Ghigliottina sul pcf di Barbara Spinelli

Ghigliottina sul pcf Il ritorno al sistema maggioritario Ghigliottina sul pcf La nuova geografia elettorale di Chìrac rischia di annientarlo DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Lo spettacolo in verità non interessa quasi nessuno, in questa asfittica estate politica di Francia. Fa pensare a una di quelle rappresentazioni teatrali che vanno in scena in periferia, e per pigrizia sono disertate. Eppure il dramma esiste, non eccita le Immaginazioni ma è pur sempre un avvenimento ragguardevole, nella storia delle democrazie europee: è il dramma del partito comunista, minacciato di ghigliottina dal ripristino dello scrutinio maggioritario e dalla nuova geografia elettorale francese, che Chìrac sta ridisegnando. Potremmo chiamarlo «Cronaca di una morte annunciata*, e per i comunisti davvero non è gradevole sapere di esserne i protagonisti. Tanto più che lo sono assieme all'estrema destra di Jean-Marie Le Pen, che aveva fatto tanto furore nei mesi scorsi e molto presto potrebbe scomparire dal palcoscenico parlamentare. Che la barchetta lepenista potesse naufragare lo si sapeva — e lo si desiderava — da tempo. Ma che potesse morire anche il mare, questo no: non era previsto, la Storia aveva certo promesso alte e basse maree ma non questo Inaridimento definitivo. Non questa equivalenza fra il destino di Le Pen e quello di un partito che fu grande, e conobbe l'onda, le acque profonde e la caccia a bianche balene. Autore del copione è Charles Pasqua, ministro degli Interni del governo Chirac. E' divenuto uno spauracchio, per Le Pen come per Marchais, perché a lui è stato affidato il compito di preparare l'uscita dalla «proporzionale» temporaneamente adottata da Mitterrand, e 11 ritorno allo scrutinio maggioritario che resta la spina dorsale della Quinta Repubblica di De Gaulle, perché amplificando le vittorie e accentuando le disfatte dà al presidentemonarca la possibilità di disporre di maggioranze parlamentari più durevoli, e efficaci. Ma Pasqua è stato incaricato di comporre un nuovo puzzle elettorale della Francia, rìdisegnando le circoscrizioni dove si disputeranno i futuri duelli per le Municipali, le Legislative, le Presidenziali. Ed è qui che il ministro si è esercitato in furbizie clientelari, nonché in esecuzioni politiche. Forbici e colla sono servite a garantire una vittoria consistente dei partiti conservatori. Più consistente di quella ottenuta nelle legislative di marzo, quando si votò col metodo proporzionale. Salvo alcune eccezioni, hanno salvaguardato le roccaforti socialiste, per non indisporre Mitterrand. Ma si sono trasformate in scure letale per Le Pen, e Marchais. Il primo potrebbe ritrovarsi con due, tre eletti. Il secondo potrebbe veder crollare bastioni come Le Havre, Le Mans, Nanterre. I pronostici sono catastrofici: il pcf rischia di ottenere meno di 30 deputati. E con meno di 30 deputati non si può costituire in Francia un gruppo parlamentare. E' il motivo per cui i comunisti gridano allo scandalo, lanciano ultimativi SOS in direzione dell'Eliseo. Dicono che cosi la Francia torna indietro, all'epoca delle esclusioni e del blocco contro blocco. Minacciano di non soccorrere i socialisti il giorno in cui questi ne avranno bisogno — e cioè al secondo turno dello scrutinio maggioritario — qualora Mitterrand si azzardasse ad approvare i «ritagli» di Pasqua. Ma non sembrano affatto rendersi conto del terremoto che pure paventano. Ve dono che la Francia sfugge loro di mano, come mai è avvenuto nella Quinta Repub blica, e insistono a parlare di restaurazione gollista. Si rivolgono a Mitterrand, ma hanno dimenticato che l'architetto del loro dramma è proprio lui, il leader storico della cosiddetta sinistra unita. Che Mitterrand è divenuto presidente abbracciandoli mortalmente. Stalin avrebbe detto: «Poveri gattini ciechi!-, e ciecamente i comunisti si battono contro le leggi elettorali, contro i ritagli di Pasqua, pur di non vedere, e ammettere, quello che è invece declino strutturale, disaffezione di regioni intere e di intere categorie sociali, Incapacità di ripensare la società e la politica estera. Perfino la religione si sfa: dov'è l'antico disprezzo della sovrastruttura, la fissazione sulla struttura? Adesso la struttura fa paura, la si cancella. E la sovrastruttura regna sovrana, bizzarramente sacralizzata. Il che può tornare utile, anche se solo nel breve periodo. In un sistema maggioritario, è vero che Mitterrand ha bisogno dei voti comunisti, visto che 11 partito socialista ancora non ha aperto al centro. Vero è che i sindacati comunisti possono destabilizzare molte riforme economiche. Ma nel medio termine è pur sempre il pcf a dover tremare. Perfino il linguaggio che lo definisce è divenuto impietoso. Nel '68 ancora si parlava di crisi, che è una parola-limite, quasi una chance. Poi venne l'uso del termine declino, o tramonto, che sono vocaboli tristi ma lirici. Oggi, a proposito della nuova carta elettorale di Pasqua, va di moda l'espressione «charcutage*, che vuol dire operazione dì salumeria, di squartamento e insaccaggio. E caso strano, sono i comunisti stessi a usare parole cosi sanguinolente, a dipingere se stessi come carne da macello. Barbara Spinelli

Luoghi citati: Francia, Le Havre, Le Mans, Parigi