Alla Roma uno stop fa già polemica di Giorgio Viglino

Alla Roma uno stop fa già polemica Alla Roma uno stop fa già polemica Dopo la sconfìtta col Grasshoppers - «Si credevano rutti campioni del mondo, ora tornano con i piedi per terra» dice Erìksson - Righetti: «La colpa è sempre della difesa» - Ancelotti striglia i compagni DAL NOSTRO INVIATO ZURIGO — La Roma ha concluso mercoledì sera la fase di preparazione alla stagione '86-87, in partenza domenica sul primo binario di Coppa Italia. Sembrava non ci fossero ombre quest'anno sulla squadra giallorossa, e invece proprio all'ultima partita contro gli svizzeri del Grasshoppers, è venuta la prima sconfitta inattesa e per certi versi nemmeno meritata. .Ieri si credevano già tutti campioni del mondo, adesso tornano con i piedi per terra» commentava a caldo Sven Eriksson, intendendo con quel .tutti» sia i suoi baldi pedatori che l'assortita congrega dei tifosi di diverso livello. Piacere la sconfitta non gli ha fatto di certo, anzi da buon svedese del Sud s'è pure arrabbiato con espressioni colorite e mimica eloquente, ma il bilancio finale è corretto: meglio fare una doccia gelata quando in palio è un trofeo qualunque, che non quando contano i due punti. «Del resto a fare le amichevoli contro il Grottaferrata o l'Acilia non capisco cosa ci guadagniamo. Questo torneo era giusto farlo per tante ragioni e c'erano buone avversarie. Difetto di concentrazione dopo il grande impegno col Bayern, è l'unica spiegazione. Spiegazione non vuol dire giustificazione, anzi non si può perdere una partita cosi, in questo modo, altrimenti diventa logico e ripetibile anche il Roma-Lecce della passata stagione». Eriksson è duro, restìo a fare elogi quando si vince, figuriamoci dopo una brutta sconfitta. «C'è poi anche una spiegazione tecnica. Quando la Roma gioca corto, in spazi ristretti, e poi parte di rimessa offre il meglio di se stessa. Se deve attaccare lo fa con frenesia, senza testa, e non tiene conio dei rischi che può correre dietro». L'analisi è corretta, ma si potrebbe anche risalire a colpe dei singoli che invece Eriksson rifiuta. Nela sul palo interno che non salta sul primo corner, ovvero primo gol, e Tancredi che si guarda bene dall'uscire a far sua la palla. Righetti e Baroni lenti nei movimenti, incapaci a recuperare su un folletto di di- ciott'anni come Alain Sutter. Eriksson ha sicuramente sentito le polemiche sorte tra i giocatori. Ancelotti ha strapazzato giustamente i compagni, dimostrando di aver preso possesso del ruolo oltre che della fascia di capitano. Righetti con voluto sarcasmo, purtroppo per lui aderente alla realtà, ha commentato: «Tanto la colpa è sempre della difesa. Io so come stanno le cose guardandomi allo specchio al mattino». «C'è un po' di nervosismo quando si perde e questo è bene — commenta 11 tecnico —, vuol dire che a nessuno di loro piace perdere. Non credo sia questione di uomini, piuttosto di chiarezza mentale. Lei dice che Oddi, più veloce, serve sul campo quando la difesa è scoperta: può essere vero e magari la prossima volta utilizzerò lui. Il problema di fondo però è che anche in spazi larghi la difesa non deve rimanere scoperta davanti. Sbagliano i centrocampisti a non ripiegare per tempo o a non intervenire con decisione». Nel meccanismo di gioco romanista le coperture reciproche sono alla base del successo di ogni manovra. Di qui in una pagella che ancora non viene data, Giannini passerebbe dall'otto della prima serata a una mezza insufficienza per quanto non ha fatto contro il Grasshoppers in fase di copertura. Altrettanto è successo a Berggreen che però ha come caratteristica una tenacia maggiore. Boniel: s'è preso una mezza vacanza giustificata con una battuta sempre felice: .Noi giochiamo soltanto contro chi fa la Coppa dei Campioni: moralmente sarebbe toccata a noi. Agli altri diamo qualche soddisfazione». Con il solo Ancelotti a tener duro è abbastanza evidente come i difensori abbiano scampoli di colpevolezza. Immuni soltanto Graziani e Conti bravi, precisi e sfortunati. Domenica si gioca in Coppa Italia, all'Olimpico contro il Campobasso, e bisogna ottenere 11 primo successo. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Grottaferrata, Italia, Lecce