Parma si scopre un pò meno beata di Pierangelo Sapegno

Parma si scopre un pò* meno beata Secondo le statistiche non è più la capitale del benessere, ma non si scompone Parma si scopre un pò* meno beata Qualche cedimento nell'industria alimentare non spaventa industriali e banchieri: «Andiamo sempre ai cento all'ora» DAL NOSTRO INVIATO PARMA — Picchia il sole. E chissà come fa quel cameriere con la camicia bianca immacolata, il farfallino nero. E i gesti perfetti. Non una smorfia, non una piega fuori posto, quasi l'aria del maggiordomo che è comunque capace di insegnare agli altri come si sta al mondo. Parma è come questo cameriere: dignitosa, impeccabile, elegante. Persino un po' altera. E' cosi anche se fa caldo e si scoppia. Non sbraca mai. Anche se le cose non vanno più tanto bene. Che le cose non vadano tanto bene lo sostengono le statistiche e le indagini che vengono fuori come funghi in quest'Italia frenetica che cerca di leggersi e spiegarsi quasi per divertimento. L'ultima indagine — se non abbiamo perso il conto —. curata da un settimanale economico e dall'istituto di ricerca Tesitalia. dice che nella classifica del benessere Parma è scivolata dal 6° al 12" posto e nell'economia dal 1° al settimo. Significa che oggi Parma non è più la città più ricca d'Italia. Aggiungono, queste indagini, che il mito della provincia beata perde colpi, è tornata di moda la dinamicità della metropoli, la sua cultura del lavoro, le sue occasioni e le sue tentazioni. Si sa come vanno 'ste cose: forse sono solo parole. O forse no. Secondo Angelo Vibi. vicedirettore generale della Banca Emiliana, «un fondo dì verità c'è». Parma, allora, è davvero meno ricca: -C'è la crisi del pomodoro, tanto per cominciare. Le aziende sono in evidenti difficoltà, e quest'anno è andato ancora peggio dell'altro. E' una catena che va dall'agricoltore ai lavoratori, che interessa più strati sociali. Poi, negli ultimi due anni c'è stata la crisi del prosciutto, e la ripresa è solo recente. Anche il parmigiano reggiano ha segnato un po'il passo. In una zona dove l'industria alimentare conta per il 70%. questi sono dati importanti, da non sottovalutare. Dati inconfutabili, mentre quelli dei depositi bancari lasciano il tempo che trovano: oggi la gente i soldi li investe nei Fondi, li gioca in Borsa». Questa è una voce. Ma Parma è come quel cameriere che non si apre il colletto neppure sotto i 40 gradi. Imperturbabile. Igino Consigli, l'antiquario che riportò qui le lettere di Maria Luigia, scuote la testa: -La crisi? Non si vede, non si tocca, non si sente. Anzi, oggi sembra una città più ricca dì ieri». Imperturbabile e suscettibile. All'Unione Industriale hanno raccolto altri numeri, altri dati: .-Qualche problema, è vero, c'è. Per il pomodoro, ad esempio. Però Parma è anche l'unica provincia emiliana dove l'occupazione è aumentata. A Bologna è calata dell'1,3, a Ferrara del 4,5, a Piacenza del 4,5. Da noi è cresciuta del due per cento. Aumentare la mano d'opera non è sempre una cosa buona. Ma se è vero che il valore aggiunto, cioè la produttività, è a Parma 119 e in Emilia 112, dobbiamo dedurre che in questo caso si, è un segno positivo. Dia retta: noi andiamo sempre a cento all'ora. Ieri, oggi. E pure domani. Quando siamo primi in classifica e quando siamo settimi». Parma è diversa, dice 11 vicesindaco de Elvio Ubaldi, «non può star dentro le classifiche». Imperturbabile, suscettibile. E anche orgogliosa. Poi. immutabile, la provincia quieta, ferma sotto il sole. Verdi, Maria Luigia, il Ducato, il prosciutto e il Lambrusco. Tutto come ieri. Di nuovo c'è che Parma è la città al mondo dove si gira più in bicicletta dopo Pechino. Uno studio della Bianchì ha contato 239.000 biciclette su 170.000 abitanti. E' la città dove ci sono sei circoli privati esclusivi di cui uno esclusivissimo, e quelli che li hanno fatti nascere (i Bormioli e gli altri big dell'industria) dopo aver lanciato la moda manco li frequentano più. Dove sono stati venduti in una stagione 150 mila biglietti, cioè quasi uno per abitante, fra Teatro Regio e Teatro Due, lirica e prosa. Dove ogni cittadino avrebbe in media circa undici milioni depositati in banca. E allora? E' questa la piccola capitale decaduta? Anche questa, spiega Ubaldi. nel senso che qui si vive in fondo un po' fuori dall'Italia «e non è vero che si è caduti in basso». Ma è pure altro. E si scopre che nonostante tutto i problemi non mancano. -E' una città con indice di vecchiaia molto alto, fra i più alti d'Italia», aggiunge Ubaldi, «e dove bisogna ancora fare tanta strada per far crescere i servizi. Una città in cui è difficile trovare casa e solo grazie al terremoto dell'83 e ai finanziamenti siamo riusciti paradossalmente a migliorare la situazione». Dove il disagio giovanile esiste e magari esplode con incredibile violenza in un campo di calcio com'è successo qualche anno fa. Dopo una lite alcuni compagni di gioco attorniarono un ragazzino, lo pestarono a sangue e se ne andarono via. Nel frattempo, anche la vita del ragazzino se n'era andata via per sempre. Ebbene, pure quella volta Parma riuscì a essere diversa, il vecchio Ducato offeso e stupito di fronte alle barbarie dei tempi. Allora era la città più ricca d'Italia che .scopriva ùn malessere profondo in famiglia. E adesso? Niente è cambiato, ripetono all'Unione Industriale, dietro alle apparenze, dietro alle mode. L'economia è legata all'alimentazione ed è stabile, sicura: -Si può rinunciare a un paio di scarpe, mai a un piatto di spaghetti». Niente è cambiato, ripete Ubaldi, nel bene e nel male. Persino Verdi che qui è il personaggio più rappresentativo aspetta da un pezzo che mantengano le promesse. Che facciano il suo Festival: e ne parlano da quasi un secolo. Pierangelo Sapegno

Persone citate: Angelo Vibi, Bormioli, Elvio Ubaldi, Igino Consigli, Maria Luigia, Ubaldi, Verdi