocata il prossimo settembre, nei giorni cruciali tra il 18 e il 20, quando a Washin gton si incontreranno Shultz e Shevardnadze, e quando a Ginevra riprenderanno i negoziati sul disarmo. Ennio Caretto