E in caserma arriva Rambo di Alberto Rapisarda

E in caserma arriva Rombo La discussione tra i partiti su un esercito di mestiere E in caserma arriva Rombo Tutti d'accordo (tranne dp) su un aumento dei volontari e su una riduzione dei contingenti di leva - Secco «no» all'abolizione, proposta da msi e psi, del servizio obbligatorio - «E' previsto dalla Costituzione» ROMA — All'improvviso, il soldato di leva non lo vuole quasi più nessuno. Per i giovani che dovrebbero prepararsi ad andar sotto le armi si aprono orizzonti nuovi di esenzioni più facili. I vertici militari ne vogliono il meno possibile di questi ragazzi troppo fragili che passano rapidamente nell'apparato militare senza prendere e senza dare nulla. I politici li assecondano già da un paio di anni in questa operazione che rende contemporaneamente felici le famiglie. Ma nessuno, salvo i missini, era arrivato a chiedere l'abolizione secca del servizio militare obbligatorio e l'adozione di un esercito di mestiere. La proposta lanciata ieri dal coordinatore della segreteria socialista. Vincenzo Balzamo. ha lasciato tutti di stucco. Rambo al posto di Marmittone? «La tesi che abbiamo sostenuto per anni, della riforma in senso professionale dell'Esercito, si fa strada al di là delle più rosee previsioni» dice soddisfatto il senatore missino Aimone Finestra, responsabile per il settore difesa per il suo partito. • L'uscirà di Balzamo è sor¬ prendente perché non c'è stata preparatone. E' venuta a freddo-, nota perplesso ma anche molto interessato il prof. Ruggero Orfei. il maggiore esperto di cose militari dell'area cattolica. Chi più, chi meno, tutti i partiti sembrano accogliere con favore una decisa revisione del servizio di leva. L'unico «no» netto viene da democrazia proletaria. «E' una proposta demagogica e pericolosa quella dell'abbandono della leva, proponendo in eaìnbio un esercito di "Rambo" nostrani subordinati ai disegni Nato-, dichiara preoccupata la segreteria di dp. Denuncia Edo Ronchi, deputato demoproletario: «I responsabili socialisti nella commissione Difesa della Camera non avevano mai presentato una proposta del genere. A me pare una "boutade" di agosto. Il processo di professionalizzazìone delle Forse annate avanza invece col disegno di legge attualmente all'esame del Senato». Il testo è sottoscritto da democristiani, comunisti e socialisti e alla Camera era andato avanti speditamente. La sua trovata è quella di fornire agli Stati Maggiori giovani di leva ma per un tempo sufficiente per farne degli specialisti. Il militare di leva potrebbe, cioè, scegliere di prolungare il servizio militare per 2-3 anni ricevendone in cambio uno stipendio che potrebbe corrispondere a circa 800 mila lire al mese. Questi volontari dovrebbero essere 26 mila. Una proposta che potrebbe allettare, data l'esiguità del «soldo» assegnato attualmente. Ma tutto si è bloccato perché il Parlamento non riesce a trovare i denari per finanziare l'operazione. Alla ripresa post-feriale, però, l'esame riprenderà certamente con più impegno. La preoccupazione maggiore che fa esitare i politici è quella di dover eventualmente modificare l'art. 52 della Costituzione che prevede il servizio di leva obbligatorio: «La difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino. Il servigio militare è obbligatorio nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge». «Anche dilatando l'interpretazione autentica dell'art. 52. non è possibile abolire il servizio obbligatorio», dice il democristiano Paolo Caccia. presidente della commissione Difesa della Camera. La dilatazione dovrebbe, secondo molti, arrivare sino a far compiere il servizio militare anche alle donne, visto che nella generica dizione «cittadino» sono evidentemente comprese anche loro. «Dal punto di vista costituzionale dovrebbe essere così, per avere una vera parità di diritti tra uomo e donna, ma per un fatto di opportunità lo si è lasciato sospeso» spiega l'on. Caccia. Questo non vuol dire che l'idea di far compiere un servizio obbligatorio anche alle donne non sia sempre più presente nelle proposte dei politici. L'on. Caccia propone di aumentare i volontari e di istituire, per gli arruolati obbligatoriamente, un corso di soli 3-4 mesi, per prepararli a costituire unità di difesa territoriale. E par di capire che anche le donne ne dovrebbero far parte. Il prof. Orfei riesuma una vechia idea di oltre dieci anni fa. che oggi potrebbe tornare di attualità: «Formare un servizio nazionale obbligatorio ripartito in un ramo militare e uno civile. Si potrebbe cosi dedicare un anno alla patria a fare il soldato, o a rimboschire, a fare il pompiere, a lavorare nella protezione civile, e dovrebbe valere per gli uomini e per le donne». I comunisti sono stati colti di sorpresa dall'offensiva d'agosto lanciata dal psi. «Non soltanto il pei ma tutta la sinistra ha da sempre sostenuto l'esercito di leva allo scopo di assicurare la partecipazione popolare alla difesa del Paese. L'esclusione dell'esercito di mestiere è storicamente dettata da ragioni politiche e costituzionali. Attendiamo di sapere se queste ragioni son venute meno; rileva polemico Aldo D'Alessio, responsabile della direzione del pei per i problemi militari. «Macché — replica il radicale Cicciomessere. anche lui esperto del settore —. i tentati colpi di Stato non sono stati impediti in Italia dalla componente di leva. Non è questo che dà garanzie di democraticità alle Forze armate». E anche lui ricorda che la Costituzione parla di tutti i cittadini obbligati al servizio militare. Servizio che andrebbe modificato all'incirca come propone Orfei. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Italia, Roma