Trionfo nella maratona: come corre l'Italia di Giorgio Barberis

Trionfo nella maratona: come corre l'Italia ATLETICA Dopo le medaglie dei giorni scorsi, Bordin e Pizzolato 1° e 2° sui 42 km agli Europei Trionfo nella maratona: come corre l'Italia Il britannico Steve Jones, che aveva fatto il vuoto all'inizio, superato dopo un'ora e tre quarti dalla coppia azzurra che si è giocata l'oro in volata - Il peso della rincorsa sempre sulle spalle di Pizzolato - Due primati mondiali (Syedikh nel martello, la Stepanova nei 400 hs, entrambi sovietici) e uno europeo (Caristan, francese, nei 110 hs) - Oggi la conclusione delle gare di Stoccarda DAL NOSTRO INVIATO STOCCARDA — L'Italia sì scopre Paese di grandi corridori. Chi è attento alle vicende dell'atletica probabilmente se n'era già accorto da tempo, gli altri lo hanno capito grazie a questa edizione dei campionati europei che, dopo averci regalato tre uomini sul podio dei 10.000 e Fanetta secondo sulle siepi, oltre alla Fogli maratoneta, ieri ha visto il trionfo di Gelindo Bordin vincitore davanti a Orlando Pizzolato in una maratona tutta Italiana. In passato un'impresa del genere, nell'assise continentale, era riuscita solo ai finlandesi (con Hietanen e Muinonen nel 1946) ed ai sovietici due volte (con Popov e Filin nel 1958 e Moseyev e Penzin nel 1978) ed il fatto che a compierla questa volta siano stati due azzurri, cogliendo un risultato che va oltre ogni speranza e previsione, fa quasi dimenticare una giornata eccezionale con due record mondiali migliorati (dai sovietici Syedikh nel martello e Stepanova sui 400 ostacoli femminili) ed uno europeo (dal francese Caristan sui 110 ostacoli). Bordin e Pizzolato dunque. Anche se sarebbe più giusto citarli nell'ordine inverso visto che è stato il due volte trionfatore di New York a impostare la gara per sé e per il compagno, che lo aveva scelto come riferimento ben conoscendone la regolarità e la lucidità nel condurre la corsa. E difatti Pizzolato non si è fatto irretire dalla tattica suicida dell'Inglese Steve Jones, partito a razzo, che dopo 25 chilometri ha Incominciato a battere colpi a vuoto, scivolando via via verso l'anonimato di un ventesimo posto finale che, comunque, testimonia la sua interpretazione generosa della gara più massacrante. Pizzolato ha capito qual era il momento per il contrattacco, per andare cioè a riprendere 11 battistrada Jones, poi ha «salvato» Bordin dopo 11 trentunesimo chilometro quando questi ha avuto un momento di crisi, ancora è stato l'artefice dell'allungo decisivo con il quale i due azzurri si sono scrollati dalla scia gli ultimi rivali, i tedeschi Steffny e Salzmann. «Per questo — sostiene Orlando — sono abbastanza arrabbiato. Volevo vincere, perché sarebbe stato impor¬ tante. Che fosse gara, che ciascuno si sarebbe giocato le proprie chances l'ho capito circa a 5 chilometri dal traguardo, quando Gelindo nonostante glielo avessi chiesto non lia voluto andare avanti. Lo ha fatto all'ultimo chilometro, perché ormai avevamo rallentato. Ho provato a lanciare la volata, ma lui è più forte muscolarmente di me, soprattutto grazie ai molti cross che ha sempre corso*. • Io speravo in una medaglia — confessa Bordin, che correva ieri la sua quinta maratona — nella mia storia atletica ci sono tante sconfitte in volata, finalmente mi son preso una rivincita*. Prende fiato, poi prosegue: • Certo lo so che la corsa l'ha fatta Pizzolato. Però a vincere sono stato io, ed è solo questo quello che in questo mo¬ mento conta per me. In effetti ho perfino bluffato stando dietro ad Orlando, ma era l'unico modo per cercare di arrivare lontano. Questo successo è splendido, la maratona è una bellissima gara ma il mio sogno, credetemi, rimane quello di un posto fra i primi dieci al cross delle Nazioni*. Ad un medagliere che, di giorno in giorno, va sempre più arricchendosi (ed oggi con i 5000 speriamo di continuare), si aggiungono anche gli exploit individuali di chi, come Maria Curatolo, non è certo venuta a Stoccarda con ambizioni di successo: la ventitreenne piccola torinese (è alta appena 1,47) ha Infatti migliorato di circa 36" il record italiano dei 10.000 nella gara dominata dalla norvegese Kristiansen, per la quale il pubblico ha riproposto la •ola» messicana, cioè l'onda alzandosi e sedendosi ai suoi vari passaggi. La giornata si era aperta, però, con gli exploit dei sovietici finalmente degni della loro fama dopo giorni di relativo anonimato. In assoluto Syedikh ha effettuato la più grande serie mai vista nel lancio del martello con una punta a 86,74 che migliora di 8 centimetri il suo record mondiale. Nei sei lanci ha ottenuto un'Incredibile media di 85,78 che, ce ne fosse bisogno, rende ancor più grande la sua impresa. Poi Marina Stepanova per infrangere la dittatura di Sabine Bush sulle barriere basse dei 400 ha fatto che Imporre un ritmo con il quale ha migliorato di 23 centesimi il limite mondiale della rivale, dandole cosi un doppio dispiacere. Insomma grande rivincita per i sovietici, ai quali non è riuscito comunque di impedire al bulgaro Markov di vincere il salto triplo con un ragguardevole 17,66. Poi gli ostacoli alti maschili per ridare il sorriso ai francesi travolti dal peso delle medaglie azzurre: e Caristan ha centrato anche il nuovo primato europeo dandogli con 13"20 una dimensione sempre più americana. Giorgio Barberis Stoccarda. Bordin (a sinistra) e Pizzolato si abbracciano dopo 42 km e 195 metri percorsi insieme

Luoghi citati: Italia, New York, Stoccarda