Quasi un blitz per Iri e Eni di Eugenio Palmieri

Quasi un blitz per Iri e Eni Quasi un blitz per Iri e Eni Prodi e Reviglìo presidenti per altri tre anni - Ancora centinaia di incarichi vacanti o prorogati ROMA — Continua l'era dei professori nei grandi enti pubblici. Romano Prodi, democristiano, e Franco Reviglio, socialista, restano per altri tre anni alla guida deiUri e dell'Eni. Il via libera alla conferma è venuto quasi a sorpresa dal Consiglio dei ministri di ieri, che ha approvato le designazioni avanzate dal titolare delle Partecipazioni statali. Darida. Si tratta di un primo passo: sono tuttora in prorogano i presidenti dell'Enel, Francesco Corbellini, e quello dell'Ina, Antonio Longo, repubblicano. Ancora sul binario morto le centinaia di poltrone vacanti nel sistema bancario, soprattutto nelle Casse di risparmio più importanti. Un delicato lavoro di ricucitura, per sbloccare almeno le nomine meno spinose, sarebbe stato portato avanti dal presidente del Consiglio Crasi e dal vicepresidente Arnal¬ do Forlani. Darida fin da gennaio si era pronunciato a favore di un nuovo mandato a Prodi e a Reviglio, giustificando l'iniziativa con i risultati ottenuti dai due presidenti, ma Craxi aveva congelato tutto. Il deterioramento dei rapporti nella maggioranza, i contrasti tra il presidente del Consiglio e il segretario della de De Mita, la stagione dei congressi avevano costituito terreno fertile per non arrivare ad una decisione. Ieri il colpo di timone che ha dato ragione al ministro Darida: sono stati seppelliti ì violenti dissapori che per mesi ->no contrapposto i socialisti al presidente dell'Iri, soprattutto dopo il «caso Sme.; sono rientrate le manovre che volevano Reviglio in partenza dopo il famoso «venerdì nero». E' tramontata la logica del| la lottizzazione? E' ancora presto per un giudizio, visto che in fondo le conferme di ieri erano quelle «politicamente- meno pericolose. Sono infatti da rinnovare gli organi direttivi dei due istituti: il comitato di presidenza dell'In e la giunta dell'Eni. Nel primo il vicepresidente Armani, repubblicano, scadrà il prossimo anno, cosi come 11 socialdemocratico De Vergottini. mentre vanno sostituiti il prof. Natalino Irti, liberale, dimessosi per tornare alla libera professione, e il socialista Schiavone, passato alla presidenza della società Autostrade. I candidati socialisti potrebbero essere Massimo Pini e Cesare Previti, vicepresidente della Selenia, gruppo Iri. Per la giunta dell'Eni le scelte saranno ancora più delicate: probabilmente la conferma di Reviglìo «costerà, ai socialisti una poltrona a favore dei democristiani. La de, infatti, punta a due posti e oltre a Enzo Barbaglia dovrebbe entrare Alberto Grotti, presidente della Samin, appoggiato da Forlani e dai dorotei. La vicepresidenza dovrebbe andare a un liberale e il soclademocratico Vallarli dovrebbe sostituire Feliciano Adami scomparso qualche mese fa. Gabriele Cagliari, socialista, uno dei pochi esperti chimici rimasti nel gruppo, potrebbe uscire dalla giunta per un incarico operativo. C'è poi la patata bollente dell'Enel dove il presidente in prorogatio, Francesco Corbellini, si è visto riconoscere dal governo le sue capacità insieme però al benservito. La decisione spetta al ministro dell'Industria Zanone, il quale ieri ha preannunciato provvedimenti che vietino la prorooafio. Il suo predecessore. Altissimo, aveva indicato, d'intesa con settori del psi (il ministro del Lavoro De Michelis) il nome di Franco Viezzoll, presidente della Finmeccanica, uno degli «anziani» dell'In, ma non se ne era fatto nulla. Zanone la settimana prossima dovrebbe sciogliere il nodo. Anche per l'Enel 11 gioco è complicato. La de vorrebbe un proprio candidato, mentre c'è da rinnovare l'intero consiglio di amministrazione che in questo caso ha potere di decidere sulla gestione vera e propria dell'ente. Per Zanone accontentare tutti non sarà facile: ora ne fanno parte due socialisti, Valerio Bltetto e Marcello Inghilesi, vicepresidente: due democristiani, Giancarlo Lizzeri e Fabio Fittipaldi; un liberale, Giacomo Caffarena; un repubblicano, Pierfranco Faletti; un socialdemocratico, Luigi Averardo un comunista, Ludovico Maschietta. Eugenio Palmieri

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