Un teologo dissente

Un teologo dissente Un teologo dissente SERGIO QUINZIO Le tesi del sacerdote americano Charles Curran, che la condanna vaticana ha privato della cattedra di teologia nell'università cattolica di Washington, non sono nuove e non sono soltanto sue. Molto probabilmente, sono ormai comuni, in maniera più o meno esplicita e decisa, alla maggioranza dei teologi. Si tratta di una concezione della sessualità umana lontana da quella tradizionale. Mentre fino a ieri ha dominato in teologia morale il principio che in materia sessuale ogni comportamento non consentito è da ritenersi sempre colpa grave, l'orientamento prevalente è oggi opposto: ragionevolmente, in un ambito in cui più che la libera scelta è in gioco la forza degli istinti, si considerano soprattutto le circostanze che possono ridurre, o cancellare, la colpevolezza. Il vecchio e noto maestro di Curran, il domenicano Bernard Haring, ebbe a suo tempo dei guai per aver sostenuto che non sempre la masturbazione è da considerarsi peccato. Curran aggiunge che anche gli atti omosessuali possono, in determinate circostanze, essere giustificati, considerati necessari, e persino positivi. Analoghe «aperture» per quel che riguarda i rapporti prematrimoniali, l'indissolubilità del matrimonio, la contraccezione, la sterilizzazione, l'aborto, l'eutanasia. A legittimare tali posizioni — ed è questo, credo, l'aspetto che maggiormente inquieta la Congregazione per la dottrina della fede e il Papa che ne ha approvato la sentenza — è il presupposto che sia lecito a un cattolico dissentire pubblicamente dal «magistero ordinario» della Chiesa: il credente sarebbe strettamente vincolato solo ad accettare come verità le affermazioni solennemente definite e perciò «infallibili». Opinione teologica fondata, direi, ma sicuramente poco apprezzata in aito luogo. Mettere comunque in discussione la suprema autorità della Chiesa — come mostra l'analogo caso di Hans Kung — è oggi l'unica «eresia» considerata davvero pericolosa e severamente perseguita. Per quel che riguarda la morale sessuale, sono stati pubblicati numerosi libri di teo-' logi su posizioni simili a quelle di Curran, e qualche volta persino con approvazione ecclesiastica. Per conoscere l'argomento del contendere il lettore italiano può leggere utilmente La sessualità umana. Nuovi orientamenti nel pensiero cattolico americano (Queriniana, 1978), che è uno studio commissionato dall'associazione dei teologi cattolici americani. Il tema dell'omosessualità è in genere il più trattato, perché se la tendenza omosessuale viene considerata «naturale» almeno in alcune persone, come si tende a fare, e come del resto faceva già San Tom maso d'Aquino, diventa molto difficile motivare la condanna morale del comportamento sessuale conseguente. 11 tradizionale insegnamento cattolico ha storicamente smarrito il suo fondamento, che consiste in definitiva nell'ascetica svalutazione della corporeità, e che certo non ha origini bibliche, ma piuttosto platoniche. E' troppo facile però, una volta abbandonata la linea tradizionale, allontanarsi, per la via opposta del moderno permissivismo, dall'orizzonte della rivelazione biblica, per la quale la sessualità coniugale è il più grande dei doni dati da Dio all'uomo.

Persone citate: Bernard Haring, Charles Curran, Curran, Hans Kung

Luoghi citati: Washington