Pizzi fa coppia fissa con Rossini (ma Io tradirà nel «Callas-day»)

Pizzi fa coppia fissa con Rossini (ma Io tradirà nei «Callas-day») Il regista parla di «Bianca e Falliero» domani a Pesaro e del recital veronese Pizzi fa coppia fissa con Rossini (ma Io tradirà nei «Callas-day») VERONA — Pine agosto di superlavoro, con un po' di tensione, per Pier Luigi Pizzi, pendolare tra Pesaro e Verona, tra l'Auditorium Pedrotti l'Arena. Due spazi completamente diversi e due impegni altrettanto differenti. A Verona Pizzi è impegnato nelle mille incombenze (compresa la scelta di comparseindossatori, più di 120) del Callas-day, il 3 settembre. Ma il suo più immediato lavoro, che va in prima sabato, è la regia di Bianca e Falliero di Rossini al Pedrotti. Da Tancredi a Maometto II a quest'opera quasi inedita: Rossini è per Pizzi ormai una costante. -Una lunga storia — ricorda il regista — dalla quale sono nati cinque "figli", ed ora sta per arrivare il sesto. Tutti diversi, tutti amati. Questo molto atteso e desiderato ancìie perché è quasi una creatura nuova». In effetti. Bianca e Falliero ha un solo precedente, di poche sere, alla Scala. -Non c'è nemmeno la certezza — sottolinea Pizzi — che Rossini ('abbia sentito. Un'opera completamente sconosciuta, quindi. Questo è un grande lavoro che ha caratteristiche abbastanza particolari, ci si riallaccia al gusto classico del belcanto, con molti pezzi chiusi. Insomma, si privilegia l'esibizione di canto virtuoslstico ai più alti livelli. Da qui le difficoltà della regia che deve valorizzare questo aspet to e vincere la scommessa con uno spazio angusto come quello dell'Auditorio^. Dopo il debutto Pizzi tornerà a Verona per poi imbarcarsi per Chicago e San Francisco (Parsifal e Maebeth) e avviare la regia del Cappello di paglia di Firenze con il quale aprirà Reggio Emilia il 2 gennaio. Verona, una scommessa. Uno show da inventare-, dice il regista che ritorna al l'anfiteatro dove negli Anni Settanta fece esperienze di scenografo con Turandot, Don Carlos, Traviata, Carmen, senza mai realizzare nessuna regia. -Uno spazio affascinante — ricorda — dove torno con la volontà di esplorare le possibilità per una nuova Arena-. Da anni si parla di trasferire il palcoscenico al centro della cavea. Era un'idea del sovrintendente Cappelli. «Per la prima volta la realizziamo — dice Pizzi — con prospettive spettacolari tutte da scoprire-. Una prova, insomma, di quella che potrebbe essere l'Arena di domani. Per questo Pizzi ha accolto la richiesta di Maria Pia Fanfani di inventare qualche cosa- per una grande manifestazione culturale, di solidarietà e anche mondana. Si poteva fare una grande sfilata di moda abbinata al melodramma, nel ricordo di Maria Callas. Ma l'idea è già stata in parte sfruttata. «Occorreua — ricorda Pizzi — un intervento coraggioso e interamente fuori dalle ovvietà. Ecco la scelta di raccontare l'Arena attraverso i suoi momenti più famosi e popolari, legati alle preferenze del grande pubblico e ai momenti lirici più celebrati. Ma anche di lanciare uno sguardo al futuro attraverso l'operetta, ormai entrata anche al Metro e a Vienna, e con Milva e Tango. Insomma, una scelta di momenti a ricordo del passato, a conferma del presente e a futura prospettiva-. Niente sfilata, dunque, ma la storia dell'Arena e di Maria Callas e il coinvolgimento dei creatori di moda nella loro inedita veste di creatori di costumi teatrali. Ci sono quasi tutti. Manca Missoni, già impegnato altrove, che per primo, proprio con Pizzi, si avvicinò a questo campo d'attività. -Tutti si sono impegnati con spunti rilevanti — ricorda Pizzi — e con grande entusiasmo; tutti impegnati a realizzare qualche cosa di insolito-. Franco Ruffo Maria Calla-, sarà ricordata nella serata areniana del 3 settembre. Parteciperà anche Katia Ricciarelli che canterà brani da «La vedova allegra» e da «Aida»