Verso l'autunno, con ottimismo di Bruno Gianotti

Verso l'autunno, con ottimismo Ripresa a pieno ritmo: tranquillità sindacale e trasformazioni Verso l'autunno, con ottimismo Ultima fra le grandi zone industriali, Torino riprende domani a n.eno ritmo: per 350 mila e la fine delle ferie d'agosto. Una settimana dopo le milanesi e le genovesi, 6 mila aziende riaprono i cancelli. Poche le eccezioni: la Olivetti chiude per consuetudine a luglio, mentre alcuni stabilimenti Fiat (Ferroviaria e Trattori), Comau, Marelli, Gft, Ceat cavi. Pirelli Martini e Rossi, Wabco, hanno articolato diversamente le vacanze. In totale, 400 mila presenti al lavoro, con pochissime defezioni, se sarà rispettata la tendenza degli ultimi anni: fra gli operai l'indice di assenza per malattia è calato drasticamente dall'11% del 1979 al 3% dell'85. Per la prima volta il rientro in fabbrica si svolge sotto il segno della tranquillità sindacale. Le segreterie regionalj, termomatr© • particolarmente senciblici "ilcvano eie gnali positivi. -In agosto non abbiamo avuto la solita affluenza di lavoratori preoccupati per il posto. Fino all'anno scorso erano decine. Quest'anno, neppure uno-, sottolinea alla Uil Corrado Ferro, sindacalista di lungo corso, mentre la Fiom-Cgil segnala un drastico calo delle vertenze «probabili code di precedenti fallimenti-. Più attento alle sensazioni che alle statistiche sulla disoccupazione •falsate da troppe iscrizioni anomale-. Ferro è convinto che l'86 sia l'anno della svolta: -La ripresa economica significa meno tensione, nuovi rapporti fra imprenditori e dipendenti. Ci sono le basi per risolvere il problema-cardine di Torino: il rientro dei cassaintegrati e la fine della disoccupazione mascherata Ma l'86 è stato anche l'anno dello straordinario: gli 8 sabati lavorativi alla Fiat sembrano aver chiuso un ciclo che ha cambiato profondamente l'industria e la città negli ultimi anni. L'Ires (Istituto ricertche economico-sociali ci'.-! Piemonte) ha calcolato che tra l'82 e l'85 l'area r.ietropolitana (città, prima e seconda cintura», ha perso 65 mila posti di lavoro in fabbrica- da 330 mila, è scesa a 265 mila, con un calo del 19,7%. Contemporaneamente sono salite alle stelle le domande df-iserìzfone "alia Camera di Commercio: .Un dato statisticamente difficile da calcolare, ma sicuramente in forte espansione da 4-5 anni', conferma il dott. Giuliano Venir dall'ufficio Studi dell'Ente camerale. Aumentano i commercianti al dettaglio, gli ambulanti e le imprese che forniscono servizi (pulizie, trasporti, fattorini, sorveglianza): • Piccolissimi imprenditori che lavorano sia per i privati che per gli enti pubblici'. Torino sta vivendo un periodo complesso, ma sempre più >leggibile». «Non è più una città di metalmeccanici, scopre l'individualità, si va allineando a Milanoi Sta cambiando profondamente e dovremo adeguarci anche noi del sindacato', dice Ferro. I segnali sono molti: oggi l'industria occupa soltanto 4 torinesi su 10, l'immigrazione e l'emigrazione stanno invertendo le tendenze. Per 10 anni la città ha perso abitanti perchè si sono ridotte le nascite, si sono bloccati i flussi in arrivo mentre molti sceglievano di tornare al Sud o andavano ad abitare nei centri della cintura. Ora gli ultimi dati dell'Ufficio statistica dicono che sono in atti¬ vo i saldi migratori dall'estero e dal Sud: da Sicilia, Puglia, Calabria, Campania in particolare. Qualche centinaio di persone, una percentuale piccolissima, ma potrebbe essere un altro sintomo di ripresa per la città che nell'81 ebbe un'emorragia di 30 mila abitanti e che nell'85 ne ha ceduti soltanto 14 mila. Potrebbe essere una coincidenza casuale, ma anche questo fenomeno si registra mentre le vicende valutarie legate a dollaro e petrolio fanno lievitare l'economia: • La discesa della valuta Usa può costare a Torino 200 miliardi l'anno in esportazione di beni di consumo, abbigliamento, calzature, mobili. Una cifra che si recupera ampiamente vendendo ad altri Paesi', spiega Venir. Quanto potrà durare? Le previsioni della Camera di Commercio sono • buone; ma Illimitate ai prossimi mesi.' Quelle del sindacato sono legate a precise condizioni: • Noi siamo un po' lo specchio della società — commenta Ferro •- e ci stiamo trasformando per seguirne l'evoluzione. Cambiamo pelle e diventiamo tecnici: non servono più gli slogan e le ideologie, se diminuiscono i lavoratori dipendenti e aumentano gli autonomi'. Cgil, Cisl e Uil l'hanno capito, si stanno attrezzando e sono già in competizione per accaparrarsi nuovi •clienti'. Bruno Gianotti Con il primo turno, alle 6, da domani si torna in fabbrica

Persone citate: Corrado Ferro, Giuliano Venir, Marelli, Rossi

Luoghi citati: Calabria, Campania, Piemonte, Puglia, Sicilia, Torino