La rivincita di Campione

Lei rivincita di Campione Dimenticata la pagina nera che nelP83 provocò quindici arresti Lei rivincita di Campione La casa da gioco, isola italiana in Svizzera, quest'anno incasserà 54 miliardi contro i 41 dell'85 - Grossi programmi per il futuro: un nuovo casinò, un palazzo dei congressi, un albergo e un autosilo per 600 vetture NOSTRO SERVIZIO CAMPIONE — Un frammento d'Italia in territorio svizzero che vive sul tavolo verde. Il Casinò è tornato agli antichi splendori dopo la gigantesca retata della Finanza dell'll e 12 novembre 1983, che aveva spazzato mafiosi, corruttori e usurai. Undici persone finirono in carcere, compreso il presidente. Nell'occhio del ciclone finirono anche le case da gioco di Saint Vincent, Sanremo e Venezia. L'istruttoria di questa operazione è alle conclusioni, fra qualche mese i rinvìi a giudizio. Il casinò di Campione, rimase chiuso per una cinquantina di giorni e i suoi 350 dipendenti, (tutti della società «Getualte», che l'aveva in gestione), licenziati. Il blocco delle roulettes mise in crisi alberghi, pensioni, ristoranti e bar. Campione (2.270 abitanti) vive sul Casinò, che è la sua principale se non unica fonte economica e quella brutta vicenda la mise in ginocchio. Ricordano che le strade erano vuote «anche i turisti di passaggio giravano alla largai. La cittadina non avrebbe potuto resistire a lungo con le porte del casinò sbarrate. Furono giorni difficili, densi di discussioni e polemiche con la magistratura che continuava le indagini e i sindacati che chiedevano la riapertura della casa da gioco per i dipendenti rimasti senza lavoro. L'autorizzazione arrivò dopo cinquanta giorni, grazie a Michele De Feis, commissario prefettizio del Comune, che diresse anche il passaggio della vecchia gestione con la nuova, quella attuale: • Campione d'Italia Iniziative s.p.a.», costituite, da Camera di Commercio, Amministrazione provinciale di Como e Regione Lombardia, (detiene il 78 per cento del capitale; il restante 22 appartiene al Gruppo imprenditori turistici associati lariani). Furono riassunti 354 dei 358 vecchi dipendenti e nominato il presidente, Giovanni Fiamminghi, un democristiano di Lecco. Ma durò poco: dal 29 aprile scorso è subentrato Armando Vidale, 64 anni, di Como, uno spedizioniere internazionale con molte idee e voglia di fare. Quando la pallina riprese a girare, la sera del 30 dicem¬ bre 1983, non c'erano molti giocatori, ma in compenso le puntate furono particolarmente ricche «sembrava che i clienti volessero recuperare il tempo perduto», ricorda un croupier. Fu registrato il pieno la sera dopo, con il cenone di Capodanno, che costò 250 mila lire a testa, escluso lo champagne. L'incasso diede un po' di respiro dopo i mancati guadagni registrati nei cinquanta giorni di chiusura forzata. E il bilancio annuale chiuse con 39 miliardi e 353 milioni, di poco al di sotto del solito traguardo che ara sempre stato di 40. La burrasca dell'83 è ormai dimenticata e il Casinò di Campione ha ripreso una lenta ascesa: il 1984 ha chiuso con un incasso di 41 miliardi e 492 milioni, nell'85 ha avuto una leggerissima flessione, 41 miliardi 252 (240 milioni in meno). Promette bene quest'anno: da gennaio a giugno di miliardi ne ha già incassati 26 e 859 milioni, quindi a dicembre dovrebbe sfiorare i 54. Il sorriso è tornato anche sulle labbra degli albergatori e dei gestori di bar. E fanno affari anche le auto pubbliche che trasportano a Campione i vecchi ha- bitues del tavolo verde che abitano nella provincia di Como. Racconta un croupier che tra questi giocatori c'è un'anziana signora che fa «il gioco della pulce» -punto pochissimo, si accontenta di vincere due o trecentomila lire e dopo un paio d'ore se ne va. E il taxi è fuori che l'aspetta...» La nuova gestione del Casinò punta in alto. Spiega VIdali: «Stiamo lavorando molto meglio del 1985, i risultati sono soddisfacenti. Il 4 luglio abbiamo presentato il progetto per un nuovo Casinò, un palazzo di congressi, un cinema-teatro di 700 posti e un autosilo per 600 vetture. Dobbiamo ancora definire i finanziamenti. Comunque la nostra idea è quella di dare a Campione una prospettiva un po' più internazionale di quanto lo sia oggi». Sarà costruito anche un albergo di 140 posti letto: «abbiamo già preso contatti con delle multinazionali e stiamo cercando il terreno — continua il presidente — Dobbiamo impedire che i clienti se ne vadano perché non trovano alloggio; un disservizio ormai intollerabile». Inoltre c'è in programma di potenziare il settore «americano» (slots machines): una tentazione in più per i giocatori che ha fruttato al casinò di Saint Vincent dai venti ai trenta miliardi. Le brutte esperienze servono ad aprire gli occhi e oggi 1 controlli su questo particolare mondo del gioco, sono più attenti: un minimo dubbio e arrivano i carabinieri. Sarebbero scomparsi anche i prestasoldi. quella piaga di usurai ai quali si rivolgevano i giocatori in bolletta per avere altro denaro: pur di ottenerlo, firmavano contratti capestro. Come sempre, nel Casinò di Campione non si entra con le lire, questo per impedire che una volta attraversata la frontiera, si vada invece a depositarle in una banca svizzera. A Brogeda (Chiasso) c'è un apposito ufficio dove il giocatore, prima di varcare la frontiera, versa la somma che vuole rischiare: gli viene rilasciata una ricevuta che la cassa del Casinò trasformerà in fiches. Se vince, stessa operazione: ricevuta e pagamento, sempre oltre la sbarra di confine, in territorio italiano. Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Armando Vidale, Giovanni Fiamminghi, Michele De Feis, Vidali