Borsa, seduta debole e dopolistino migliore di Valeria Sacchi

Borsa, seduta debole e dopo/istmo migliore Altra riunione in ribasso, l'indice perde 11,13% Borsa, seduta debole e dopo/istmo migliore MILANO — Altra giornata negativa per il mercato che però, contrariamente a lunedi, ha dimostrato ieri maggiore elasticità. Assenti completamente i fondi di investimento, una serie di vendite di realizzo hanno finito per provocare arretramenti, in qualche caso consistenti, nel comparto delle grandi holding industriali e degli assicurativi (che come settore hanno perso 1*1,64%). Anche tra i bancari, assai contrastati, si sono verificati bruschi mutamenti di tendenza. A fine mattina l'indice Comit chiudeva a quota 802,90 con una perdita dell'1,13%. Nel dopolistino, però, i prezzi risultavano migliori per tutti i titoli guida. CEDE LA MONTEDISON — Tra i grandi gruppi, nuove limature per la Fiat i cui titoli, malgrado una perdita dell'1% nell'ordinaria, hanno però dimostrato buone capacità di assorbimento. Debole Snia, arretrata dell'1,34%, più resistenti Pirelli Spa e Olivetti, in controtendenza Italcementi che ha guadagnato oltre il 3%. Una perdita del 3,52% è invece toccata a Montedison, penalizzata probabilmente dalle difficoltà sorte nell'affare Fermenta. TIENE LA FONDIARIA — Giornata di ribassi per gli assicurativi, tra i quali ha invece tenuto Fondiaria, che ha chiuso a 90.000 lire, sui livelli del giorno precedente. Tra i titoli bancari, in rialzo Bna e Banco Chiavari, in ribasso Cattolica del Veneto (-3.65%). Mediobanca (-1.08%), Credit e Comit. IL «GIALLO» DELLE GENERALI — Perdita dell'1,50% del titolo della compagnia triestina, da qualche giorno al centro di strane illazioni. Secondo fonti del mercato, il pacco di cui il libanese Tannouri dice di essere proprietario da almeno due anni viene regolarmente offerto sul mercato a vari operatori. Nessuno però ne ha finora accertata l'effettiva esistenza, anche perché nessuno ha acconsentito a trattare, dal momento che su queste azioni, o meglio sul loro trasferimento all'estero, sono in corso accertamenti da parte della magistratura italiana. L'origine di questa quota non è conosc uta: non si tratta comunque né della quota ex Ursini entrata nella liquidazione Liquigas (che due anni or sono è stata ceduta a quattro o cinque investitori), né della quota Comit: la banca Iri infatti conferma di possedere il 2.37% delle Generali. Tutti concordano ne! ritenere che se Tannouri potesse venderla, non dovrebbero esservi problemi, dal momento che i titoli delle Generali sono da sempre corteggiati dal mercato. Nessun riflesso questa quota dovrebbe inoltre avere sull'assetto della compagnia che, in occasione della assemblea di giugno, ha costituito un nuovo sindacato di controllo. DECOLLA L'AUMENTO FORNARA — Parte oggi l'aumento di capitale da 20,4 a 102 miliardi della Fornara, società quotata a Torino che fa capo al gruppo Regis-Accornero, il cui titolo è sospeso dal 27 giugno 1984, un provvedimento scattato in seguito a un presunto interessamento nella finanziaria da parte di Orazio Bagnasco e del gruppo Europrogramme. Esso prevede il raggruppamento delle azioni circolanti in ragione di tre al valore di 900 lire ogni 100 possedute del valore di 2700 lire. L'operazione sul capitale prevede l'emissione di 90,7 milioni di azioni da 900 lire offerte in opzione in ragione di 4 nuove ogni azione posseduta dopo il raggruppamento. Valeria Sacchi

Persone citate: Fornara, Olivetti, Orazio Bagnasco, Ursini

Luoghi citati: Milano, Torino, Veneto