La maggioranza divisa dalle « grandi riforme » di Emilio Pucci

Lee maggioranza divisa dalle c< grandi riforme » MTnTHTflH-jflJ Un altro ostacolo sul percorso della legge Lee maggioranza divisa dalle c< grandi riforme » Pensioni, Sanità e Cassa integrazione: il psi parla di resistenze dei democristiani ROMA — Sulla impervia strada della legge finanziaria ora si frappone anche l'ostacolo delle «grandi riforme», pensioni, sanità e cassa integrazione. E' il 'Colpo d'alasollecitato dal ministro del Lavoro De Michelis, con l'autorevolissimo appoggio del presidente del Consiglio Craxi. I socialisti, insomma, vogliono dare un chiaro segnale di un governo attivo e pronto per un programma economico di grande respiro a dispetto dei limiti di tempo imposti dal cambio della guardia a Palazzo Chigi previsto per la prossima primavera. Le maggiori resistenze a questo progetto, a detta del psi, vengono dai democristiani, ma sul tema delle riforme la maggioranza è divisa e difficilmente si riuscirà ad approvare qualcosa entro l'autunno. I socialisti (lo ha ribadito ieri il responsabile economico, Enrico Manca) chiedono, in sostanza, che parallelamente alla legge finanziaria vengano discussi e approvati i progetti di riforma, partendo da quella delle pensioni. Dice De Michelis: «Per la riforma previdenziale bisognerà dire con chiarezza se entro il 30 settembre sarà va rato o meno un disegno di legge di riforma. Altrimenti è inutile parlare di risanamento della spesa corrente pubblica. Complessivamente, mi sembra che nel fare le riforme vi sia un po' di affaticamento democristiano: Il ministro del Lavoro è dunque deciso a portare avanti il suo progetto di riforma delle pensioni. Il termine di fine settembre, però, è troppo ravvicinato di fronte ad un provvedimento osteggiato da più parti e in particolare dal democristiano Cristofori, presidente della speciale commissione delle pensioni alla Camera. II disegno di legge è pronto, dopo 26 mesi in commissione tra contrasti e rinvìi. Presto affronterà l'aula con un testo sul quale i dissensi non serio stati sanati, soprattutto nella parte riguardante le gestioni autonome dei fondi di previdenza (dirigenti d'azienda, magistrati, giornalisti). Fra i partiti della maggioranza e della opposizione c'è molto scetticismo. I liberali, pure favorevoli al «colpo d'ala», ritengono che non si farà niente, almeno fino a quando non si troverà un accordo preventivo sui temi più scottanti. Andare in aula allo sbaraglio servirà a ben poco se non a lacerare i rapporti all'interno della coalizione. Non sarà facile, poi, sanare 11 dissidio provocato dalla bocciatura del testo della riforma pensionistica da parte dell'Inps e del Tesoro, perché poco idonea al risanamento finanziario. Eppure, il riordino è urgente se non si vorrà far saltare, alla soglia degli Anni Duemila, tutto il sistema previdenziale italiano. Nel disegno di legge in discussione l'unica misura di risparmio ormai accettata, più o meno apertamente da tutte le forze politiche, sembra essere l'aumento dell'età pensionabile. Gradualmente, per le donne si passerebbe dai 55 anni, che sono il livello più basso d'Europa, ai 60 come per gli uomini. I primi pensionamenti ritardati dovrebbero scatture nel 1992. Per entrambi i sessi, inoltre, sarebbe concessa la facoltà di restare al lavoro fino ai 65 anni. Altro punto di facile accordo potrebbe essere la ristrutturazione dell'Inps. Sul resto, per ora, è solo scontro. Dalla de si replica che nessuno ha intenzione di affossare le riforme. Ma i progetti devono essere chiari, meditati e destinati davvero a risanare la finanza pubblica. Un discorso che vale anche per la Sanità, con il nuovo ministro DonatCattin (de) pronto a presentare la sua riforma della riforma tra nuove polemiche. Emilio Pucci

Persone citate: Cristofori, De Michelis, Enrico Manca

Luoghi citati: Europa, Roma