Un travestito «for president»
Un travestito «f or president» A mezzanotte il primo film avventuroso, l'inglese «The American Way» di Phillips Un travestito «f or president» La politica come un rock per un gruppo di reduci dal Vietnam - L'attentato al Diana in «L'ultima mazurka» di Bettetini DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Stanotte a mezzanotte il primo film golosoavventuroso, inglese, intitolato The American Way (All'americana), diretto da Maurice Phillips, con Dennis Hopper e Michael J.Pollard. Comincia con la bandiera a stelle e strisce, con la chitarra di una di quelle impareggiabili canzoni country nasali e nostalgiche: ma è il rock a dominare nella colonna sonora bella. Comincia con un vecchio aereo da bombardamento chiamato Zio Sam, su cui un gruppo di piloti reduci dal Vietnam ha installato una stazione televisiva pirata patriottica, «rock in difesa della libertà-: nell'equipaggio ci sono il mutilato in carrozzella con l'ago della fleboclisi perennemente nel braccio, l'asiatico, il nero, il tecnologo pazzo e geniale, il Capitano Hopper, più il cocainomane cattolico con il cucchiaino per la polvere e la statuetta della Madonna, una croce fluorescente gialla al collo e cartine a stellestrisce per arrotolarsi gli spinelli. Impegnano una battaglia politica. «Il prossimo candidato alla Presidenza degli Stati Uniti sarà un avvoltoio, e una donna., programmano certi politicanti; e loro si battono contro la candidata, una bionda di mezza età ben truccata, mal vestita e fascistissima, rivelando alla fine quel che lo spettatore ha capito dalla prima immagine: il candidato Presidente americano è un travestito. Dall'attacco nemico li salva un intervento divino, e magari sarà Hopper il prossimo Presidente. Mirabolante, barocco, il film ha il solito difetto contemporaneo: una volta inventati situazione, ambiente e personaggi, gli autori fanno fatica a portarli avanti. - Gianfranco Bettetini, 52 anni, milanese, docente di teoria e tecnica delle comunicazioni di massa all'Università di Milano, regista di film televisivi e de Lo stregone di città, ha realizzato con i suoi ex allievi Farassino, Grasso e Sanguineti L'ultima mazurka, recitato da Erland Josephson e Senta Berger, ricostruendo un fatto storico: la bomba che scoppiò a Milano al Teatro Diana nel marzo 1921, durante una rappresentazione dell'operetta di Lehar Mazurka blu, provocando 18 morti e molti feriti. La fecero esplodere alcuni anarchici individualisti, per attentare alla vita del Questore che abitava nell'attiguo Hotel Diana, per attirare l'attenzione sullo sciopero della fame condotto in carcere dal loro leader Malatesta; ne approfittarono i fascisti, che l'anno seguente avrebbero partecipato alle elezioni politiche portando Mussolini in Parlamento, per strappare simbolicamente al Comune la gestione dei funerali delle vittime. «Una strategia della tensione., dice Bettetini. Ma lui è «sempre stato attento al legame tra teatro e vita, tra finzione e realtà.. j4Hora il senso del film di stile realista, in gran parte dedicato alla rappresentazione dell'operetta, aperto e chiuso dal funerale delle vittime visto alla maniera di Munch e di Ensor? «Sta nella fine di un'epoca: dal tempo dell'operetta l'Italia passava a quella specie di cabaret tragico che fu il fascismo» 1.1.
Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti, Venezia, Vietnam
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