Un messaggio dell'800 in vetta al Sasso Rosso

Un messaggio dell'800 in vetta ai Sasso Rosso Trento, lo lasciò un medico della Val di Non Un messaggio dell'800 in vetta ai Sasso Rosso NOSTRO SERVIZIO CLES (Trento) — Vanno a piantare una croce sulla vetta di una montagna a 2660 metri di quota e trovano casualmente tra le lastre della roccia una bottiglia contenente un biglietto con i nomi dei tre scalatori che. probabilmente per primi, raggiunsero la cima nella seconda metà dell'Ottocento. In Trentino la notizia sta rimbalzando da una sezione all'altra del Cai. sia per le singolari circostanze che hanno portato al ritrovamento, sia per l'insolito ..messaggio» del biglietto: tre righe scritte in greco, data 1885. per tramandare ai posteri l'eccezionalità dell'impresa compiuta dai tre alpinisti. Chissà per quanto tempo la bottiglia con l'insolito contenuto sarebbe rimasta sepolta tra le lastre dì roccia del Sasso Rosso, nella catena del Gruppo del Brenta, se il parroco di Rallo, in Val di Non e altri cinque appassionati di montagna non avessero deciso un'escursione per sistemare una croce sulla vetta. La missione è avvenuta domenica 17 agosto e oltre al sacerdote, don Adolfo Scaramuzza, vi hanno preso parte i cugini Dario ed Edoardo Busetti, Annibale Odorizzi, Luigi Zenoniani e Rinaldo Cicolini. Partenza all'alba, trasferimento su un fuoristrada fino a una baita, poi a piedi con sulle spalle la croce di legno alta due metri e mezzo, il cemento, la sabbia, l'acqua, i picconi, due ore di marcia e arrivo sulla vetta. Racconta Edoardo Busetti, agricoltore, 55 anni: «Dopo avere mosso le lastre a colpi di piccone, ho intravisto una bottiglia rotta, collo all'ingiù. ancora quel tappo di sughero intatto-. All'interno, visibile," un biglietto da visita, carta spessa, formato rettangolare, un po' consunto solo da un lato. Al centro, stampato, un nome. Ivo Silvestri, sotto, scritti a mano con matita copiativa, altri due nomi, solo in parte leggibili. Di seguito, una frase in lettere greche e una data, 1885 sottolineata tre volte. «Avevamo recuperato senza saperlo — racconta Dario Busetti — una reliquia lasciata II 101 anni fa dai tre scalatori che volevano lasciare un messaggio ai posteri. Comprensibile la nostra emozione-. Questa la traduzione letterale dal greco dello scritto: «Al ventisettesimo giorno dell'ottavo mese, questo abbiamo fatto-. Un'impresa alpinistica firmata e datata, insomma, eccezionale in quell'epoca. «Raggiungere la cima del Sasso Rosso ora — ricordano I cugini Busetti appassionati scalatori — non comporta particolari rìschi, ma cent'anni fa, con l'attrezzatura precaria e le scarse conoscenze, dev'essere stata una conquista memorabile». Ma chi è quell'Ivo Silvestri che ha voluto lasciare il suo biglietto da visita e il messaggio nella bottiglia ritrovata sul Sasso Rosso? In Val di Non, molti vecchi lo ricordano ancora per essere stato il primo medico chirurgo della zona. Nato a Terzolas, in Val di Sole, nel 1867, durante l'imperiai regio governo austroungarico, medico di bordo per anni su navi del «Lloyd austriaco società di navigazione a vapore», lunghi soggiorni in Cina e Giappone, poliglotta e naturalista convinto. Ivo Silvestri è stato anche il fondatore dell'ospedale di Cles. Il reparto di chirurgia gli ha dedicato una lapide affissa al muro, per ricordare la sua attività filantropica oltre che la sua figura di chirurgo-pioniere. Un medico d'altri tempi, insomma, che quando veniva chiamato nelle sperdute baite d'alta montagna a curare i malati, era solito offrire più che ricevere compensi. Pochi invece in Val di Non e in Val di Sole sapevano che il Silvestri in gioventù fu anche un coraggioso scalatore e anticipatore dello sport alpinistico. Un motivo in più per nonesi e solandri, abitanti delle due valli, per esaltarne la straordinaria figura. Guido J. Faglia

Persone citate: Adolfo Scaramuzza, Annibale Odorizzi, Busetti, Dario Busetti, Edoardo Busetti, Luigi Zenoniani, Rallo, Rinaldo Cicolini

Luoghi citati: Cina, Cles, Giappone, Terzolas, Trentino, Trento