Arrestato a Roma per armi l'ex ambasciatore filippino

A/restato a Rama per armi l'ex ambasdatare filippina Bienvenido Tantoco è finito in carcere con cinque suoi dipendenti A/restato a Rama per armi l'ex ambasdatare filippina L'ex diplomatico è amico dei Marcos - Nella villa pistole, fucili, giubbotti antiproiettile DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Bienvenido Tantoco, ex ambasciatore filippino presso la Santa Sede, è stato arrestato ieri mattina insieme con altri cinque suol connazionali da agenti della Digos e dell'ufficio stranieri. L'accusa, per tutti, è di «detensione illegale di armi comuni e da guerra*. Nell'elegante villa sull'Appia antica, ìli cui l'ex diplomatico viveva ormai da anni con moglie e figlia, la polizia ha scoperto e sequestrato un vero e proprio arsenale: pistole di tutti i tipi, fucili, mitragllette, metal detector, giubbotti antiproiettile, spray lacrimogeni, radio rice-trasmittenti. Armi di cui, certamente, era dotata la sua scorta ma che non erano state denunciate dall'ex diplomatico una volta decaduto dal suo status. Tantoco, 61 anni, era stato per tre anni, dal 7 luglio 1983, al 4 aprile 1986, rappresentante del regime di Marcos presso il Vaticano. Dopo l'elezione di Cory Aquino è stato sostituito da Howard Dee. che però è ancora in attesa di presentare le credenziali. Molto amico dell'ex dittatore delle Filippine, Tantoco, che viveva a Roma già da prima, ha sempre avuto un livello di vita invidiabile. Quando imelda Marcos. la bellissima e ricchissima moglie dell'ex dittatore (si parla di un patrimonio di trenta miliardi di dollari) si fermava a Roma, era ospite fissa nella villa sull'Appia antica. I motivi che hanno indotto la polizia a fare irruzione nella sede dell'ex diplomatico, rimangono però ancora poco chiari nonostante le spiegazioni fornite dallo stesso questore di Roma. Marcello Monarca, nel corso di una conferenza stampa seguita alla cattura di Tantoco e della sua guardia del corpo. «Le indagini — ha riferito l'alto funzionario — hanno avuto inizio ai primi di luglio. Nella villa sull'Appio antica, era stato notato un insolito via vai di gente dall'apparenza e dal comportamento sospetti». C'è chi sostiene, però, che, la polizia si sia mossa sulla base di una soffiata partita, probabilmente, dagli avversari politici di Tantoco. da sempre considerato troppo amico di Marcos. Si dice, per esempio, che la bella moglie americana dell'ex diplomatico (oggi cittadina filippina) sia una delle consulenti finanziarie della super-ricca Imelda Marcos. Probabilmente, la stessa lussuosa villa sull'Appia antica farebbe parte del patrimonio di Imelda, tanto che sulla proprietà esiste un contenzioso dall'esito molto incerto con le attuali autorità filippine, su cui però il questore Monarca non ha voluto dare ulteriori chiarimenti. A Regina Coeli. insieme con Bienvenido Tantoco. gli agenti della Digos hanno accompagnato anche altri cinque cittadini filippini che, dopo la' caduta di Marcos, avevano preferito rimanere in Italia. Sono ex autisti o componenti della guardia del corpo dell'ex diplomatico. Questi i loro nomi: Asterio Oclari. 31 anni, i fratelli Lorenzo e Paolino Ocampo, rispettivamente di 32 e 31 anni, Rodolfo Ferraris, di 41 e Romeo Reyes, di 42. Del gruppo, dopo l'avvento al potere di Cory Aquino, solo Tantoco aveva chiesto tramite l'alto commissario presso le Nazioni Unite asilo politico alle autorità italiane. Nel frattempo, all'ex diplomatico era stato consegnato dall'ufficio stranieri della Questura un «foglio di viaggio» che gli permetteva, previo permesso, di potersi recare anche all'estero. In serata, l'ambasciata delle Filippine, ancora senza titolare dopo il ritorno in patria di Jacobo Clave, rappresentante del regime di Marcos presso il Quirinale, ha diffuso un comunicato per prendere le distanze dall'accaduto. Tantoco. sostengono i seguaci di Cory Aquino, «è un residente in Italia ed è quindi soggetto alle leggi italiane. Anche se egli è ancora un cittadino filippino noi non possiaìno interferire con le norme di un altro Paese perché crediamo nel principio della territorialità». D'altro canto, conclude il comunicato dell'ambasciata, «noi abbiamo la massiìna fiducia nella giustizia italiana».

Luoghi citati: Filippine, Italia, Roma