Eni-lri prima del blitz

Eni-lri prima del blitz Palazzo Chigi preferiva fare slittare le nomine Eni-lri prima del blitz Craxi telefona a Darìda: spostiamo di una settimana - Ma la de insiste - Nel psi si considera Reviglio prigioniero dei manager democristiani e c'è vecchia ruggine con Prodi ROMA — Giovedì mattina alle 10 In punto Craxi ha chiamato sul telefono riservato il ministro delle Partecipazioni statali per metterlo al corrente del programma della riunione che si sarebbe svolta a metà pomeriggio. «Coro Darìda — gli ha detto — io non ho obiezioni alla conferma di Prodi e di Reviglio, ma c'è Zanone che non ha ancora definito le nomine di sua competenza e quindi preferirei spostare tutto alla prossima settimana-. Per i due professori, da sette mesi in lista d'attesa, non era ancora giunto il momento di vedersi rinnovare la nomina a presidenti dei due colossi pubblici, Irl e Eni. Ma era solo questione di un breve slittamento. Nei giorni scorsi Craxi e Forlani, il vicepresidente del Consiglio che ha fatto da ponte con Piazza del Gesù, si erano trovati sostanzialmente d'accordo che le nomine andavano sbloccate, partendo dai casi meno spinosi. Lo stesso Darida si era molto prodigato, prima e dopo la crisi di governo, parlando a più riprese sia con De Mita, grande sponsor dei due professori, sia con Forlani, impegnato a smussare i contrasti, anche caratteriali, tra il segretario de e il presidente del Consiglio. Il ministro, fin da gennaio, aveva elogiato pubblicamente la buona gestione di Prodi e Revigllo, che per lui meritavano una riconferma per il triennio. •Non è più sostenibile la prorogano — andava dicendo — ira due enti che devono essere interlocutori certi, soprattutto nei confronti dei gruppi internazionali-. Ma Craxi aveva nicchiato, fino a ieri mattina. Molti socialisti consideravano Reviglio ingabbiato all'Eni dallo strapo-jre dei manager de, presenti in forze nei posti cruciali dai tempi di Mattei. E poi c'era la ruggine con Prodi, al quale il partito di Craxi non ha mai risparmiato attacchi: contro, per il blitz della Sme a De Benedetti; contro, nel braccio di ferro per la privatizzazione di Mediobanca; contro, nella cessione della Maccarese. Ma, alle 18 di giovedì, il ministro Darida ha lasciato i colleghi, riuniti nel salone al primo plano di Palazzo Chigi, per comunicare a Prodi e Reviglio la notizia a lungo attesa: «Ce l'abbiamo fatta. Il mandato vi è stato rinnovato'. Un gran colpo per Darida, appena tornato da Chiariciano, che forse insperatamente si è visto togliere di mano una patata bollente. Che cosa era accaduto tra la mattina e il pomeriggio? Perché l'improvvisa conversione del governo? I ministri fanno due ipotesi, ma chiedono, ovviamente, di non essere citati. A Palazzo Chigi la risposta è molto secca: «Si (ratta di nomine in attesa da mesi e non c'erano problemi sui nomi. Non si vede perché attendere ancora-. Ma i ministri senza volto dissentono tra loro. Dice il primo: 'Il nuovo governo è in luna di miele e in fondo rinnovare Prodi e Reviglio era la cosa più semplice, ma anche una carta per Craxi: vita nuova, decisioni sema tentennamenti-. Più problematico il secondo: «Io credo che con il comandante della Guardia di Finanza scelto direttamente da Visentini, il generale Pellegrino, a danno del candidato di alcuni democristiani, Ciro De Martino, e con il presidente della Corte dei Conti, Gaetano Carbone, socialista, la de abbia fatto valere tutto il suo peso per far passare subito Prodi ed evitare sorprese-. Ma Prodi non poteva essere rinnovato senza il «gemello» Reviglio. . Fatto sta che il rinnovo dei vertici di Iri e Eni non è stato accompagnato dalle solite dichiarazioni di soddisfazione. Ora la battaglia si sposta sull'Enel che a questo punto diventa il passaggio più delicato, senza contare la miriade di banche tuttora senza nocchiero. Il ministro dell'Industria Zanone ne ha discusso brevemente con il presidente del Consiglio, ma per il momento ha preso tempo, anche se è deciso a riportare la normalità negli enti che gli competono: Enel, appunto, e Ina, Per l'ente elettrico Zanone si trova sul tavolo una designa zìone messa a punto dal suo predecessore, Altissimo. In dirittura d'arrivo è Franco Viezzoli, che dalla presidenza della Flnmeccanica, gruppo Iri, si accinge a sostituire Francesco Corbellini con il beneplacito di parte della de e del psi. Antonio Longo, re pubblicano, resterà alla guida della compagnia di assicurazione. Ma non se ne parlerà al prossimo Consiglio dei ministri: Zanone non vuole firmare cambiali in bianco, e. pa. 11 ministro Darìda c

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