Persone di Lietta Tornabuoni

Persone di Lietta Tornabuoni Roma d'agosto. Gli autobus rari ma semivuoti vanno per la città veloci come corriere messicane: tra i pochi passeggeri non scoppia neppure una lite né un insulto, nasce d'istinto una solidarietà da naufraghi, e il borseggio è impraticabile. A Trastevere, il vento di mare fa vorticare polvere e immondizia: certe strade non vengono spazzate né bagnate da due mesi. E' problematico trovar da comprare uno yogurt, un'aspirina, un foglio di carta da pacchi, un rocchetto di filo blu: le automobili tornano a essere un mezzo rapido per muoversi, e si trova sempre dove parcheggiarle. La sera, le rare finestre illuminale e aperte ripetono quasi tulle l'identica immagine: un uomo solo, in pigiama o in mutande, che guarda la tv. Vai alla Rai: arrivi in sei minuti, non c'è fila per ottenere il passi e non devi aspettare per lunghi minuti l'ascensore, è già li al piano, vuoto. Vai alla Posta: neppure un attimo di attesa, non una coda davanti allo sportello dei conti correnti, in tre minuti e fatta. Nelle strade vuote, dalla parte dell'ombra, echeggia il passo svelto del passante solitario: sui marciapiedi si può camminare, non sono invasi dalle macchine in sosta, non ci si urta sgomitando e si vede il cielo sulla città. Vai in banca: cinque minuti bastano per un'operazione neanche semplicissima. Vai all'agenzia di viaggi: il computer non e bloccato, ti sbrighi in due minuti. Vai a fare la spesa: quattro minuti. Al massimo lunedi, nella capitale tutto tornerà normale: traffico insopportabile e paralizzante, attese lunghe dovunque, sovraffollamento, code, irritazione, lentezze esasperanti, litigi, tempo perduto, odio per gli altri, nevrastenia. In passato era un inevitabile tic stagionale che gli intellettuali romani rimasti levassero lodi alla città estiva deserta: un esercizio un Persone di Lietta Tornabuoni ne vantava, al contrario si cercava con ipocrisia di negarle, coprirle. Nella cultura contemporanea, la disuguaglianza e invece ideologia, desiderio, aspirazione. Essere più degli altri, diversi dagli altri, è l'idea forte che nutre l'attenzione maniaca e l'esaltazione di Vip e Bosses; nutre ogni slogan pubblicitario, anche dell'orologio volgare, dell'amaro terribile o della peggiore crociera Grecia-Turchia; nutre la passione per gli oggetti, le marche, le firme di status; nutre le ambizioni di carriera, gli croi cinematografici e quelle lodi alla «meritocrazia» cosi stonate da noi dove i successi senza tessera di partito sono un'eccezione. Naturalmente, in tutte le società di massa la cultura integrala è tenuta a fornire sogni elitari; naturalmente, è ovvio che alle disuguaglianze sociali, economiche, la legge fornisca qualche teorica consolazione: tu sei ricco e io povero, ma come cittadini siamo uguali. Per l'Italia resta però abbastanza nuovo che l'uguaglianza venga invocata non come una conquista politica, ma come un diritto civile. Ebe Bisogna assolutamente vedere, sul mensile / nomi di Oggi, certe fotografie dell'album storico di Ebe Gicrgini. Sono fantastiche. C'è mamma Ebe bambina al mare, mamma Ebe ragazza in minigonna (le sta benissimo), mamma Ebe sposa (un po' banale). C'è mamma Ebe con le stigmate, e si capisce che le gocce brune sulla fronte alludono ad altre effusioni di sangue provocate da una corona di spine. Ma soprattutto c'è mamma Ebe in abito da sera, nella sua stanza da letto: sullo sfondo un letto sterminato e promettente, due cigni che si baciano-bccchettano amorosi, e un Cristo con la sua testa reclina, dolente, indulgente. Altro che Bunucl, altro che Klossowski. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Klossowski, Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Grecia, Italia, Roma, Trastevere, Turchia