Festival canadese, polemica italiana di Marinella Venegoni

Festival canadese/ polemica italiana All'apertura di Montreal Franco Zeffirelli accusa: «Non mi avete invitato» Festival canadese/ polemica italiana Gli organizzatori affermano di aver chiesto più volte la presenza del regista • Perplessità per aver aperto la rassegna con «Otello» - Massiccia presenza dei francesi (Rohmer, Resnaìs e Deville andranno poi a Venezia) - Victoria Abril parla del film girato a Napoli con Giannini DAL NOSTRO INVIATO MONTREAL — Il Festival del Cinema di Montreal: è subito polemica all'italiana. Ha aperto, fuori concorso, {'«Otello» di Zeffirelli, da New York lo stesso giorno è arrivato un telegramma di protesta, firmato dal regista: ■.Ho saputo dai giornali che il mìo film apre il Festival, mi sarei sentito piii onorato se fossi stato informato e invitato ufficialmente, ma è possibile che nell'industria cinematografica e nei Festival ci sia gente che crede ancora che i film siano fatti dalle "Kodak" e non dai registi». Il direttore del Festival. Losique. è perplesso, non capisce cos'è successo al regista. Fa vedere telex su telex datati metà luglio, in cui si dice che Zeffirelli non è disponibile: «L'ho invitato almeno per quattro vie diverse, la Cannon mi ha promesso il film a Cannes». Mario Natale, delegato italiano al Festival, conferma il «no» del regista, pronunciato in presenza di autorevoli testimoni. Zeffirelli è a Positano (dove ha appena ricevuto un accorato telegramma di Losique), sta preparando il suo festival, chi ha scritto da New York? Misteri dello show-business, anche se si dice che l'autore di «Otello» non voglia fare uno sgarbo alla Scala che destino, è attualmente in trasferta canadese: nel teatro milanese, è infatti in programma per ottobre l'anteprima italiana del film. Ma se fosse stato qui. il re gista non si sarebbe diverti to: uno strappo della pellico la, durante la proiezione, ha visto svuotarsi in gran furia alcune file, gli applausi alla fine sono stati frettolosi, il critico di un giornale locale ha scritto: «Avendolo visto a Cannes, era proprio il caso di aprire il Festival con "Otello"?:. Chi lamenta l'eccessiva partecipazione francese a Venezia, dovrebbe vedere il programma di Montreal. Se in concorso, fra venti lungometraggi, si trova soltanto il divino Beineix di «Betty Blue», fuori competizione abbiamo contato 14 opere fran cesi su 57, tralasciando le se zioni collaterali. Patria dei francofoni nel bilinguismo nevrotico che regna qui. Montreal difende la sua identità facendosi preda affascinata dell'assalto dell'Europa, e soprattutto della madre Francia. Questo è l'unico Festival competitivo del Nord America: «Ci ispiriamo a Cannes» si è detto con orgoglio al gala di apertura, e il direttore dei Palmarès Viot è ospite d'onore alla rassegna. Verranno proiettati a Montreal prima che al Lido tre opere francesi, «Mèlo» di Resnais, «Le ruyon verU di Rohmer e «Le paltoquet» di Deville. E in più ci sono la Deneuve nel film di Techiné «Le lìeu du crime», «L'aube» di Miklos Jancsò, « Yiddish connection» di Boujenah. con Ugo Tognazzi e Aznavour. Il Canada si fa pubblicità alla tv CBS, lo slogan è «Siamo la futura porta del mondo». La porta è socchiusa sul mercato degli Stati Uniti, chi ha più carte le gioca. L'Italia non ha ragione di lamentarsi, per il direttore del Festival Losique contano ancora i nomi, i personaggi, la storia e le storie: «Il cinema è nato dalla strada e li deve restare». Fra i nostri in concorso, sono stati scelti «Speriamo che sia femmina» (coproduzione italo-francese) di Monicelli, che è stato avvertito e verrà, e «Tutta colpa del paradiso» di Nuti con Ornella Muti. Fuori competizione, «Il diavolo in corpo» (coproduzione italo-francese) di Bellocchio, «I soliti ignoti ven¬ t'anni dopo» di Todini, «La venexiana» di Bolognini e «La messa è finita» di Nanni Moretti. In più ci sarà un omaggio a De Laurentiis. uomo ponte fra l'Europa e l'America, e a Fellini con «La strada» e «Le notti di Cabiria»: arriverà Giulietta Masina, per il 1° settembre è previsto un collegamento via satellite fra la moglie a Montreal e il marito a Cinecittà sua seconda casa. Ma si attende soprattutto un'altra italiana in concorso, Isabella Rossellini, protagonista osée, con Dennis Hopper, del thriller statunitense di David Lynch «Blue Velvet», assente da Venezia. Montreal è una città che sa di Stati Uniti e di provincia. Al gala di apertura, per fe- steggiare i dieci anni del Festival, molte signore malvestite e assorte nei propri abiti, molti smoking, molte facce piene di salute. Atmosfera felliniana per via di un gruppo di indiani in costume, mezzi nudi sul marciapiede, ad affrontare il freddo della sera per salutare autorità e personaggi: Pierre Trudeau, abbronzato e in giacca bianca, accompagnato da Norman Jewison (Agnese di Dio) il più illustre regista locale con la bella barba sale e pepe; Hanna Schygulla che è in Canada per girare Barnum con Burt Lancaster; Claude Miller (L'effrontée) con Charlotte Gainsbourg, presidente della giuria. Il primo film in concorso è stato l'interminabile riempo de silenciò di Aranda: animali vivi sezionati, sangue, miseria e sporcizia iperrealista, un racconto spagnolo venato di humour inglese nella storia di un giovane e sprovveduto medico ricercatore coinvolto in un aborto. Vi recitano Francisco Rabal e Victoria Abril. Ventisei anni, visino grazioso consacrato da Beineix in La lune dans le caniveau, l'attrice entra dopo Angela Molina nel filone delle spagnole-napoletane: ha appena girato a Napoli con Giancarlo Giannini regista e protagonista Terno secco. Nel film, Victoria è la moglie di Giannini: «Una napoletana un poco passa con i capelli scarmigliati che grida per avere il pane e poi diventa una- gran signora». Unica diva finora al Festival, quaranta film girati in dieci anni, la Abril è aggressiva e determinata, fino all'incontro con Beineix la vita le ha insegnato molto. «I film non basta farli, bisogna promuoverli», e va, parla, si fa intervistare, sorride, si porta dietro il regista silenzioso. «Gran fortuna questo film, un bel personaggio femminile. Oggi è una catastrofe: la donna per i registi è solo muscoli, credo che la Streep s'inventi le storie e le proponga se no non lavorerebbe così, lo non voglio fare i polizieschi, piuttosto sto a casa». Marinella Venegoni Zeffirelli arrabbiato - Victoria Abril (qui nel film di Beineix). una delle prime dive arrivate al festival