Sotto il torchio di 6 mila norme

Sotto il torchio di 6 mila norme RIFORMA TRIBUTARIA / In 14 anni 350 leggi e migliaia di disposizioni Sotto il torchio di 6 mila norme Il cittadino ormai impotente di fronte alla macchina fiscale - Neppure gli esperti sono in grado di aggiornarsi ROMA — Negli ultimi 14 anni, cioè da quando è entrata in vigore la riforma tributaria, il Parlamento ha emanato circa 350 provvedimenti legislativi ed oltre 6 mila disposizioni. La raffica di decreti legge (quasi sempre modificati da Camera e Senato), di decreti presidenziali e mi- nisteriali rende praticamente impossibile la piena conoscenza delle norme fiscali. n cittadino non sa più come orientarsi in una giungla di leggi, per di più di difficile interpretazione, come dimostrano migliaia dì pareri, risoluzioni e circolari esplicative del ministero delle Finanze. Se a ciò si aggiungono le decisioni delle commissioni tributarie di primo e di secondo grado, della commissione tributaria centrale, delle corti d'appello civili e della Corte suprema di Cassazione nonché della Corte Costituzionale, il quadro e ancor più sconsolante. Il contribuente italiano, al quale fin dal '72 era stata promessa la massima chiarezza sulle leggi fiscali, non è attualmente in condizione di conoscere quali sono le disposizioni in vigore. Ma addirittura anche la quasi totalità dei giudici, dei funzionari degli uffici imposte, nonché degli esperti della materia (dottori commercialisti, ragionieri ed avvocati) lamenta le stesse difficoltà di aggiornamento. Per non incorrere nelle pesanti sanzioni amministrative, anche di carattere penale ogni cittadino, in base al note principio che la legge non ammette Ignoranza, dovrebbe: 1) tenere in casa una biblioteca completa di volumi e codici fiscali; 2) essere abbonato a tutte le riviste giuridiche e alla Gazzetta Ufficiale;' 3) Imparare a memoria migliala di norme tenendole distinte anno per anno. Ciò vale anche per i giudici, perché per decidere i ricorsi devono conoscere le disposizioni in vigore per ogni annualità in contestazione. Il campionario comprende i decreti riguardanti l'Irpef. l'Irpeg, l'ilor, l'Iva, l'Invim, la Socof. l'imposta di registro (nell'aprile scorso è entrato in vigore il nuovo ,testo unico che ha creato ulteriori difficoltà interpretative), di donazione, di successione, e decine di altre tasse, imposte e soprattasse. Va peraltro ricordato che sono ancora pendenti davanti alle commissioni tributarie moltissimi ricorsi riguardanti tributi aboliti dalla riforma, cioè l'imposta di ricchezza mobile, complementare, sulle società, sul terreni e fabbri¬ cati, l'imposta di famiglia e sull'incremento di valore delle aree fabbricabili e addirittura l'imposta straordinaria progressiva sul patrimonio del '47. Ad aggravare la situazione va registrata non solo l'assoluta insufficienza degli organici degli uffici finanziari, ma soprattutto la mancanza di idonei mezzi elettronici. Negli uffici fiscali si respira un'aria polverosa, tante sono le carte ammassate nelle stanze. Parlare di computer, di microfilm o di controlli incrociati tra uffici del registro. Iva e delle imposte dirette appare un'utopia. Di conseguenza l'anagrafe tributaria — costata centinaia di miliardi di lire — non è posta in grado di funzionare come dovrebbe. Come hanno recentemente rilevato i super-ispettori fiscali, i dati relativi ai contribuenti vengono regolarmente memorizzati e inseriti nel calcolatore, ma vengono alla luce solo se un contribuente ha la sfortuna di essere estratto a sorte tra le categorie indicate annualmente dal ministro delle Finanze. Ad esempio, se il signor Mario Rossi vende un fabbricato per 5 miliardi di lire, l'ufficio delle imposte dirette ignora tale ricavo nonostante che l'atto notarile sia stato regolarmente registrato. I 5 miliardi incassati verranno a galla solo se il signor Rossi sarà estratto nelle liste dei contribuenti da verificare. Per evitare gravi danni al l'Erario a seguito della ritardata riscossione del tributi è necessario potenziare gli organici, concentrando in grandi complessi — soprattutto nelle maggiori città — tutti gli uffici fiscali attualmente sparsi nel raggio di decine di chilometri e dotandoli dei più moderni sistemi elettronici. Occorre inoltre instaurare un nuovo rapporto fra cittadino e fisco improntato alla chiarezza delle norme e alla semplicità degli adempimenti, nonché a facilitare la compilazione delle denunce dei redditi tramite un'adeguata informazione da parte del ministero delle Finanze D'altronde se pagare le tasse è un dovere del cittadino, perché non gli si deve spiegare il meccanismo? Pierluigi Franz e Iatnèrhir

Persone citate: Mario Rossi, Pierluigi Franz