Museo per gli ex di Salò di Franco Giliberto

Museo per gli ex di Serio A Cicogna, in Toscana, un Istituto storico della Repubblica sociale Museo per gli ex di Serio □AL NOSTRO INVIATO VALDARNO — Spunta il sole e canta il gallo sulla collina di San Giorgio, dove il signor Luciano Bertini possiede una casa delle meraviglie: è un ex convento di frati benedettini ristrutturato ad abitazione, con annessa una incantevole chiesetta romanica, dove pare abbia sostato San Francesco. Fa parte della proprietà anche un viale fiancheggiato da cipressi, una casa colonica, un bel vigneto e un campo di granturco sul poggio che guarda a Oriente. Spunta il sole, e questo pacifico luogo si anima di cronisti e fotografi di rotocalchi: perché il signor Bertini ha avuto l'idea (ed è stato eletto presidente del comitato promotore) di fondare l'Istituto storico della Repubblica sociale italiana. Con altri sei suoi commilitoni del 1945 ha acquistato poco lontano da qui, nel paesetto di Cicogna, una villa (17 stanze, parco e quasi un ettaro di terreno per 74 milioni) che diventerà una specie di museo-sacrario-biblioteca-centro congressi. Altro che Predappio. L'iniziativa incuriosisce tutti. E lascia qualcuno dubbioso, se non indispettito. Luciano Bertini è l'ex eco¬ Si vuole creare una specie di sacrario-centro congressi che ricordi i soldati della Rsi - Il presidente dice: «No alle medagliette con Benito, non siamo mentecatti» - Polemiche e perplessità in paese «Etna» e «Vesuvio»; divisione alpina «Monterosa» ; divisione di marò «San Marco»; divisioni «Littorio», «Italia», .Decima Mas»), Anche parecchie anziane signore — nell'autunno del 1944 «ausiliarie» — sono oggi nel comitato promotore del museosacrario. Bertini era stato sottotenente alla «Monterosa» e alla «San Marco». -Quando si ha un amico o un alleato — dice — gli si deve stare accanto nella buona e nella cattiva sorte. Sapevamo che avremmo perso, ma stando con i tedeschi volevamo dimostrare al mondo che non tutti gli italiani avevano tradito il patto d'alleanza". Lei, signor Bertini, aveva venti anni a quell'epoca. Se le avessero detto che l'amico e alleato trucidava milioni di persone nei campi di concentramento, avrebbe continuato a combattere da quella parte? ••Tante cose in Italia si sono conosciute a posteriori — risponde l'economo —. Noi eravamo soldati che stavano sotto il fuoco, sulla linea gotica, rischiando la pelle a ogni istante. E'quella nostra pagina gloriosa che vogliamo ricostruire. Favorendo la raccolta e la discussione in con¬ ferenze e dibattiti di tutti i documenti, le leggi, i manifesti e gli epistolari che riguardano un periodo dì storia dimenticata». C'è la prospettiva che nella villa di Cicogna si veda presto un gran levarsi di braccia nel saluto romano, l'alzabandiera al mattino, la distribuzione del rancio, le bancarelle con la medaglietta di Benito in vendita? Bertini assicura: -Non siamo mentecatti. Chi vuole fare certe cose, non si avvicini nemmeno a noi. E anche gli uomini di partito, compresi quelli del msi, se ne stiano lontani. Aspettiamo soltanto, dal Presidente della Repubblica, il riconoscimento della personalità giuridica per il nostro istituto storico'. Tuttavia qualche perplessità permane. Enrico Tigli, sindaco comunista di Terranuova Bracciolini, comune nel cui territorio sono la collina di San Giorgio e la frazione Cicogna, non ha per l'iniziativa neppure un po' di simpatia. Sibila: «Vedremo, vedremo come andrà a finire. Qui i tedeschi in ritirata hanno minato e bruciato messo paese con l'aiuto dei repubblichini. Ho spedito un telegramma di protesta a Cossiga. Stiamo prendendo contatto con parlamentari nomo dei tre ospedali del Valdarno aretino, in pensione da pochi anni. Dopo la guerra, quel posto nell'ente pubblico gli ha permesso di conquistare sulla collina di San Giorgio l'impareggiabile dimora. Ma è agli ultimi sobbalzi del grande conflitto che il suo spirito sembra più tenacemente legato. Dice: Noi siamo soldati che hanno preso parte a un'epopea, vogliamo ricordare quella fase della storia troppo a lungo e deliberatamente dimenticata dalla cultura ufficiale. Con le nostre testimoniarne, documenti, fotografie, cimeli, favoriremo studi finalmente attenti e puntuali sull'Italia di Salò.. Parla al plurale, il signor Bertini, perché all'iniziativa già hanno aderito un centinaio di persone, che potenzialmente potrebbero diventare ottomila: -Tanti sono gli ex ufficiali della Repubblica sociale, superstiti nel nostro Paese'. Ottomila persone che oggi hanno tra i sessanta e gli ottanta anni e che sul finire della guerra militarono nelle divisioni (centomila uomini, a grandi linee) fedeli a Mussolini, schierate a fianco dei tedeschi contro gli anglo-americani che risalivano la penisoI la (divisioni antiaeree toscani, con esponenti del Consiglio regionale. Questa specie dì istituto sarebbe una provocazione intollerabile. Altro che ricerche storiche! Non cambiamo le carte in tavola». Il sindaco socialista di Arezzo, Aldo Ducei, egualmente esprime perplessità: • Non so. Questo spirito militaresco, questo voler riesumare imprese soldatesche E Piercarlo Mastrangeli, già comandante partigiano sul Casentino: -Non credo troppo all'Imparzialità di questa iniziativa. E' tutta gente coi capelli bianchi, con figli e nipoti emancipati, la quale sotto sotto è nostalgica di una propria gioventù trascorsa all'insegna di un tragico equivoco. Ma non voglio fare il processo alle intenzioni. Si vedrà'. Luciano Bertini avverte il clima ostile, immagina le difficoltà. Innanzi tutto, dovrà ottenere una -variazione abitativa» per la villa che sarà sede del nuovo istituto. Il sindaco Tigli non gliela concederà facilmente. Ma l'economo degli ospedali di Valdarno non demorde. Non dice « Vinceremo», ma garantisce: -Andremo fino in fondo». Franco Giliberto

Luoghi citati: Arezzo, Italia, Predappio, Salò, Terranuova Bracciolini, Toscana