Vinazzani non sa come evitare l' ira dei tifosi di Claudio Giacchino
Vinazzani non sa come evitare Tira dei tifosi Piccoli drammi dei protagonisti dello scandalo Vinazzani non sa come evitare Tira dei tifosi ROMA — Quanti drammi, piccoli e grandi, dietro il calcioscandalo. Il peggiore di sicuro l'ha vissuto, e continua a viverlo, Claudio Vinazzani. Di colpo, dopo anni di applausi e di coccole da parte dei tifosi, l'ex mezzala della Lazio è diventato il *nemico* di mezza Roma. Quella appunto di fede biancazzurra. Perà, l'ex giocatore ha rischiato anche di diventare •nemico* della città in cui è nato: Carrara. Perché, nello scandalo era finita pure la Carrarese. Per la quale l'accusatore De Biase ha richiesto, sia nel giudizio di primo grado che in quello romano: ■Deve essere retrocessa in C2». Buon per Vinazzani che la Corte suprema ha mandato assolta la società toscana: almeno a Carrara il giocatore non dovrà nascondersi. Nell'imminenza del verdetto della Caf, il calciatore aveva confidato ad un cronista amico: .Cose da pazzi. Tutte le disgrazie della Lazio ricadono adesso sulle mie spalle, sto diventando il capro espiatorio. Non posso più farmi vedere in giro, se i tifosi mi beccano... Guai se i giudici dovessero precipitare in C2 la Carrarese: persino dalla mia città dovrei stare alla larga. Sarebbe un guaio enorme, non solo per me ma pure per la mia famiglia. Pensa, non so ancora dove iscrivere mio figlio a scuola, attendo il responso per decidere...». Ritenuto dalla giustizia sportiva uno stakanovista dell'illecito (condannato sia nel processo contro gli illeciti in B che in quello per le corruttele della C) Vinazzani dovrà scontare 5 anni di squalifica. Ha quindi finito di calcare i campi. Però, proprio lui che era nel sindacato dei giocatori, rischia di uscire per sempre dal mondo del pallone. Accadrà se la federazione farà propria la proposta della Caf: .Sia radiato-. Lo stesso spettro incombe sul capo di Tito Corsi, altro grande bastonato dello scandalo. L'ex ds dell'Udinese quasi certamente abbandonerà le trattative miliardarie del calciomercato per i commerci spiccioli dietro il banco di una farmacia. All'Hilton Corsi non è venuto, l'aveva già annunciato dopo il processo di Milano: •Che ci vado a fare? Se mi radiano metterò a frutto la laurea in farmacìa. Eppoi. dicono che studiare non serve». Al processo, invece, s'è presentato Renzo Ulivieri, l'ex allenatore del Cagliari. Potrà tornare su una panchina solo nell'agosto 1989. Confidava, dopo la prima udienza: -Temo che qua non ci sia nulla da fare, mi confermeranno la condanna di primo grado (n. d. r.: 3 anni). Pazienza, tornerò a fare ciò che facevo vent'anni fa, quando allenavo i dilettanti del S. Miniato. Cioè, riprenderò a insegnare educazione fisica nelle scuole-. Impresa non facile, oggi nelle scuole i posti sono tutti occupati: Ulivieri potrebbe doversi accontentare di supplenze. Amara fine per un idolo degli stadi. Da idolo a contadino, al paese natio nella campagna padana. E' il salto all'indietro compiuto da Maurizio Ronco: mediano del Palermo, ha dovuto lasciare il capoluogo siciliano dopo la confessione agli inquirenti dell'Ufficio inchieste che mise nei guai la società: -Tutta la squadra si riunì in assemblea per discutere se accettare o no la proposta del terzino della Triestina. Maurizio Braghin, di accordarci sul pareggio». Ronco, proprio a causa della sua sincerità, si prese del -pazzo» dal suo presidente. Se mai avesse l'idea di tornare a Palermo, dovrebbe, al pari di Vinazzani, stare alla larga dai tifosi. Come gli altri grandi puniti del Palermo: Valerio Majo, Marco Cedili e Antonio Guerini. Comunque, tutti i bastonati dalla giustizia sportiva, farebbero bene a non abbattersi troppo: le vie della resurrezione, nel football, sono infinite. Pensino ai personaggi puniti per le partite vendute e/o comprate nel 1980: tutti sono, chi più chi meno, tornati in auge. Addirittura, Albertosi è diventato un protagonista del processo televisivo al calcio. Claudio Giacchino Vinazzani alle prete con l'arbitro
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