Contro la scure di Gorica Sindacati e Confindustria di Emilio Pucci

Contro la scure di Gorica Sindacati e Confindustria Finanziaria '87 : no ai tagli degli oneri sociali e della «cassa» Contro la scure di Gorica Sindacati e Confindustria ROMA — -Caro Gerla, l'industria ha sempre pagato ed è sempre pronta a dare il suo contributo per lo sviluppo*. Gli imprenditori replicano garbatamente, ma con toni fermi, all'invito del ministro del Tesoro a -fare sacrifici». Goria nella Finanziaria '87 vorrebbe ridurre gli oneri sociali e aumentare il costo della cassa integrazione. Due misure che non piacciono in Confindustria. Il vicepresidente Carlo Patrucco e il direttore generale Paolo Annibaldi sostengono che non è questa la strada per dare slancio alla produzione e quindi all'occupazione. Le misure annunciate rischiano anche di complicare le trattative per i rinnovi dei contratti di lavoro. La legge finanziarla non è ancora scritta ma continua a scatenare polemiche. Giovedì o venerdì (non è ancora partita la convocazione ufficiale) si riunirà il Consiglio dei ministri per una prima messa a punto della manovra economica. Craxi invita alla calma, ma questo Goria con la scure in mano non piace a nessuno. E, in prima fila, sul fronte delle critiche ci sono i sindacati e gli industriali. -E' preoccupante — dice Patrucco — la precipitazione con la quale il governo si appresta a definire la Finanziaria. Non vorrei che alla fine le parti sociali rimanessero tagliate fuori e non potessero dare alcun contributo». Implicito l'invito ad un confronto con U sindacato e forse ad una battaglia comune -per la crescita della base produttiva e per arginare il dilagare della disoccupazione: Gli imprenditori sono sempre convinti che, dopo il grande impegno nella lotta contro l'inflazione, ora c'è la grande occasione, offertaci dalla favorevole congiuntura internazionale, per un rilancio degli investimenti e della nostra competitività. Ci vorrebbe una politica economica coraggiosa, ma Goria affermando che -l'industria non può tirarsi fuori dal risanamento del bilancio italiano, quando è tornato il profitto», avanza delle proposte ritenute puntive dagli imprenditori. «Quando si parla di oneri sociali — precisa Annibaldi — si dimentica spesso che per l'impresa si tratta dì oneri impropri, cioè di oneri sociali che non le competono. Quindi la fiscalizzazione restituisce, ma solo parzialmente». L'industria, dunque, il suo contributo lo sta dando. E adesso il governo, Invece di prevedere interventi fiscali che consentano il rilancio degli investimenti, punta al taglio della fiscalizzazione degli oneri sociali e alla crescita dei costi per la cassa integrazione guadagni. «Se si darà una botta di questo tipo, ci sarà poco spazio per i contratti», dice Annibaldi. -Finanziaria e contratti di lavoro — aggiunge Patrucco — sono due questioni doppiamente legate fra di loro. E a legarle è il costo del lavoro che dovrà essere contenuto entro lo stesso tetto previsto per l'inflazione (4 per cento nell'87, ndr). Gli spazi sono già minimi. Se nella legge finanziaria si ridurrà la fiscalizzazione, questo fatto fi¬ nirà col pesare sul quadro contrattuale. Gli imprenditori non possono dimenticare quanto è avvenuto nell'85, quando nella primavera abbiamo avuto un primo taglio degli oneri sociali e poi un altro nella finanziaria. La conclusione è stata un incremento del costo del lavoro nell'86 dell'1,9 per cento, dovuto esclusivamente ad interventi politici». Nessuno lo dice apertamente, ma c'è il rischio di un nuovo autunno caldo che riaprirebbe una frattura nelle relazioni industriali. Evento che neppure i sindacati vogliono. La Uil, prima con il segretario Benvenuto e poi con Liverani, torna a proporre una grande alleanza, perché gli imprenditori e i sindacati -hanno obiettivi comuni e, soprattutto, quello di opporsi ad una Finanziaria che non favorisca l'espansione produttiva». Un confronto con le parti sociali è sollecitato dal democristiano Pomicino. Dal governo replica il ministro del Bilancio, Romita, il quale non nasconde i contrasti ma si dice sicuro che -alla fine un'intesa si troverà» e che la Finanziaria non sarà una legge ragionieristica ma di sviluppo. Emilio Pucci Il ministro Goria

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