Dove sta questo Sud di Frane Barbieri

Dove sta questo Sud Dove sta questo Sud o i o e o o (Segue dalla 1'pagina) della strampalata presidenza di Castro. Tuttavia, neanche Gandhi, che ereditò la presidenza della madre Indirà, porta in staffetta a Mugabe risultati più incoraggianti, malgrado una gestione più oculata e prestigiosa. Un solo risultato di rilievo è stato forse conseguito negli ultimi anni: il rafforzamento della corrente centrale del movimento, ispirata ai principi originari di Belgrado, e la relativa emarginazione del gruppo radicale capeggiato da Cuba e dal Vietnam, i quali stavano per spaccare i Non Allineati fra progressisti e conservatori per portare il movimento alla «alleanza naturale» con l'Unione Sovieti- Infatti il documento programmatico preparato da Mugabe per il vertice ripristina la filosofia di Tito e di Nehru, respingendo la «logica delle potenze» anche se non precisamente in termini di geometrica equidistanza. I riferimenti critici agli Usa sono inquantatré, espliciti, e solo sei sono rivolti all'Urss, senza menzionarla direttamente, il che viene spiegato con un superiore «tasso di prepotenza» nell'attuale politica di Reagan. Ad ogni modo, in due questioni fondamentali la tendenza razionale e moderata ha preso il sopravvento. Il nodo del catastrofico indebitamento non viene sciolto secondo i suggerimenti di Castro, rifiutando cioè gli ulteriori pagamenti, ma dichiarando la disponibilità a stabilire con i ricchi la formula di sviluppo dei poveri, anche per renderli capaci di restituire i crediti. Nei conflitti politici il movimento, dichiarandosi transideologico, indica nel dialogo costante l'unica via di confronto internazionale. Una revisione delle- strategie verso i Non Allineati è stato possibile registrarla, in vista del vertice di Harare, anche a Mosca e a Washington. Reagan corregge iJugiu,dizio di Kissinger, secondo cui il non allineamento è «immorale», per incitare il convegno ad osservare i principi ispiratori del movimento, cioè una giusta equidistanza. Gorbaciov, prendendo atto della sconfitta di Castro, rinuncia alla «alleanza naturale» propettando tuttavia un rapporto preferenziale sugli «obiettivi comuni» fra Non Allineati Paesi comunisti. Reagan si sente forte dell'esigenza espressa da tutti di aprire al più presto la trattativa globale sul nuovo ordinamento economico, sui crediti e sulle tecnologie. Gorbaciov conta sulla forza di pressione o, per dire meglio, di ricatto del gruppo radicale, anche se sparuto. Infatti, dato il principio dell'unanimità, nessuna maggioranza è in grado di porre in questione l'appartenenza del Vietnam al movimento dei Non Allineati, malgrado Hanoi abbia invaso un altro Paese membro. Si ripiega invece sulla «sedia vuota» della Cambogia, non accettando il nuovo regime instaurato con forza dall'invasore, ma respingendo pure Sihanouk, uno dei padri fondatori, l'ultimo rimasto dei partecipanti al vertice di Belgrado. Nel caso dell'Afghanistan, il cui ministro degli Esteri ha minacciato di abbandonare la conferenza se qualcuno solleverà nell'assemblea il problema del suo Paese, nei documenti preparatori non si è osato precisare che le truppe d'intervento provengono da un determinato Stato. L'Urss rimane anonima, non menzionata. L'ultima e la più pesante manovra per spostare il movimento dalla strada maestra riguarda l'improvvisa candidatura di Managua come sede del prossimo vertice e della prossima presidenza. Ortega, prima di recarsi ad Harare, ha fatto un giro promozionale in una serie di capitali, con un super Iliuscin messogli a disposizione dal non propriamente neutrale governo della Germania Est. I concorrenti del Nicaragua sono l'Argentina, il Perù e l'Indonesia. Il problema dei problemi al vertice di Harare rimane quello di sempre: il Sud, sta all'Est o all'Ovest? Frane Barbieri