Quel filo accusa il vigile

Quel filo accusa il vigile Sopralluogo per il ferimento del motociclista senza casco Quel filo accusa il vigile Franco Adroit, dal finestrino della Ritmo, ha impugnato la sua Beretta - Stendendo una cordicella bianca, giudice e periti hanno ricostruito la traiettoria del proiettile: sfiora la nuca di Antonio Mancosu - Il civich reagisce: «Quand'è partito il colpo il ragazzo era a terra» - Dibattito all'interno del Corpo sull'uso delle armi Il vigile sale sulla Ritmo, mette il braccio destro fuori dal finestrino, impugna la Beretta 7,65, la punta verso l'alto. -La tenevo cosi», spiega al giudice Rizzo. E' il momento più drammatico del sopralluogo: 11 brusio della folla che si accalca sul marciapiede si spegne, centinaia di occhi sono puntati sulla pistola. Pallido e teso, in jeans e pullover azzurro chiaro, il vigile Franco Adroit cerca conforto, con lo sguardo, nei colleghi vicini. Antonio Mancosu si stacca dai genitori, si avvicina al Ciao marrone, accanto al marciapiede, mima la scena: -Mi trovavo qui quando ho sentito il colpo alla testa». I periti stendono una cordicella dalla canna dell'arma al foro del prolettile nella vetrina di una cartoleria al numero 46 di corso Giulio Cesare. Il filo teso sfiora la nuca di Antonio ancora incerottata per la ferita. Al contatto, li ragazzo ha un brivido, impallidisce. Il giudice Rizzo lo tranquillizza: -E' questione di un attimo-. I periti d'ufficio Nebbia e Viglino e quelli di parte Ohio e Oriva attorniano la Ritmo, scattano foto, confabulano tra loro e con l'avv. Longhln che, con il prof. Dal Plaz, assiste il vigile indiziato di tentato omicidio. Sanno che il nodo cruciale è la traiettoria del proiettile: da essa dipende la sorte del vigile. E quel filo che sfiora la testa di Antonio sembra un'accusa. Lo capisce anche Franco Adroit che ha quasi uno scatto: -A questa distanza, se avessi voluto prenderlo, non avrei certo mirato in alto-. E aggiunge d'un fiato: -Il giovane non era in piedi come s'è messo ora. Io l'ho visto carponi sul marciapiede». II collega Giovanni Co manciù, che mercoledì pomeriggio era alla guida della Ritmo, sostiene: 'Quel ragazzo sa benissimo che era a terra quando è partito il colpo-. Il perito Aurelio Ghio osserva dubbioso: -Come avrà fatto a restare in piedi dopo aver frenato di colpo il motorino? Mi pare inverosimile-. E la ferita? Il prof. Griva spiega: -E' compatibile sia con la caduta, sia con lo sparo-. La tensione sì allenta, riprende il cicalecchio della gente, occhi distratti seguono le altre fasi del sopralluogo (cominciato alle 8,30 e finito alle 10), si preferisce chiacchierare. Un pensionato, Giovanni Rionda: «Quei vigili non farebbero male a una mosca Di sera sono loro che scappano davanti ai teppisti-. Ma altri non sono del suo parere: «Certo, non se la prendono con i delinquenti, ma fanno i bulli con i ragazzini. Che bisogno c'era di tirare fuori la pistola? Antonio faceva impennare il motorino? E questo sembra un buon motivo per sparare?-. La madre di Antonio: -Aveva paura che gli sequestrassero il Ciao, come è poi avvenuto. E non voleva presentarsi a casa con una multa. Questa non c'è ancora arrivata-. Il tema delle armi interessa anche i vigili della Cgil. Due di essi, Giuseppe Bertuzzi e Maurizio Bermi, dicono: «La pistola non è necessaria per svolgere il nostro lavoro. Anzi può diventare pericolosa perché abbiamo scarsa dimestichezza. Facciamo si e no 20 tiri all'anno-. Sull'arma si sofferma 11 perito Nebbia: -La Beretta è in perfette condizioni-. Vuol dire che il vigile l'ha caricata, ha tolto la sicura e premuto il grilletto. E se c'è stato un contraccolpo per la brusca frenata? Non parte il proiettile: per provarlo il perito ha battuto con violenza l'arma su un tavolo. Niente da fare, la Beretta è rimasta sllenzio- sa Nino Pietropinto Il tifile Franco Adroit nella posizione in cui è partito il colpo e la traiettoria del proiettile che ha sfiorato Antonio Mancosu

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