Tokyo tenta il Cremlino di Renata Pisu

Tokyo tenta il Cremlino Si rafforza il disgelo tra i due Paesi che non hanno firmato la pace Tokyo tenta il Cremlino Dopo 11 anni nulla osta di Mosca a un pellegrinaggio di giapponesi nelle contese isole Kurili DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — In questi giorni a Tokyo si parla con sempre maggiore insistenza di una visita in Giappone di Gorbaciov, forse a gennaio, preludio a un vertice russo-giapponese. «La distensione cino-americana è cominciata con il ping-pong, quella russo-giapponese potrebbe anche cominciare con un pellegrinaggio» commenta senza ironia un funzionario del ministero degli Esteri giapponese, impegnato a organizzare la visita a Tokyo del vice ministro degli Esteri sovietico Kapitza, atteso qui per il 27 agosto. Ieri infatti un gruppo di cinquantasei giapponesi, profughi delle isole del Nord che nel 1945 furono occupate dai sovietici, sono partiti In nave da Tokyo per andare a visitare le tombe di famiglia. Al porto c'erano centinaia di persone venute ad augurare buon viaggio a questi uomini e a queste donne che hanno superato quasi tutti la settantina (il più vecchio del gruppo ha 81 anni): per loro questa sarà forse l'ultima occasione di rivedere il Paese natale. Tsurunoke Bukawa, organizzatore del pellegrinaggio alle tombe abbandonate e non dimenticate, spiega di aver dato la precedenza, tra le tante richieste, a quelle dei più anziani, in attesa ormai da undici anni del permesso di andare a pregare sulle tombe dei loro avi. Dal 1964 al 1975 è stato infatti possibile per i giapponesi recarsi nelle quattro isole a Nord di Hok kaido con la sola carta di identità, poi l'Unione Soviet! ca ha negato il permesso di entrare a chi non avesse passaporto e regolare visto. Il governo giapponese non ha acconsentito perché in questo modo avrebbe in pratica riconosciuto la sovranità sovietica sui «territori del Nord* che il Giappone reclama. La recente distensione nei rapporti tra i due Paesi vici¬ ni, divisi all'estremo Nord del Giappone solo da una strìscia di mare, ha avuto come primo tangibile risultato la possibilità di questo pellegrinaggio utilizzando la sola carta di identità. Ma per ora resta un sogno che l'Unione Sovietica acconsenta a rinunciare alle quattro isole, Shikotan. Kunashiri, Etorofu e al gruppo delle Habomai. All'arcipelago delle Kurili e alla parte meridionale di Sakhalin, terre occupate dall'Unione Sovietica in base agli accordi di Yalta, il Giappone ha rinunciato con il trattato di pace di San Francisco firmato nel 1951 con 48 Paesi, ma non con l'Unione Sovietica. Sostengono i giapponesi che l'occupazione sovietica è illegale perché l'Urss non ha firmato il trattato di pace e che, inoltre, le quattro isole non fanno parte dell'arcipelago delle Kurili ma dell'isola maggiore di Hokkaido. Da parte sovietica l'esistenza di un contenzioso territoriale con il Giappone non viene nemmeno presa in considerazione anche se vi sono stati accenni alla possibile restituzione di due isole, se e quando verrà firmato un trattato di pace tra i due Paesi, che dal 1956 hanno rapporti diplomatici ma an¬ cora troppi conti in sospeso per essere veramente in pace. Il più grosso ostacolo sulla via di una completa normalizzazione resta quindi la «questione territoriale» ma ad ogni modo la reciproca diffidenza negli ultimi tempi si è attenuata. Gorbaciov ha tutto l'interesse a «aprire» nei confronti del Giappone per avviare il processo di sviluppo utilizzando finanziamenti e tecnologie nipponiche, e pare che l'Urss abbia ottenuto, in cambio del permesso di entrata per i pellegrini nelle isole contese, la promessa di colloqui per la cooperazione scientifica e economica. Anche il primo ministro Nakasone ritiene che il «disgelo» abbia i suoi vantaggi. Arrivare alla firma di un trattato di pace con l'Urss significherebbe passare alla storia come l'uomo che ha chiuso tutti i conti lasciati in sospeso dalle amare esperienze della guerra e del dopoguerra. Inoltre l'immenso mercato sovietico potrebbe essere un nuovo sbocco per l'industria giapponese; i vecchi progetti di uno sfruttamento congiunto delle ricchezze della Siberia, petrolio e gas naturale, potrebbero essere riesaminati. Renata Pisu

Persone citate: Gorbaciov, Nakasone