Un «fedelissimo» contro Pinochet

Un «fedelissimo» contro Pinothet Il dittatore festeggia 13 anni alla testa delle Forze armate ma l'opposizione cresce Un «fedelissimo» contro Pinothet 17ex ministro degli Interni Jarpa ha chiesto elezioni dirette per l'89 - Fermati 20 sacerdoti SANTIAGO — Uno dei più fedeli collaboratori di Pinochet. Sergio Onofre Jarpa, ex ministro degli Interni e fautore d'una politica di graduale apertura, ha chiesto elezioni dirette, presidenziali e parlamentari, per il 1989, allo scadere dell'attuale mandato presidenziale, guastando la festa al dittatore cileno, che ieri celebrava il tredicesimo anniversario della nomina a capo supremo delle Forze Armate. La richiesta avanzata da Jarpa riflette e alimenta, a giudizio di alcuni osservatori, la «rivolta» che da qualche tempo serpeggia all'interno dell'apparato dirigente cileno, perché si contrappone apertamente alla norma costituzionale, approvata nel referendum del 1980, in base alla quale nel 1989 saranno i membri della giunta militare a designare il successore di Pinochet, che potrebbe essere lo stesso Capo dello Stato, il quale non ha nascosto la sua aspirazione a rimanere nel palazzo presidenziale della Moneda fino alla fine del secolo. In ogni modo, la candidatura proposta dalla giunta militare dovrà essere sottoposta a referendum e solo in caso di rigetto saranno indette elezioni normali nel 1990. L'ex ministro, già senatore del partito nacional, collaborò fin dagli inizi con il governo militare, e tentò poi un'apertura politica negoziata all'opposizione, sotto la guida della Chiesa. Ma il tentativo falli e qualche mese dopo Jarpa si dimise dalla carica. Ora presiede un nuovo partito di destra, il Fronte nazionale del lavoro, e propone la creazione di «un solo grande movimento cileno, democratico e unitario». La proposta — si fa rilevare — è simile a quella che lanciò nel 1972 per fronteggiare il governo del presidente socialista Salvador Allende. Ma Pinochet. non fa sperare in aperture. Nel suo discorso di ieri, dopo avere at¬ taccato i politici, ha detto che gli oppositori «sono animati da altri propositi e da una evidente ambizione di potere». Quanto alla Chiesa, la sua azione .scivola verso le turbolente acque della contingenza politica e verso posizioni atee e comuniste». A riprova che il regime non intende allentare la repressione, la polizia ha arrestato ieri Pedro Martinez, ritenuto uno dei testimoni-chiave della tragica fine di Rodrigo Rojas, il giovane cileno cui alcuni soldati avrebbero dato fuoco dopo averlo cosparso di benzina e che morì il 6 luglio scorso in ospedale. E' accusato di aver violato le leggi in materia di detenzione di armi. Fermati anche una ventina di sacerdoti al termine di una messa celebrata per Carmen Quintana, vittima della violenza incontrollata dei soldati che l'avrebbero aggredita mentre era con Martinez, tuttora ricoverata all'ospedale con gravi ustioni. Santiago. Pinochet passa in rassegna il picchetto d'onore nel tredicesimo anniversario della sua nomina a comandante in capo

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