Glauber Rocha dallo scandalo all'altare di Gianni Rondolino

Glauber Rocha dallo scandalo all'altare A 5 anni dalla morte del creatore del «cinema novo», una illuminante retrospettiva curata da Micciché Glauber Rocha dallo scandalo all'altare Da «Barravento» a «L'età della terra» a «Antonio das niortes» la carriera discussa e esaltante di un rivoluzionario dello schermo VENEZIA — Nel 1980. alla Mostra del Cinema di Venezia, fu presentato, fra non poche polemiche e discussioni accese, A idade da terra (L'età della terra) di Glauber Rocha, 11 quarantenne regista brasiliano che dieci anni prima aveva dovuto lasciare il proprio Paese per ragioni politiche e, inaspettatamente, vi era tornato a meta degli Anni Settanta — dopo una serie di film rivoluzionari ed eversivi — per realizzarvi un film che sconcertò 1 suoi ammiratori e compagni di lotta politica per quello che fu definito 11 suo «misticismo sodate-. L'anno dopo, a soli quarantadue anni, Rocha moriva a Rio de Janeiro per una polmonite mal curata. Era 11 capitolo finale d'una vita av¬ venturosa, vissuta intensamente, senza risparmio, intessuta di azione rivoluzionaria e di incantamenti poetici, di progetti e realizzazioni concrete e di sogni e illusioni. Una vita che doveva segnare profondamente la storia non soltanto del cinema brasiliano — 11 cosiddetto cinema novo ch'egli contribuì a creare —, ma anche del cinema politico mondiale, nato nel corso degli Anni Sessanta e sviluppatosi nel decennio seguente. A cinque anni dalla morte, e a venticinque dal suo esordio cinematografico Illuminante e sconvolgente di Barravento (la storia emblematica d'una comunità di pescatori sfuttatl e umiliati), è giusto che la Mostra di Venezia dedichi a questo regista per molti versi solitario e aristocratico una retrospettiva completa ed è giusto che a curarla sia Lino Micciché, che di Rocha fu amico e che la sua opera fu tra 1 primi a far conoscere in Italia. Ciò che di quest'opera ancor oggi colpisce è la sua vitalità, la sua esuberanza: una vitalità ed esuberanza che sono lo specchio d'un uomo che, ancora ragazzo, già si buttava nella lotta politica e nella battaglia delle idee. Lui che era nato nel 1939 nel Nordeste brasiliano, che bene conosceva lo stato di indigenza e povertà dei contadini, che a scuola, e poi all'Università, si diede un gran da fare a organizzare spettacoli e ad agire politicamente. Un'infanzia e una giovinezza che dovevano influenzare grandemente la sua azione successiva, tutta rivolta a fare del cinema un mezzo di indagine sociale e di critica ideologica. D'altronde, non aveva egli scritto: «Nacqui tra comizi e sparatorie-? E il suo cinema, da Barravento, che usci nel 1962, allo stesso L'età della terra, che pure è impregnato di spirito rivoltoso e di fermenti sociali, è una sorta di percorso estetico e culturale «tra comizi e sparatorie-. Nel senso che vi circola, al tempo stesso, 11 bisogno di comunicare, di informare, di accendere gli animi, di far propaganda, ma anche di colpire l'Immaginazione, di aggredire 11 pubblico, di - sparare* sulle convenzioni spettacolari. Basti pensare ai due film che sono probabilmente 1 suoi più belli, Il dio nero e il diavolo biondo (1964) e Antonio das Mortes (1969), In cui la storia del Brasile e dei brasiliani si cala in una dimensione fantastica, fra simbolo e metafora, senza smarrire il suo realismo, la sua «verità». Ma si pensi anche a Terra in trance (1967), sul rapporti fra intellettuale e potere, o al film «terzomondisti» realizzati In esilio, di cui rimangono esemplari II leone ha sette teste e Teste tagliate, del 1970. Son tutti esempi personalissimi, sostanzialmente Irripetibili, di quel grande sforzo di fare del cinema un veicolo di idee attraverso le Immagini, che fu di pochi registi, fra i quali Glauber Rocha occupa un posto di primo plano. Gianni Rondolino

Persone citate: Antonio Das Mortes, Glauber, Glauber Rocha, Lino Micciché, Rocha

Luoghi citati: Brasile, Italia, Rio De Janeiro, Venezia