Nel carcere prima giorno senza sbarre coi parenti di Guerrino Cavalli
Nel carcere prima giorno senza sbarre coi parenti Parma, avviato il test-pilota «Aria-verde» Nel carcere prima giorno senza sbarre coi parenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARMA — Un chiostro tirato a lucido, panchine verniciate di fresco, una fontana limpida e tutto intorno fiori. Questa la cornice dell'Iniziativa «Aria-verde» che il Ministero di Grazia e Giustizia ha autorizzato in forma sperimentale per tre mesi nel carcere di Parma, ricavato da un vecchio convento francescano e riservato a detenuti minorati fisici. Un esperimento che apre nuove prospettive nella vita carceraria, con risvolti umani fino ad ora impensabili: la possibilità dei detenuti di incontrare all'aria aperta, senza barriere, mogli e figli di età inferiore al 14 anni. La concessione è riservata ai detenuti che si siano distinti per buona condotta: nello svolgimento dei lavori, nel profitto scolastico o nei corsi di addestramento professionale come nelle attività culturali, sportive e ricreative. Si tratta di un'operazione pilota, la prima in Italia, che se avrà successo sarà estesa ad altre carceri. I detenuti hanno accolto «Aria-verde» con particolare favore: dal loro comportamento dipenderà la possibilità che non rimanga un esperimento. Al termine dei tre mesi la direzione del carcere, affidata al dott. Raffaele Panico, invierà al ministero una relazione dettagliata e il ministero deciderà se estendere o meno l'autorizzazione per questi colloqui ad altri istituti di pena. La scelta di Parma non è venuta,a caso. Il carcere di San ~ Francesco, nonostante la carenza di personale, ospita 200 detenuti fra i quali numerosi ergastolani ed ex terroristi e vanta una lunga tradizione in materia di solidarietà e apertura. Risalgono al 1979 le prime ammissioni di detenuti al lavoro esterno (fra questi anche l'ergastolano Renzo Ferrari, il veterinario del bitter di Arma di Taggla); poi si tengono corsi professionali, sempre all'esterno, e scuole interne di teatro, di musica e da ottobre di informatica. Nel giugno scorso va ricordato, c'è stata una serata di spettacolo offerta dal detenuti alla città. Qualcosa insomma è cambiato dietro le sbarre: Parma è sempre stata all'avanguardia, afferma il dott. Panico, nel seguire una politica di apertura e di disponibilità. La prima giornata di «Ariaverde» — le altre avranno luogo il 6 e il 7 settembre, il 4 e 5 ottobre, il 25 e 26 ottobre 1*8 e 9 novembre — ha avuto per protagonisti tre detenuti i quali non hanno avuto difficoltà a incontrare giornalisti a dire i loro nomi, raccontare le loro vicende, a presentare le loro famiglie In visita. De vono scontare alcune decine di anni di detenzione: uno ha ucciso, un altro è stato con dannato per sequestro di per¬ sona, un terzo sta per uscire. Tutti e tre condividono la certezza del pentimento. Rosalino Ricco, stringe affettuosamente il figlio Angelo di 9 anni; Oianfrahcff'Wé- zini abbraccia e conforta la madre anziana tenendo fra le braccia tatuate la figlia piccolina; Valentino Sandri, mano nella mano con la consorte, guarda i suoi bimbi che giocano accanto alla fontana. Dice Rosalino Ricco: -Ho visto mio figlio Giovanni, il più piccolo, camminare carponi sul bancone dei colloqui vecchia maniera e lui non sa che sono suo padre, non sa die cosa significhi veramente questa parola-. Il direttore del carcere dott. Panico e il cappellano don Guido che da undici anni fa il sacerdote e segue da vicino i detenuti, osservano compiaciuti: si rendono conto che l'antico convento trasformato in carcere non è luogo ideale per risolvere 1 problemi di una casa di pena e dei suoi ospiti; mancano le strutture necessarie per attuare tanti progetti, la realizzazione di un carcere nuovo alla periferia della città per ora è un progetto. Ma per l'operazione «Ariaverde» può bastare Intanto il chiostro che un detenuto in semilibertà cura con amore e capacità, a dischiudere prospettive di radicale rinnovamento nella vita carceraria. Guerrino Cavalli
Persone citate: Panico, Raffaele Panico, Renzo Ferrari, Valentino Sandri
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