E' morto Urho kekkonen

E' morto Urho ICekkoraen E' morto Urho ICekkoraen (Segue dalla 1* pagina) nemici, «di non aver mai incontrato lo scemo del villaggio». Fu insomma il paladino irruente, ma sincero, delle trattative a viso aperto, anche a costo dell'impopolarità come quando nel 1943, mentre tuonavano ancora i cannoni russi nella Carelia occupata, osò parlare per primo di pace dicendo che sarebbe stato meglio convivere da amici con l'Urta piuttosto che scannarsi in una guerra impari. O come quando si precipitava infuriato a Mosca per ribadire che la .fìnlandlzzazione. non sarebbe mai passata, che le minacce sovietiche non lo impaurivano, che •nessun soldato distruggerà i nostri laghi, le nostre renne, i nostri boschi di betulle». Era nato il 3 settembre 1900 nel villaggio di Pielaresi. Di famiglia povera, Kekkonen andò a studiare nella capitale, però ai libri preferiva, e di molto, lo sport. Diventò campione finlandese di salto in alto (1,85 nel 1924), gareggiava sul 100, 200, 400 e 1500 metri, saltava in lungo e nel triplo, lanciava il giavellotto, ottenne anche ottimi risultati nello sci di fondo. Poi, la scoperta della grande passione, la politica, nelle file del partito agrario. Fu eletto a sorpresa Capo dello Stato, con un solo voto di maggioranza, ma i finlandesi scoprirono presto di aver trovato il padre ed il salvatore della patria. Ukk, cosi lo chiamavano i concittadini, onesto fino all'osso (si autolimitava lo stipendio durante le malattie), era soprattutto incrollabile nelle sue convinzioni e la più radicata fu l'interpretazione dello status quo nell'Europa settentrionale: essere cioè il garante dell'amicizia con i sovietici, aiutato in ciò dai rapporti personali istaurati via via con Stalin, Kruscev, Breznev e Kossighin, ed allo stesso tempo il difensore dei legami tradizionali fra Helsinki ed il mondo libero. Spiegava che la Finlandia è •il classico vaso di coccio tra 1 due blocchi, guai dunque metterne a nudo la fragilità». Lo aiutò di certo il carisma, la calda umanità, la stessa asperità implacabile del carattere. Una volta ad alcuni ministri riottosi impose una punizione esemplare: li chiuse in una sauna, si mise la chiave in tasca ed alzò la temperatura a 110 gradi finché non gli diedero ragione. Ai figli proibì di entrare in politica per evitare l'accusa di nepotismo, non si vergognava di presentarsi mezzo ubriaco in pubblico ("«L'importante è tornare lucidi il giorno dopo.;, nel frattempo organizsava la conferenza di Helsinki del 1975 e fu l'unico statista occidentale a recarsi alle • Olimpiadi del boicottaggio, di Mosca, nel 1980. Fedele fino all'ultimo al sanguigno personaggio tagliato con l'accetta, gli fu fatale una pesca al salmone con il presidente islandese signora Finnbogadottir. Si beccò la polmonite e dovette dimettersi cinque anni fa. A chi gli chiedeva che cosa rimpiangesse, rispose fra le lacrime: «Nulla, ho soltanto il merito di aver evitato alla Finlandia di fare la fine della Cecoslovacchia nel 1948». Piero de Garzarolli

Persone citate: Breznev, Finnbogadottir, Kossighin, Kruscev, Piero De Garzarolli, Stalin

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Europa, Finlandia, Helsinki, Mosca