Cadono le barriere tra dilettanti e pro di Giorgio Barberis

Cadono le barriere tra dilettanti e prò ATLETICA Verso la svolta storica Cadono le barriere tra dilettanti e prò Il primatista mondiale dei 110 lis, Renaldo Nehemiah, riqualificato dilettante dalla Iaaf (la Federazione internazionale dell'atletica) dopo la sua rinuncia ai dòllari del football americano, ha aperto la porta die in precedenza già altri avevano attraversato, come il pesista Oldfield, con minor clamore. Di fatto la Iaaf ha creato i presupposti per il dibattito iniziato ieri a Stoccarda, in occasione del suo Congresso, che prevede l'introduzione di una norma rivoluzionaria circa l'eleggibilità, ossia lo status, degli atleti. La proposta, perorata dal presidente Nebiolo sempre molto attento all'evolversi dei tempi, recita che un atleta non perde la sua eleggibilità in atletica se è professionista in altra disciplina sportiva. In pratica, se verrà approvata Nehemiah potrebbe tranquillamente ritornare al football americano o ad altro sport professionistico, senza perdere i suoi diritti di gareggiare nell'atletica. La tesi di Nebiolo è semplice: «Ci sono Paesi nei quali i risultati aiutano a far carriera nell'esercito garantendosi cosi il futuro; in altri. Invece, servono a trovare una collocazione professionale, nell'ambito di qualche altra disciplina sportiva. Non vedo perchè si dovrebbe discriminare tra le due situazioni». Una certa mentalità nell'atletica ha cominciato a lievitare con la creazione, due anni fa, del Grand Prix che prevede premi in denaro. D'accordo che una parte viene accantonata dalle federazioni di appartenenza degli atleti che provvedono a gestirlo fino a che l'inte¬ ressato non chiuderà con l'agonismo, tuttavia questo rappresenta un'interpretazione nuova, tale da garantire a chi fa sport ad alto livello che i suoi sacrifici non lo ridurranno un giorno senza arte né parte. L'interrogativo in tutto questo discorso, che trova comunque ancora resistenze in senq alla Iaaf, riguarda a questo punto soprattutto come si comporterà il Comitato Olimpico Internazionale (do) di fronte ad una situazione in netto contrasto con l'art. 26 che prevede criteri rigidi (almeno riguardo a certe discipline, per esempio l'atletica, mentre sono meno fiscali con altre, tipo il calcio) per la partecipazione all'Olimpiade. Con la normativa attuale si rischia il paradosso di Nehemiah in gara ai mondiali di Roma '87, ma non ai Giochi di Seul '88. La presenza del presidente del do, Samaranch, a Stoccarda sembra voler confortare l'impressione che, alla luce degli ottimi rapporti tra Samaranch stesso e Nabiolo, il Ciò attenda le decisioni della Iaaf per poi adeguare i propri regolamenti: né d'altronde potrebbe essere diversamente visto che l'atletica, sport numero uno, avendo la forza per farlo ha il diritto-dovere di tracciare la via da seguire. Se non già a Stoccarda, dunque, .visto che U innovazioni certuni hanno bisogno di assimilarle per accettarle, la parola 'amateur*, cioè dilettante, a breve scadenza cambierà significato, per assumerne uno doverosamente più moderno. Giorgio Barberis

Persone citate: Nebiolo, Nehemiah, Oldfield, Renaldo Nehemiah

Luoghi citati: Roma, Stoccarda