Sciopero della fame a San Vittore
Sciopero della fame a San Vittore Per sollecitare l'amnistia e migliorare le condizioni igieniche Sciopero della fame a San Vittore Molti detenuti portatori sani di Aids - La protesta è invece cessata nel carcere di Lodi DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Hanno iniziato a digiunare lunedi scorso 1 circa cento detenuti del carcere di Lodi, (che però ieri hanno cessato la protesta), poi l'agitazione si è estesa a Pisa e di qui a Milano, nel carcere di San Vittore: 1200 detenuti su 1400 rifiutano il vitto' passato dall'amministrazione, non acccedono al soprawitto (quello venduto negli spacci) e rispediscono i pacchi viveri che quotidianamente giungono in carcere. Le cause principali di questa protesta, sino ad oggi contenuta in modi civili, sono elencate In un documento di due cartelle Inviato nei giorni scorsi dai detenuti di San Vittore ad alcuni giornali milanesi e al ministero di Grazia e giustizia: 11 ritardo del provvedimento di aministla-indulto annunciato dal Governo tempo addietro e non ancora approvato (anche se proprio sul nostro giornale di ieri il ministro degli Interni Virginio Rognoni ha confermato che l'amnistia si farà), il varo della legge penitenziaria all'esame della commissione giustizia della Camera e infine le cattive condizioni lgienico-sanitarie dei nostri istituti di pena. Sull'affollamento delle carceri italiane sono stati scrìtti volumi: sotto questo aspetto la situazione a San Vittore, costruita per dare ricetto a 700/800 detenuti ed ospitandone attualmente 1400, è migliorata rispetto al passato quando si arrivò sino a 1900 ospiti, con tutti i problemi provocati dalla penuria di spazio. Allo sciopero della fame di 8an Vittore aderiscono compatte anche le donne, poco meno di centocinquanta, come pure i detenuti condannati a lunghe pene; ne sembrano esenti, per owil motivi, i circa 200 carcerati del centro clinico. Nel malcontento delle carceri per l'amnistia che non arriva e per le riforme arenate in Parlamento si inseriscono poi situazioni oggettive come quella di San Vittore, considerato uno dei carceri più politicizzati d'Italia: nel secondo raggio del carcere milanese vi sono circa 450 detenuti tossicodipendenti, praticamente un terzo di tutti i reclusi. Tra questi i portatori sani di Aids sarebbero numerosi: il 90 per cento, dice un documento fatto uscire dal carcere, molti di meno, fanno capire i responsabili dell'Amministrazione carceraria. Alcuni di questi detenuti avrebbero contratto il virus prima di entrare in carcere, altri ne sarebbero stati contagiati successivamente all'interno dell'istituto di pena per l'uso di siringhe infette. I detenuti si lamentano per le strutture sanitarie, che non consentono adeguati controlli: a disposizione dei 450 tossicodipendenti, riporta la lettera, vi sarebbe un solo medico e un assistente per brevi periodi. Si tratta di vedere ora se la protesta, sino ad oggi limitata, si estenderà anche ad altre zone del Paese. Da .Radio Carcere», 11 sistema di comunicazione che vige tra i detenuti italiani, si apprende che i primi segni di adesione all'iniziativa si sono già avuti a Roma e a Palermo. A Lodi invece, come abbiamo detto, la protesta è cessata. L'ultimo sciopero della fame verificatosi a San Vittore risale al 1984. ma in quell'occasione 11 comportamento dei detenuti fu molto meno rigido di quello attuale.
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