Grande Stratas in un musical ebreo

Grande Stratas in un musical ebreo Dalla lirica a Broadway con «Rags»: l'altro ieri un successo clamoroso Grande Stratas in un musical ebreo NEW YORK — Il soprano Teresa Stratas ha avuto il suo debutto a Broadway interpretando 11 ruolo di protagonista nel nuovo musical ftags (Stracci) che ha aperto ipri sera al Mark Hellinger ■theater. La sua appassionata interpretazione del personaggio di una giovane ebrea, Rebecca, emigrata a New York nel primo decennio del secolo dalla nativa Ucraina, ha largamente determinato il successo della serata. La Stratas a Broadway ha trionfato. La recensione del raffinato critico del New York Post. Clive Barnes, è apparsa con questo titolo: «Bravo, Teresa Stratas!-. Meno entusiasta Frank Rich sul New York Times, che pure elogiando la cantante esprime qualche riserva sul musical. : Oltre che per le sue grandi doti canore Teresa Stratas è apprezzata per il suo spiccato talento nella recitazione, una qualità molto rara tra i cantanti d'opera. Esempi recenti di questa sua straordinaria dote si sono avuti nella sua appassionata interpretazione del personaggio di Lulu, nell'opera omonima di Alban Berg. e della prostituta Jenny in Ascesa e caduta della città di Mahagonny di Kurt Weil e Bertolt Brecht, tutte e due al Metropolitan Opera di New York, per non parlare della sua interpretazione di Violetta nella Traviata di Zeffirelli, che secondo Vincent Kanby, critico cinematografico del New York Times, avrebbe addirittura eclissato quella di Greta Garbo nel film La signora dalle camelie. Nel musical Rags la Stratas, che è entrata in palcoscenico vestendo abiti dimessi e con una parrucca rossa, non ha avuto difficoltà ad imporre, sin dalle prime battute, la sua carismatica presenza scenica. Nella prima scena, che ha luogo a Ellis Island, dove Rebecca è sbarcata con il figlio David, la vediamo alle prese, insieme agli altri emigranti ebrei, con la brutalità degli agenti e i medici dell'ufficio immigrazione. Primo scontro con la dura realtà che l'America di quegli anni riservava ai troppo f idu- ciosi ultimi arrivati. Tutto il resto della storia narra le penose e spesso tragiche difficoltà incontrate dagli ebrei russi nell'inserirsi nella realtà del Nuovo Mondo. Ogni sofferenza è però preferibile ai Pogrom e al terrore dei cosacchi che gli emigranti si sono lasciati alle spalle. Attraverso le vicende di Rebecca, che non trova il marito Nathan ad aspettarla al porto, gli autori di Rags offrono un pittoresco spaccato della vita degli ebrei ucraini nel Lower East Side di Manhattan nel primo decennio del secolo. Rags ha però ambizioni più grandi, e qui sta forse il suo limite principale, perché in poco più di due ore di spettacolo cerca di coprire un arco di eventi nella storia degli ebrei di New York decisamente troppo vasto, dallo sfruttamento sul lavoro nei malsani laboratori tessili, all'inizio dell'organizzazione sindacale, dai pregiudizi razziali alle rigidità dell'ortodossia religiosa. Troppa carne al fuoco per non correre il rischio di una eccessiva superficialità. Co¬ munque è senz'altro una garanzia il fatto che l'autore del testo è quello stesso Joseph Stein che ha regalato al teatro musicale di Broadway il capolavoro Fiddler on the rooj (Il violinista sul tetto) con Zero Mostel: anche questo un'epopea degli ebrei dell'Est. La musica, in gran parte responsabile del successo dello spettacolo, è di Charles Strouse, famoso per le partiture di due grandi successi di Broadway. Annie e Bye-bye birdy. In Rags il compositore ha ampiamente attinto alla tradizione della musica yiddish e al ragtime di quegli anni. Frank Rich sul New York Times scrive che la musica ricorda quella di compositori del calibro di Gershwin. Weill. Joplin, Sousa, e ritiene che senza dubbio la presenza di Teresa Stratas deve aver costituito una preziosa fonte di ispirazione per il compositore. Le recensioni sono state meno entusiastiche per le liriche di Stephen Schwartz, giudicate spesso banali, in ogni caso sentirle cantare da una voce come quella di Teresa Stratas è certamente per il pubblico di Broadway un'esperienza che rimarrà memorabile. r. si. Si deve alla cantante il buon esito dello spettacolo. Riserve sul copione: la storia di una ebrea sovietica emigrata negli Stati Uniti. In due ore di rappresentazione la stona di tutti gli yiddish d'America. Forse è davvero troppo Teresa Stratas: dalla classica «Traviata» (nella foto) a una grande Rebecca nel musical di Broadway

Luoghi citati: America, Manhattan, New York, Stati Uniti, Ucraina