II Cremlino: non c'è data per il vertice di Emanuele Novazio

II Cremlino: non c'è data per il vertice In Usa si parlava di 17 novembre-5 dicembre II Cremlino: non c'è data per il vertice Polemica precisazione: «Nessun accordo in proposito, un summit ha senso solo se dà frutti)) - Sulla moratoria voci di dissenso tra i militari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — La data del secondo vertice Gorbaciov-Reagan non è ancora stata fissata, nessun accordo è stato raggiunto in proposito. Per bocca del primo viceministro degli Esteri, Yuli Vorontsov, Mosca smentisce in una con ferenza stampa le indiscrezio- ni Ci fonte americana secondo le quali Gorbacìov e Reagan avrebbero deciso di vedersi tra il 17 novembre e il 5 dicembre. E ribadisce: «Un summit non avrebbe senso se non desse frutti., se non portasse a «seri accordi sul disarmo». Per esempio, su una messa al bando degli esperimenti nucleari: in proposito «non ci sono ostacoli, perché siamo disponibili a ogni tipo di verifica sul posto». Quanto alle «fughe di notizie, dagli Usa, sono artifici: vogliono presentare il comportamento americano in questa fase delle trattative in «una luce più favorevole». Le parole di Vorontsov sono, probabilmente, un riferimento ai soli punti della lettera di Reagan usciti dal riserbo della Casa Bianca, e non un giudizio sulla risposta americana nel suo insieme: una replica ufficiale sovietica non c'è ancora stata, e più volte, nei giorni scorsi, Mosca lia ripetuto che il messaggio del presidente Usa «è in fase di studio attento e serio». Afa danno il senso del momento: dopo il rinnovo della moratoria unilaterale sugli esperimenti atomici, annunciato la scorsa settimana da Gorbaciov, Mosca monta, intorno alla decisione del Segretario generale, una fitta cortina retorica. Come ieri. Insieme con Vorontsov c'era il maresciallo Akhromeyev, capo di Stato Maggiore e primo viceministro della Difesa: anche le sue parole sono state un rilancio nel campo americano delle critiche, delle accuse, della diffidenza con cui la moratoria è stata accolta Oltreocea no. «Le obiezioni Usa sul tema delle verifiche — ha detto Akromeyev — servono a nascondere il vero obiettivo di Washington, quello cioè di continuare a preparare le "guerre stellari" per spogliare le forze nucleari strategiche dell'Urss del loro valore» Mirano a "disarmare l'Urss" quindi; a far sì che Washington «acquisisca la possibilità di minacciarla in permanenza con un massiccio attacco nucleare». Ma, ha detto Akhromeyev echeggiando il recente intervento di Gorbaciov, se gli Usa non desisteranno dal loro progetto stellare, Mosca «risponderà» con «misure corrispondenti», che renderanno fantasticamente costoso» il programma americano. «Non sarebbe la risposta che gli Usa si aspettano»; sarebbe una risposta che svaluterebbe lo scudo americano». Il capo di Stato Maggiore ha anche definito la possibile risposta sovietica «identica» all '«azione» americana: facendo sorgere il dubbio, in alcuni osservatori occidentali, che i militari stiano spingendo per l'adozione di un programma -stellare- pari a quello Usa, mentre i -politici- preferirebbero altre vie. La lettura -polemica- delle parole di Akhromeyev fa eco alle voci di malumori negli ambienti militari dopo la nuova estensione della mora torio. Ieri, il maresciallo le ha respinte, ma in termini che a qualcuno sono sembrati una larvata opposizione ad altri rinnovi: «La scelta' della mo ratoria non è stata facile, ma è stata presa di comune accordo tra militari e politici sulla base di una valutazione equilibrata degli aspetti militari e politici del problema».. vantaggi politici hanno in sostanza superato, finora, i costi subiti dal programma nucleare sovietico, che pure ci sono stati: «Abbiamo dovuto accettare un certo danno, ma lo abbiamo considerato tollerabile»; da un punto di vista puramente militare, infatti, «la continuazione dei test ha dato agli Stati Uniti certi vantaggi». Ma l'ampiezza di questi vantaggi «è un'altra questione: l'equilibrio EstOvest non è stato alterato». Emanuele Novazio