A Napoli giunta in bilico di Fulvio Milone

A Napoli giuntcì in bilico A Napoli giuntcì in bilico Il sindaco D'Amato teme che si approfitti della situazione per provocare la crisi del quadripartito quanto ci riguarda, non siamo più disposti a far parte di giunte minoritarie». Per l'approvazione del bilancio — il 2 settembre sarà probabilmente convocato il Consiglio comunale — occorrono quarantun voti. L'attuale giunta ne, ha a disposizióne solo trentaqùattrò. L'anno scorso'l'ostàcolo fu superato con i cinque voti socialdemocratici e con i due messi a disposizione dai consiglieri del gruppo «verde», fuoriusciti dal movimento sociale. Se, come tutto fa pensare, i socialdemocratici manterranno ferma la loro posizione, l'ipotesi di scioglimento del consiglio comunale e di elezioni nella prossima pri- NAPOLI — Per Cario D'Amato, sindaco socialista di Napoli, questi ultimi giorni di agosto saranno decisivi. Appena tornato dalle vacanze trascorse a Ischia, si è trovato alle prese con l'ennesimo problema: il Comitato regionale di controllo ha intimato al Consigliò comunale di approvare il bilancio entro 11 15 settembre. Le conseguenze del diktat potrebbero essere imprevedibili. Riuscirà D'Amato ad accelerare i tempi delle estenuanti trattative tra i sei partiti, che già da tempo sono tese ad assicurare la sopravvivenza del Consiglio comunale mediante l'approvazione del bilancio? Il sindaco napoletano non è del tutto pessimista: ritiene che ci siano ancora margini per trovare un accordo con socialdemocratici e comunisti. -Il voto dell'amministrazione è di tentare l'impossibile per non privare la città di un governo — commenta — Se qualcuno, però, mira allo scioglimento del Consiglio, se ne assuma le responsabilità e lo dica pubblicamente». L'allusione all'atteggiamento dei comunisti è evidente. Napoli è governata da una giunta quadripartita della quale fanno parte socialisti, democristiani, repubblicani e liberali. In questi ultimi tre anni, sei amministrazioni si sono alternate al go¬ verno della città, e tutte hanno avuto un unico obiettivo: tentare di coinvolgere il partito comunista nella maggioranza. Ma il pei pone una condizione: «La giunta deve dimettersi prima della discussione del bilancio. Una volta azzerata la situazione, sarà possibile ti confronto. Comunque non saremo disposti a dare un appoggio ad una amministrazione che escluda una nostra partecipazione diretta». Sulla stessa linea si sono attestati negli ultimi mesi i socialdemocratici. « Un confronto sarà possibile solo dopo le dimissioni di D'Amato e della sua giunta — dice Salvatore Adinolfi, segretario provinciale del psdi — Per Dopo l'ingiunzione di approvare il bilancio entro il 15 settembre mavera è destinata a divenire realtà. A meno che Carlo D'Amato e 1 suoi assessori non decidano di dimettersi prima del dibattito in aula sul bilancio. In questo caso anche la scadenza del 15 settembre, imposta dal; Coreco (U Comitato rergionale di controllo, slitterebbe. ■ Secondo Il'Yegb-" lamento, infatti, le dimissioni della compagine governativa imporrebbero subito la elezione del nuovo sindaco. Nemmeno le attuali forze di governo sembrano però decise a sostenere fino in fondo questa coalizione. All'interno dei quattro partiti si fronteggiano i sostenitori delle due linee: quelli favorevoli a dimissioni immediate che scongiurino lo scioglimento del Consiglio a breve scadenza, e quelli decisi a mantenere le proprie posizioni ad ogni costo. Non è escluso che la prossima settimana queste polemiche possano venire alla luce con prese di posizione individuali quanto clamorose. Se fosse il «partito dello scioglimento» ad avere la meglio, per Napoli non vi sarebbe alternativa che un commissario incaricato di preparare il bilancio per poi passare la mano ad un commissario prefettizio cui spetterebbe di indire nuove elezioni. Fulvio Milone

Persone citate: Cario D'amato, Carlo D'amato, D'amato, Salvatore Adinolfi

Luoghi citati: Ischia, Napoli