Ustica, il jet sarà recuperato di Roberto Martinelli

Ustica/ il jet sarà recuperato L'operazione affidata a una ditta francese, costo previsto sei miliardi Ustica/ il jet sarà recuperato Il relitto del pC-9 è a 3500 metri di profondità - Conflitti di competenza tra il ministero dei Trasporti e il magistrato che conduce l'inchiesta avevano bloccato fino a ieri la decisione ROMA — Sarà una ditta pubblica francese, la Ifremer, specializzata nel recupero di relitti in fondali profondi, a tentare di riportare In superficie i rottami del DC-9 Itavia che dalla sera del 27 giugno 1980 giacciono a 3500 metri di profondità al largo di Ustica. Non c'è ancora una decisione ufficiale, ma la scelta è fatta. Il magistrato che dirige l'Inchiesta penale. Vittorio Bucarelli, ritiene Indispensabile esaminare l'aereo per stabilire le cause precise del disastro ed ha informato dolla sua decisione il ministero della Giustizia. Il via all'operazione di recupero dipende solo dall'autorizzazione a pagare alla società un rimborso di sei miliardi di lire. Questa è la cifra indicata dalla Ifremer, la quale ha comunicato che procederà al recupero in tre tempi: 1) Individuazione del relitto con un sonar speciale; 2) Perlustrazione dell'aereo e del fondale mediante un'apparecchiatura automatica munita di telecamere; 3) Discesa di un batiscafo con uo mini a bordo per l'attracco di quello che resta della carlln ga. Il ministero della Giustizia ha risposto che, trattandosi di un esperimento giudiziario consentito dal Codice (recupero del corpo del reato), rientra nei poteri del giudice autorizzare il pagamento del compenso chiesto dalla Ifremer. Nella realtà delle cose, una tale iniziativa non ha precedenti sia per l'ammontare della somma, sia per-le formalità che dovranno essere seguite. Si tratta infatti di stipulare un vero e proprio contratto di diritto privato internazionale che non può essere delegato ad un semplice magistrato. Su questo assurdo braccio di ferro, per sette mesi l'operazione recupero è rimasta bloccata. Da una parte il giudice a dire che non aveva poteri né competenza per prendere una tale iniziativa; dall'altra il ministero della Giustizia a rispondere l'esatto contrario. All'improvviso, ieri qualcosa si è mosso. Come d'incan to, quelle che apparivano difficoltà insormontabili alla soluzione di un sottile caso giù ridico, sono apparse rimosse. Contatti ufficiosi tra i capi degli uffici giudiziari ed esponenti del governo hanno per messo di constatare le ragio ni del ritardo segnato dall'istruttoria. Ed è stato deciso di assicurare al magistrato la più ampia collaborazione. In particolare sarebbe stata adottata la soluzione di far stipulare il contratto allo Stato, nella persona del ministero dei Trasporti. L'operazione verrebbe seguita dalla polizia giudiziaria ed il magistrato si limiterebbe ad emettere, subito dopo il recupero, un ordine di sequestro. La ditta francese, preferita ad una società americana del Massachusetts, ha assicurato che 11 recupero può essere effettuato in tempi brevi sempre che le condizioni meteorologiche lo consentano. Siamo in estate e non c'è stagione migliore. Con la carlinga potrebbero essere riportati in superficie anche i resti delle vittime che il mare non ha mal restituito. Nessuno può dire quando le operazioni potranno cominciare ma, data la rilevanza politica che la vicenda ha assunto, è possibile che 11 contratto possa essere stipulato prima della fine dell'estate. Sarà poi la ditta francese a scegliere i tempi per iniziare le ricerche. Il recupero dell'aereo è una scelta obbligata non solo per le autorità politiche ma anche per il magistrato. La istruttoria ha assunto sin dall'inizio una sua precisa fisionomia giuridica; accanto al reato di disastro aereo che, in teoria, potrebbe essere ar¬ chiviato come un fatto accidentale non attribuibile alla responsabilità di alcuno, il pubblico ministero ha Ipotizzato la più grave accusa di strage a carico di Imputati ignoti. La strage è un delitto che presuppone la volontà di uccidere più persone: nel caso specifico esiste più di un elemento per concludere che il DC-9 dell'Itavia sia stato oggetto di un attentato. Il problema è di sapere come è stato commesso: l'ipotesi del missile è quella ritenuta più probabile anche alla luce di alcuni risultati delle ultime perizie ancora coperte dal segreto istruttorio. La certezza della esplosione (esterna o interna) come causa del disastro impone all'autorità giudiziaria di procedere in tempi spediti agli accertamenti finali per individuare 11 mo vente della strage: il fatto ac cidentale se fu un missile impazzito, oppure un atto di terrorismo voluto da una mente criminale. Una indagine mirata potrà essere disposta soltanto dopo aver ripescato la carlinga, identificato l'ordigno ed accertata la sua origine. Tutto ciò non è impossibile: già l'esame esterno con le telecamere potrebbe conseguire un primo risultato. La certezza visiva di tracce di un missile, unita ai risultati di alcune sostanze chimiche trovate nelle lamiere potrebbe permettere agli esperti di azzardare una precisa ipotesi di lavoro. E poi tutto sarebbe più facile o forse più difficile: nel giugno di sei anni fa i servizi segreti, quelli che avrebbero dovuto tutelare la sicurezza interna e quelli che avrebbero dovuto proteggere le istituzioni da attacchi esterni erano contagiati dalla P2. Come dire che il mistero del DC-9 sta forse per diradarsi, ma il giorno della verità è ancora assai lontano. C'è tra le varie reazioni politiche, una richiesta dei radicali di un dibattito parlamentare. Può servire per assistere ad un nuovo scontro tra maggioranza e opposizione, o tra gruppi politici più variamente compositi. Non di certo a cercare la verità che è 11 nel fondo di mare di Ustica, protetta da un fondale di 3500 metri non più inaccessibile alle moderne tecnologie. Che, tuttavia, nessuno ha sentito il dovere di raggiungere. Roberto Martinelli

Persone citate: Codice, Vittorio Bucarelli

Luoghi citati: Massachusetts, Roma, Ustica