L'anima dei pentiti di Gianni Vattimo

L'anima dei pentiti L'anima dei pentiti (Segue dalla 1* pagina) polizia e magistrati, con tutti gli assurdi connessi (più pentiti risultano sempre i più sanguinari, che hanno più complici da tradire). Ma l'assurdità, ormai evidente, del pentitismo — che dilaga dal campo del terrorismo a quello di ogni tipo di delinquenza — si dovrà vincere mediante un assurdo ancora più grave, cioè prendendo ancora più alla lettera il significato religioso-morale di pentimento, e assegnando allo Stato il compito di giudicare le coscienze? Non vorremmo peccare di cattivo gusto: ma il senso dei processi e delle torture della Santa Inquisizione era proprio questo, bisognava produrre nell'accusato il vero pentimento per amore della sua anima. Certo, le nostre leggi prevedono che la condanna sia «rieducativa». Ma ciò, crediamo, deve valere solo come norma negativa: il carcere non deve essere pura vendetta; e, soprattutto, non deve essere quel luogo disumano che i oggi. Forse, invece di un'assai improbabile commissione di esperti dell'anima, sarebbe più giusto assicurare celle più vivibili, servizi igienici efficienti, processi più rapidi. Con tutto il rispetto per le buone intenzioni del ministro, ci permettiamo di dubitare non solo della realizzabilità della sua proposta, nell'attuale sfascio dell'amministrazione giudiziaria; ma, soprattutto, della visione dello Stato che la ispira. Gianni Vattimo