Cara tv, auguri per l'87 sarà un anno agitato di Ugo Buzzolan

Cara tv, auguri per l'87 sarà un anno agitato Il «video estivo» è stato più vivo del solito Cara tv, auguri per l'87 sarà un anno agitato Quanta gente guarda la tv d'agosto, il mese che segna il culmine delle ferie? Mancano le statistiche, ma è molta, moltissima, e uno se ne rende conto proprio stando in vacanza. Nelle città — che non sono mai state poco spopolate come quest'anno — la televisione ha rappresentato il principale intrattenimento laddove la stragrande maggioranza dei cinema era chiusa e altri spettacoli erano carenti o assenti. Fuori citta, al mare o in montagna, bastano quarantott'ore per rendersi conto della situazione. I giovani di sera se ne vanno per i fatti loro come di regola negli altri periodi dell'anno, ma i non più giovani, al di là della passeggiata o della partita a carte, è davanti alla tv che passano le serate: dalle sale degli alberghi, dai minialloggi dei condomini e dagli agglomerati delle villette a schiera puntualmente si diffondono gli echi televisivi e dalle finestre aperte lampeggiano le immagini. In queste settimane la televisione è sempre stata alla ribalta per polemiche di vario genere. Si è dissertato anche sull'ipotesi che possa essere uno strumento nocivo da respingere, una jattura per i popoli, un catastrofico degrado ecc.; strano che, secondo la moda corrente, non ci abbiano trovato dentro pure il diavolo completo di corna, coda e zampetto caprino. Ma la televisione c'è, esiste ogni giorno, è una realtà insopprimibile che è puerile respingere: il grosso problema serio, e che dovrebbe impegnare tutti, è quello di riuscire a migliorarla. Scendendo dalle stratosferiche altezze di un discorso di principio all'umile terreno dei fatti, c'è da dire che a proposito di miglioramenti qualcosa di buono è comparso in questa estate tv: qualcosa di buono rispetto al vuoto dello scorso anno quando tutte le emittenti pubbliche e private avevano letteralmente chiuso bottega. I riconoscimenti sono da elargire con parsimonia: però quest'anno indubitabilmente c'è una maggiore vivacità complessiva, una discreta presenza di rubriche di informazione, varietà, nuovi sceneggiati, rappresentazioni di prosa e lirica, riprese dirette, dibattiti. Probabilmente anche i responsabili delle tv pubbliche e private si sono accorti che la platea estiva non è affatto deserta, al contrario, e non hanno varato programmazioni soltanto imbottite di telefilm e di film (in mezzo a cui per altro si rintracciano di sera e di primo pomeriggio autentiche rarità, di quelle che una volta mandavano in visibilio 1 frequentatori di cineclub). Ma stiamo per voltare pagina e dimenticare la tv delle vacanze: è alle porte la stagione '86-'87 che si annuncia zeppa di incognite, e presumibilmente agitatissima. Previsioni? Meglio fare degli auguri: che finalmente il Parlamento si decida a varare la legge di regolamentazione di cui slamo in attesa da dieci anni; che la Bai abbia 11 Consiglio di amministrazione in prorogatio da più di tre anni, e possa darsi un assetto e una strategia, e non sia soltanto terra di conquista e spartizione dei politici; che i network si sforzino di elevare il livello delle trasmissioni attenuando il loro clima di market perpetuo; e che infine — augurio a tutti e a beneficio di tutti — la pubbli' cita nelle sue varie forme aperte o subdole non diventi sempre di più la protagonista mattatrice e dittatrice del video. Ugo Buzzolan