Quando la giustizia si chiede se l'imputato è capace d'intendere di Marco Neirotti

ELh^PH jff^jSi B^PH], ^SB^^S^ *»S-,^£ B^^LB 9 B^ B B^^È-^BS Quando la giustizia si chiede se l'imputato è capace d'intendere ELh^PH jff^jSi B^PH], ^SB^^S^ *»S-,^£ B^^LB 9 B^ B B^^È-^BS Allo psichiatra spetta il compito di accertare l'infermità mentale o la pericolosità sociale dell'individuo - Colloqui, test, esami clinici - E la responsabilità da cui dipende il futuro di un uomo Otto omicidi confessati. Una personalità complessa, •labile'. Sul piano della ricostruzione sembrerebbe tutto finito, o quasi. Ma adesso comincia una delie fasi più importanti: in che misura quest'uomo cosi meticoloso e tranquillo nei racconti è capace d'intendere e volere, quindi è responsabile di ciò che ha fatto? Ed ecco che entra in campo la perizia psichiatrica; a questa si affida la prossima fase di tutto 11 procedimento. Come si svolge? Quanto pesa sulle decisioni del magistrato e sul futuro dell'imputato? • Esistono articoli del Codice penale che prendono in considerazione l'ipotesi che le capacità d'intendere e volere della persona siano abolite o scemate ampiamente a causa di infermità mentali' risponde Maria Bruna Fagiani, docente di psicologìa medica all'Università di Torino. E aggiunge: «/n questo caso, il magistrato si rivolge a un tecnico, al quale spetta il compito di accertare se l'infermità esiste'. Se il paziente è giudicato sano, risponderà pienamente dei suoi reati secondo la legge. Se la capacità è abolita, non ci può essere procedimento: non era responsabile di ciò che faceva. E al perito spetterà, allora, un'altra risposta. •Sì, quella sulla pericolosità sociale. Vale a dire che occorre valutare se l'esistenza della malattia può far sì che l'atto venga ripetuto. In questo caso, sinterviene con l'ospedale psichiatrico giudiziario'. C'è anche una terza possibilità. • E' la riduzione delle capacità, senza che siano abolite. In queste situazioni la parzialità del disturbo mentale inciderà, comunque, sulla sentenza; si combinano carcere e isriturl psichiatrici». Quale la prassi, quali gli strumenti e i passaggi? •Si tratta di una serie prolungata di colloqui, integrati da test mentali, di persona¬ lità, di livello intellettivo. Poi esami c/inici, elettroencefalogrammi, Toc, eccetera: Qualche esempio di test? • Quello di Rorshach: la persona vede una serie di macchie in bianco nero, scure o colorate. Deve interpretarle: quel che conta, è ovvio, non è ciò che vede, ma i parametri cui i tipi d'interpretazione corrispondono. Oppure il TA.T.: sono riportate figure decifrabili, ma non si capisce che cosa stiano facendo. C'è, per esempio, un bimbo con il viso appoggiato sulla mano e uno strumento musicale davanti. Che fa? Che succede lì? A questo deve rispondere il paziente'. E non deve raccontare il fatto per cui è imputato? « Una versione dei fatti può essere utile se ha voglia di darcela. Ma non è regola tassativa. In fondo, potrebbe anche raccontarla modificata, e noi non siamo li per giudicare se corrisponde al vero, ma per capire la psiche dell'individuo.. Leggendo i capi d'imputazione e i giornali, non c'è rischio di farsi condizionare, /d'essere portati ad Interpretare a priori elementi come, in questo caso, la madre, la matrigna, il collegio? •Assolutamente no. Perché noi non stiamo a stabilire le cause di una malattia, bensì la sua esistenza e le sue caratteristiche'. Ma elementi particolari potrebbero essere punti di partenza per stimolare reazioni. •Lo sono, ma questo non avviene a priori. Avviene naturalmente, nel corso dei colloqui, quando si fa raccontare tutta la sua storia. Una fase sempre presente durante la quale emergono le eventuali reazioni insolite'. Che si prova a sapere che dipende dal proprio lavóro, dalle proprie risposte il futuro di quella persona? • Quello che si prova devanti a un paziente che vuol essere curato da un medico. Tutti e due sono affidati alla tua coscienza, a correttezza, onestà e codice deontologico professionale: Servizi a cura di: Angelo Conti, Ezio Mascarino e Marco Neirotti.

Persone citate: Angelo Conti, Ezio Mascarino, Maria Bruna Fagiani