Geyser di morte

Geyser di morte Geyser di morte I gas si sono liberati mantenendosi a bassa quota Micidiale interazione tra acque e fluidi vulcanici L'emanazione di gas tossico avvenuta in Camerun nei pressi del lago vulcanico di Nios, con i suoi tragici effetti sulla popolazione, ci pone nuovamente di fronte a una catastrofe naturale di sconcertanti proporzioni. Le notizie di stampa e i dati scientifici disponibili non permettono attualmente di accertare l'effettivo meccanismo di innesco del fenomeno. E' però possibile azzardare alcune ipotesi. Il Camerun è un Paese ricco di gas naturale, generalmente associato a giacimenti petroliferi che si riscontrano in rocce sedimentarie ben diverse da quelle vulcaniche. Il fenomeno di Nios dunque non ha a che vedere con questo gas naturale ma con il vulcanismo della regione in cui il lago si trova, anche se un eventuale disequilibrio profondo legato al movimento di gas naturale può avere contribuito a innescare la catastrofe. Per poter meglio valutare i processi geologici e geochimici che hanno causato la sciagura è necessaria una dettagliata conoscenza della stratigrafia locale (successione verticale dei diversi tipi di rocce), dei dati geochimici relativi ai materiali emessi e degli eventuali eventi sismici (microsismi) che hanno accompagnato il fenomeno. Una certa analogia con manifestazioni vulcaniche simili ci permette tuttavia un approccio generico di tipo qualitativo. Il Lago di Nios giace al di sopra di una struttura vulcanica «circolare» di dimensioni chilometriche, detta caldera. Questi sistemi vulcanici sono stati accuratamente studiati nel corso degli ultimi anni. Durante la «fase di riposo» il vulcano mantiene un'attività di fondo idrotermale, caratterizzata dall'emissione di vapori prodotti dall'interazione tra le acque circolanti, di origine meteorica, e i fluidi vulcanici. Questa attività produce le fumarole, esalazioni gassose ricche in vapor d'acqua, idrogeno, acido solfidrico, cloridrico e fluoridrico nonché metano, ammoniaca, azoto e qualche gas nobile. E' verosimile che il fenomeno interessi il fondale del Lago di Nios in modo tale da indurre la dissociazione degli acidi in soluzione acquosa e da causare un elevato grado di acidità dell'ambiente lacustre in prossimità del fondale. Se aumenta il flusso di ca- lore proveniente dalla camera magmatica profonda del centro vulcanico, viene a innescarsi, nelle rocce prossime al fondale, una repentina transizione liquido-gas con un concomitante aumento di volume che causa, a sua volta, una vera e propria eruzione a pennacchio, geyseri forme. Il verificarsi del fenomeno coinvolge la colonna di materiali sovrastanti il luogo in cui avviene il disequilibrio termodinamico. Viene quindi eictlata nell'atmosfera una nube costituita da fasi solido-liquido-gassose di bassissima densità (non superiore a 0.01 grammi per centimetro cubo) che può essere facilmente trasportata dai venti e avere effetti devastanti sull'ambiente circostante. Durante l'eruzione si ha l'ossidazione dell'acido solfidrico con produzione di acqua e anidride solforosa, quest'ultima particolarmente tossica. Una dinamica eruttiva di questo tipo, con un grado di nocività trascurabile, è stata osservata nel lago intracraterico del vulcano Poàs in Costa Rica. Pennacchi di zolfo e anidride solforosa sono anche stati fotografati dalle sonde Voyager 1 c Voyager 2 su Io. satellite di Giove. Probabilmente nel caso del Lago di Nios non si è sviluppata fino in fondo l'eruzione geyseriforme. ma i gas venefici si sono liberati dalla superficie del lago rimanendo a bassa quota e provocando i fenomeni fisico-chimici responsabili delle numerosissime vittime. Corrado Cigolila geologo

Luoghi citati: Camerun, Costa Rica