I valdesi: boicottaggio bancario contro l'apartheid di Pretoria

I valdesi: boicottaggio bancario contro l'apartheid di Pretoria L'intervento al Sinodo di Benny Nato dell'Africa national congress I valdesi: boicottaggio bancario contro l'apartheid di Pretoria DAL NOSTRO INVIATO TORRE PELLICE — Pace, razzismo, disarmo e obiezione di coscienza al centro del dibattito della seconda giornata sinodale. Ha cominciato Benny Nato fiduciario per Italia e Grecia dell'«Anc» (Africa national congress) raccontando le atrocità di cui si è macchiato e continua a macchiarsi il regime razzista di Botha in Sud Africa. Da lui è venuto l'invito pressante affinché le Chiese dei Paesi liberi appoggino la campagna per le sanzioni contro il governo di Pretoria unendosi non solo idealmente ai fratelli cristiani che in Sud Africa sono perseguitati. Il sinodo valdo-metodista ha confermato la linea già espressa lo scorso anno e cioè che le argomentazioni bibli co-teologiche con le quali le Chiese bianche giustificano l'apartheid costituiscono una vera e propria eresia. A sua volta il pastore metodista Aurelio Sbaffi attuale presidente della Federazione italiana delle Chiese evangeliche ha detto di aver informato la banca presso la quale sono depositati i fondi della Federazione che se essa intrattiene rapporti con il governo sudafricano verranno sospese tutte le operazioni. Una presa di posizione in sintonia con il documento votato dalla Conferenza mondiale metodista svoltasi a luglio a Nairobi che ha appunto invitalo gli aderenti al boicottaggio bancario. Gli interventi di Nato e di Sbaffi hanno suscitato pa¬ recchia attenzione, anche in chi pur contrario all'apartheid dà un certo credito alla politica di Botha: un dissenso minoritario, un distinguo velato che tuttavia è misura di quanto è complessa e spinosa all'interno del mondo protestante la «questione Sud Africa... Poi il tema della pace, caro ad una comunità che storicamente ha conosciuto secoli di guerra. Pace: con vari corollari che si innestano su un problema avvolto da tante buone intenzioni. Che fare? I protestanti hanno lanciato con scarsi risultati l'appello per un concilio di tutte le confessioni. E' un terreno minato da mille difficoltà politiche e religiose, i cattolici ad esempio eccepiscono che spetta solo al Papa l'iniziativa conciliare, gli ortodossi non riconoscono' altri concili! posteriori allò scisma e via di questo passo. Forse sarà possibile radunare una assemblea mondiale nel 1990. Intanto Papa Giovanni Paolo II ha bruciato le tappe invitando i rappresentanti di tutte le religioni a riunirsi ad Assisi il 27 ottobre per una comune riflessione sulla pace. Tra i valdesi pa- recchi storcono il naso: scorgono nel gesto del Pontefice una contro mossa per stoppare l'iniziativa dei protestanti. Ufficialmente i valdesi non hanno ricevuto inviti: il moderatore della Tavola, pastore Giorgio Bouchard, ha detto che la preghièra dev'essere una fatto privato e non trionfalistico. Formalmente il sinodo ignora l'invito e nessuno fa mistero che se dipendesse da loro, ad Assisi valdesi, metodisti, battisti non ci andrebbero. Indirettamente, tuttavia, saranno rappresentati perché il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec) che riunisce tutti i protestanti ha accettato di presenziare alla preghiera comune che si terrà nella città di Francesco. Pare che a sua volta la Chiesa cattolica abbia dato l'assenso per partecipare alla futura assemblea del '90. Intese di vertice, insomma, che suscitano fremiti nelle comunità di base. Intanto qualcosa perché pace non resti soltanto una parola, qui al sinodo si fa. Si discute almeno se i fedeli de vono o no aderire ad un'e ventuale campagna di disubbidienza civile (obiezione fiscale alle spese militari) o se si debbano invitare le Chiese valdesi -a farsi carico dei prò blemi di coscienza di molti fratelli che provano disagio a lavorare in industrie produt trici di materiale bellicoquesto punto è già stato approvato da metà delle Chiese evangeliche. Pier Paolo Benedetto

Persone citate: Aurelio Sbaffi, Benny Nato, Botha, Giorgio Bouchard, Giovanni Paolo Ii, Pier Paolo Benedetto, Sbaffi