Con l'argento nella storia di Gianni Romeo

Con l'argento nella stona Con l'argento nella stona DAL NOSTRO INVIATO MADRID — Venerdì sera, nella monumentale piscina di Madrid, costruita con una spesa di 12 miliardi per ospitare i campionati mondiali di nuoto, è avvenuto uno di quei fatti straordinari, che nello sport diventano prima storia e poi leggenda. Per assegnare il titolo della pallanuoto, nella finale tra Jugoslavia e Italia, ci sono voluti otto tempi supplementari dopo i quattro regolamentari: 28 minuti effettivi di gioco, cioè con il cronometro fermo quando la palla non è in movimento, nella prima fase; altri 24 minuti poi. Praticamente è come se si fossero giocate due partite, come se nella finale dei mondiali di calcio ci fossero volute tre ore per decidere della supremazia di una squadra sull'altra. Le emozioni hanno fatto da supporto incredibile a questa maratona, perché ta Jugoslavia ha segnato la rete decisiva (12-11) quando al fischio finale mancava meno di un secondo. Qualcuno rievoca ora, nella frenetica ricerca di paragoni, una partita di pallanuoto che in Australia durò una giornata intera, ma questi sono episodi da Guinness dei primati; nei tornei di valore mondiale mai era accaduto un fatto del genere. Le fasi alterne dell'incontro e i colpi di scena suggeriscono il facile paragone con quell'indimenticabile Italia-Germania di calcio che si giocò in Messico ai campionati mondiali del 1970; oppure con la più recente partita tra Brasile e Francia, del giugno scorso. Gianni Lonzi, uno dei componenti del msettebello di pallanuoto che conquistò la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e poi commissario tecnico della squadra campione del Mondo a Berlino nel 1978, ritiene che il paragone con le partite di calcio citate sia abbastanza calzante. Proprio come in quei casi la fatica e l'istinto venerdì sera hanno preso il sopravvento sul ragionamento e sull'intenzione di applicare schemi collaudati, l'incontro è diventato una specie di lotteria, a scegliere il vincitore è stato soltanto il caso. E la fatica degli atleti è stata al limite dell'asfissia. C'è però una differenza sostanziale con il calcio, e cioè il fatto che la pallanuoto si gioca in acqua, per cui anche soltanto stando fermi, senza partecipa re all'azione, si verifica nei giocatori un trapasso di calore che crea dispendio di energie notevole. Gli italiani protagonisti di questa finale sono dimagriti da tre a cinque chili l'uno in 52 minuti di partita: per il freddo dell'acqua, per la tensione nervosa, per gli scatti e le lunghe nuotate. A differenza del calcio, poi, ricorda il medico della squadra Bonsignore, quando arrivano i crampi non è che ci si possa sedere per terra... Sono usciti dall'acqua lividi, con occhiaie profonde, completamente sfiniti, tremanti. Lo sport è pieno di storie esaltanti e crudeli insieme, ma in genere sono sempre state faccende private del maratoneta o del pugile, difficilmente di una squadra. Il regolamento della pallanuoto da molti anni prevede i tempi supplementari ad oltranza in caso di parità, ma era quasi ignorato perché non aveva avuto motivo di essere applicato. I tornei mondiali e olimpici prevedevano sempre gironi finali a quattro squadre, decisi dalla classifica complessiva. Il caso ha voluto che appena si è optato per una finale secca, questo regolamento ha mostrato tutta la sua crudeltà. Se lo jugoslavo Milanovic non avesse segnato allo scadere dell'ottavo tempo supplementare, si sarebbe proseguito ancora; erano già stati espulsi quattro giocatori per parte che avevano raggiunto il massimo consentito dei tre falli. Ogni squadra ha a disposizione dodici giocatori oltre al secondo portiere, di cui sette vanno in acqua. Restava dunque una sola possibilità di cambio a testa, ma il gioco al massacro sarebbe in teoria continuato fin quando ci fossero stati almeno cinque pallanotisti in acqua, due da una parte e tre dall'altra. Cosi dice il regolamento. Venerdì per fortuna non si è arrivati a questo, ma sarebbe il caso di rivedere certe disposizioni. Gli italiani, quasi tutti giovanissimi, 22 anni di media, avranno in premio un orologio a testa, per ricordare l'ora e il giorno in cui hanno lasciato cinque chili di sudore e fatica in acqua. In questo la maratona di pallanuoto tra Italia e Jugoslavia non ha avuto nulla a che vedere con Italia-Germania di calcio. Gianni Romeo

Persone citate: Bonsignore, Gianni Lonzi, Milanovic