II piacere di vivere a Urbino
II piacere di vivere a Urbino Nel panorama delle città d'arte italiane rappresenta un valido esempio di dinamismo culturale e sociale II piacere di vivere a Urbino Ha sedicimila abitanti e 17.000 iscritti all'università - Sono sempre più numerosi gli stranieri che acquistano una casa non lontano dal centro storico - Quest'anno si batterà un record: oltre due milioni di biglietti venduti per le visite al patrimonio artistico - C'è chi propone la targa automobilistica PSU (Pesaro-Urbino) DAL NOSTRO INVIATO URBINO — Quando qualche anno fa Papa Wojtyla donò un antico libro a Elisabetta d'Inghilterra in visita in Italia, 11 particolare atto di cortesia non garbò molto agli urbinati. 81, 11 libro era stato tratto dal patrimonio vaticano; ma faceva parte ideila più bella e ricca biblioteca del mondo., quella del duca Federico di Montefeltro. Biblioteca che quattro secoli or sono fu trasportata a Roma — con la scusa del suo riordino — ancor prima che il ducato cadesse sotto il papato. • La regina saprà che in sostama ha ricevuto un regalo da noi?, si chiedono a Urbino. Questo piccolo avvenimento e questo malizioso atteggiamento è rispolverato sia da uomini illustri che da umili personaggi. Anche il benzinaio commenta: .E già. Il libro ci apparteneva, non doveva essere regalato senza interpellarci'. Ma al di là del suo sapore pettegolo, l'episodio è rivelatore di uno stato d'animo collettivo, di un attaccamento anche «morboso* (questa definizione è dello scrittore Paolo Volponi) degli urbinati alla loro città. E ci si può chiedere se ci fu uno strascico dopo il dono papale a Elisabetta. ~ Ufficialmente sulla vicenda fu steso un velo di silenzio, nessuno voleva rischiare un pur piccolo turbamento diplomatico. .Nella realtà — ricorda il prof. Vincenzo Eulisse. docente dell'Accademia di Belle Arti di Urbino — quando poco tempo dopo venne qui a soggiornare un noto cardinale romano, fu avvicinato con riguardo, ma con fermezza, da un nostro pubblico amministratore. E la vicenda fu riesumata, forse anche con il tono dell'educato rimprovero.. Giorgio Londei, sindaco di Urbino, conferma che se si volessero sinteticamente indicare le caratteristiche salienti dei suoi concittadini l'orgoglio e il senso ipercritico andrebbero messi ai primi posti. E poi, in questa città che dal 1945 vede in municipio una maggioranza del pei è radicata .la memoria del duca.: ovviamente, come valore storico-culturale, non per nostalgia di tirannide. Dice Londei: .Un altro pic¬ colo esempio del rigore che anima gli urbinati e dell'amore per la propria identità cittadina e territoriale sta nella polemica su una definizione amministrativa. Una legge dello Stato prevede che la Provincia si chiami "di Pesaro e Urbino", mentre quasi tutti dicono e scrivono "Provincia di Pesaro" tout court. Ebbene, non si è mai sopita la baruffa. Ed è stata cosi tenace, che lo stesso prefetto De Mari, con una lettera circolare, ha invitato parecchi enti pubblici a usare la dizione corretta, come minimo nelle diciture delle carte intestate ufficiali.. Oltre tutto, un gruppetto di cittadini riuniti in comitato hanno in animo di proporre che anche la sigla automobilistica -PS», della provincia di Pesaro, sia tramutata in «PSU». Se il suggerimento fosse accolto, le automobili di questo territorio sarebbeio le sole in Italia (con le vetture sanmarinesi: «RSM») ad ave¬ re targhe composte da tre lettere dell'alfabeto. Campanilismo acceso? Macché! Urbino è fra le piccole città della penisola una delle rarissime a non avere impronte di provincialismo e non soltanto per merito delle sue mura cinquecentesche, dello splendente Palazzo Ducale e dei dipinti di Raffaello, Piero della Francesca, Paolo Uccello. Il sindaco Londei ricorda: .Abbiamo sedicimila abitanti, e diciassettemila iscritti all'università provenienti da ogni regione d'Italia. La popolazione studentesca, tra universitari e allievi delle scuole superiori, è di ventitremila giovani individui. Quest'anno mentre le altre città d'arte perdono visitatori, noi stiamo veleggiando verso il traguardo dei due milioni e duecentomila biglietti venduti per le visite ai nostri tesori. Da noi ancora non si chiudono le automobili a chiave, non si vive all'insegna dello stress, non c'è quell'at¬ mosfera di sfruttamento intensivo dell'ospite che si può riscontrare altrove Nemmeno una protesta? Il sindaco ammette che pochi giorni fa tre villeggianti si sono lamentati per un pranzo troppo caro. .In effetti ho visto quella ricevuta fiscale: sono state spese complessivamente novantaseimila lire per i pasti di tre persone. Non pochissimo — dice Londei — ma nemmeno un'enormità. Comunque, la nostra città, in linea di massima, non ha assolutamente la fama di salassare la gente.. Urbino è affollata per motivi scolastici e d'interesse turistico-culturale. Ma ti territorio comunale, che è di ventitremila ettari (pari a quello di Milano), sta piano piano popolandosi di nuovi residenti-estimatori stranieri. Persone che hanno acquistato case e terreni alla periferia o a pochi chilometri dal centro storico, spesso trasferendosi qui definitivamente. Dicono In municipio: .Oltre che da famiglie romane, lombarde e piemontesi, questa scelta è compiuta sempre più frequentemente da forestieri: svizzeri, belgi, francesi e ultimamente anche da statunitensi. Comperano una casa e un po' di terra, non per le vacanze soltanto, ma per vivere qui la maggior parte dell'anno.. Il prof. Eulisse sostiene che a fare da calamita è soprattutto l'armoni i della città: .Non si tratta di armonia semplicemente estetica, urbanistica e paesaggistica. Qui da qualche anno assistiamo a un tangibile consolidamento della coscienza culturale e sociale. Per fare un esempio che mi riguarda, non saprei dire in quale altro luogo meglio che in questa città poteva nascere un movimento di artisti "esuli in Urbino" (che fra gli altri accoglie il fiorentino Scianca, il sardo Moscia, la sudamericana Spatz, la svizzera Starnini) i quali al di fuori delle conventicole e delle mode avessero il coraggio di dipingere e di scolpire "alla maniera italiana", annunciandolo chiaramente.. E i problemi meno incorporei? .E' vero, non si vive di sola arte., sorride Marcello Rossi, coordinatore comunale del servizi a favore degli anziani. Cita la situazione di Urbino in questo settore che potrebbe essere .un buon termometro dell'impegno con cui cerchiamo di muoverci.. Dal 1981 esiste una moderna casa-albergo che è diventata centro propulsore di numerosi servizi di aggregazione sociale: ospita quarantotto persone anziane. .Delegazioni anche dall'estero sono venute a visitarla — rammenta Rossi — per studiarne la funzionalità. Ma quel che più ci sembra importante è il servizio di assistenza a domicilio. Siamo riusciti a farlo funzionare con dignitosa continuità, quotidianamente. Vi sono incaricate un'infermiera e quattro assistenti sociali che attualmente badano a una settantina di anziani soli, accuditi nelle loro case. Posso dire che nel nostro territorio soddisfiamo tutte le richieste in questo settore, senza che un solo vecchietto abbia a lamentarsi. Mi sembra un successo.. Franco Giliberto . fi r-. l'rbino. I «torrìcini» della facciata occidentale del Palazzo Ducale
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