Azioni al posto di Bot e di CCT di Renato Altissimo

Azioni al posto di Boi e di CCT Azioni al posto di Boi e di CCT Una proposta del pli per il debito pubblico ROMA — Azioni in cambio di Bot e CCT. Tra qualche anno i risparmiatori che hanno puntato sui titoli pubblici potrebbero trovarsi di fronte alla scelta: ritirare il capitale, avere in cambio un pacchetto di azioni di imprese statali che marciano con i bilanci in attivo. L'idea è venuta ai liberali ma da tempo gira. Il prof. Andreatta ne ha più volte ac cennato. i socialisti da alme no un anno hanno avviato il dibattito intorno alla questione di fondo: come rientrare dall'astronomico debito pubblico accumulato dall'Italia nell'arco degli ultimi venti anni. In meno di un lustro si arriverà al milione di miliardi. Una cifra che neppure l'introduzione della lira pesante, con la cancellazione di alcuni zeri, renderebbe meno drammatica. Dice il segretario del pli. Renato Altissimo: -Nelle prossime settimane sarà un argomento che porremo all'attenzione del governo. Se non avremo adeguate risposte, lo trasformeremo in uno dei nostri cavalli di battaglia in Parlamento-. L'argomento trova sensibili anche i sociali- sti e Franco Piro, uno degli uomini di punta della nuova generazione di deputati-tecnici, spiega: -Si tratta di non scaricare sulle generazioni future gli oneri cìie stanno contraendo, all'insegna dell'egoismo più spinto, le attuali-. Secondo i liberali (l'altra sera se ne è discusso a lungo nella direzione in Via Frattina) è giunto il momento di affrontare il rientro dall'enorme indebitamento. E si abbozzano le soluzioni da mettere al fuoco del dibattito politico. Le strade che si indicano sono sostanzialmente due: la prima, più lunga, quella di cedere ai privati il patrimonio demaniale che non serve più allo Stato (un'idea rilanciata anche dal ministro del Tesoro Goria); la seconda, di offrire ai sottoscrittori di Bot e CCT la possibilità di trasformare i loro titoli in azioni della Sip. dell'Enel o dell'Ina. L'idea piace ai socialisti, provoca scetticismo al Tesoro dove si sostiene che qualsiasi misura rivolta alla riduzione del debito pubblico va incoraggiata, ma si aggiunge che tra progettazione, discussione e attuazione trascorrerebbero molti anni quando probabilmente il problema non sarà più assillante come lo è oggi con lo Stato che pagherà, sono le previsioni per il 1987. più di 72.000 miliardi di interessi sulle cambiali che è costretto ad emettere per fronteggiare il dilagare delle spese. Secondo i socialisti il cambio in azioni potrebbe essere una delle misure, non la sola. Piro pensa soprattutto alla partecipazione dei cittadini ai fondi pensionistici integrativi. «/ risparmiatori che si rivolgono ai CCT — afferma — sono mossi dall'incertezza del futuro. Vogliono un rendimento certo, pensano alla vecchiaia con gli acciacchi. E il mercato azionario è sempre sottoposto al fattore rischio. Il progetto socialista è più ampio: l'esenzione fiscale va assicurata a chi investe in Bot'e ■CCT a lungo termine, 10 o 15 anni, lo stesso potrebbe valere per le azioni di lungo periodo, mentre andrebbero colpiti gli speculatori. Condizioni ancora più favorevoli andrebbero assicurate a coloro che optano per investimenti nella previdenza, sia essa gestita dall'Inps. dal Tesoro o direttamente dalle compagnie di assicurazione. Il ministro del Bilancio Romita ritiene che i tempi non siano ancora maturi. La cosa da fare, sostiene, è soprattutto rendere soddisfacente il rapporto tra deticit pubblico e prodotto interno lordo e cancellare la parte relativa alla spesa corrente: -Solo successivamente si potrà pensare alle forme di rientro del debito complessivo. La proposta dei liberali può essere una delle cose da studiare-. e. pa. Renato Altissimo

Persone citate: Andreatta, Franco Piro, Renato Altissimo

Luoghi citati: Italia, Roma